Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l'idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine (da Dietrich Bonhoeffer)
da Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa, Paoline, Milano 1988, pp. 59ss.
Dieci anni rappresentano un periodo non breve per la vita di qualsiasi persona. Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l'idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato, operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto. Tali certamente non sono stati gli anni trascorsi. Noi abbiamo perso molto, abbiamo perso cose inestimabili; il tempo perso non è andato perduto. In realtà le conoscenze e le esperienze di cui si diventa consapevoli a posteriori sono soltanto astrazioni dell'originario, della vita vissuta. Ma se da una parte la possibilità di dimenticare è una grazia, dall'altra la memoria e la riconsiderazione della lezione appresa fanno parte di una vita responsabile. Nelle pagine che seguono vorrei tentare di rendermi conto delle esperienze e delle conoscenze comuni che negli ultimi tempi ci hanno coinvolto. Non mi riferisco ad esperienze personali, a qualcosa di sistematizzato, a discussioni e a teorie, ma a risultati cui siamo pervenuti in certa misura assieme, tra persone animate da un comune orientamento, nell'ambito di ciò che concerne l'uomo; risultati considerati l'uno a fianco dell'altro e collegati tra loro solo dall'esperienza concreta; nulla di nuovo, cose da lungo risapute nei tempi passati, ma che ci sono state date da sperimentare e da conoscere in modo nuovo. Non si può scrivere di questi argomenti senza che ogni parola sia accompagnata da un sentimento di riconoscenza per la comunione spirituale che è stata serbata e testimoniata in questi anni.