L’incoronazione di spine di Caravaggio: vedere le cose dal di dentro, dal blog di Giuseppe Frangi
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Riprendiamo un post scritto da Giuseppe Frangi sul blog Robe da chiodi. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza di questo testo - e dell'immagine che lo accompagna - sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (1/4/2010)
Tra i quadri esposti alla mostra caravaggesca di Roma ce n’è uno che mi ha sempre molto affascinato. È l’Incoronazione di spine proveniente da Vienna. Un quadro che viene dalla collezione Giustiniani e che da lì approdò nelle raccolte imperiali nel 1809 (i fortunati che iscrivendosi all’Associazione Testori hanno avuto il calendario dedicato a Caravaggio e commentato da Longhi, per tutto il mese di marzo hanno davanti proprio questo capolavoro).
È un quadro perfetto nella composizione, ma con combinazioni di triangoli che vanno in collisione l’uno nell’altro scambiandosi energia. Una vera carambola, che crea un effetto vorticoso sorprendente dentro un’immagine strutturata e “bloccata” come una grande immagine classica (non ve li enumero i triangoli: se provate a guardare il quadro con un occhio che filtra le linee direttrici della composizione ne scoprirete un’infinità). Una «geometria non euclidea», l’aveva definita Longhi.
In questo modo l’Incoronazione fa emergere con un fattore decisivo per “decifrare” Caravaggio; ed è probabilmente il fattore che cattura in modo sorprendente l’occhio così “straniero” dell’uomo di oggi: i suoi quadri hanno un dna cinematografico. Lo aveva intuito per primo Longhi. Lo aveva scritto Pasolini.
Ma la formulazione più persuasiva l’ho trovata nell’introduzione di Giovanni Previtali al Caravaggio di Longhi di Editori Riuniti. Previtali cita un libro di Béla Balázs, poeta e sceneggiatore ungherese cinema, che nel suo libro Il film scrive a proposito dell’«identificazione cinematografica»: «è come se vedessimo ogni cosa dal di dentro, come se fossimo circondati dai personaggi del film… Ci identifichiamo mediante lo sguardo con i personaggi del film… Osserviamo ogni cosa con la loro prospettiva, non possediamo più un nostro punto di vista».
Nell’Incoronazione l’energia sprigionata dai triangoli coincide con il dinamismo del cinema, quello che risucchia e fa vedere ogni cosa «dal di dentro». Il genio di Caravaggio poi riesce a far convivere questo con l’icasticità dell’immagine propria del capolavoro. Tempo in movimento continuo e tempo fermato coesistono. La chiave sintetica di questa condizione è nelle parole di Longhi: «Il dirompersi delle tenebre rivelava l’accaduto e nient’altro che l’accaduto». Spero di aver reso l’idea…
Caravaggio, Incoronazione di spine, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Torna all'Homepage de Gli scritti. Per altri testi sul Caravaggio, in questo stesso sito, vedi la sezione Arte e fede, in particolare Il vangelo di S.Matteo e Caravaggio. S.Matteo apostolo ed evangelista nei dipinti del Caravaggio per la Cappella Contarelli a S.Luigi dei Francesi in Roma, di Paola Grassi ed Andrea Lonardo,
Caravaggio alla stazione Termini: La chiamata di Andrea e Pietro ed Il sacrificio di Isacco, di A.L. e La Deposizione di Caravaggio. Il pittore "maledetto" che capì il senso della spiritualità moderna, di Antonio Paolucci.