Tertulliano è per il battesimo dei “maturi”; per questo lo sconsiglia ai single (di G.M.)
Tertulliano (non si conosce la data esatta della sua nascita che è comunque da situare alla metà del II secolo) scrive contro il battesimo dei bambini nel De baptismo (l’opera deve essere collocata prima del 213, anno dell’esplicita adesione di Tertulliano al montanismo), segno che tale battesimo doveva essere già molto diffuso. L’attribuire all’età di Agostino la pratica del battesimo dei bambini è un evidente errore storico, poiché essa è, invece, presente fin dagli inizi del cristianesimo.
Un passaggio dello stesso Tertulliano mostra quanto sia problematica la sua affermazione che il battesimo sia da riservare ai maturi nella fede. Egli, consapevole che la definitività della scelta di vita è condizione tipica della maturità umana, nel suo rigorismo – non si dimentichi mai che per questo Tertulliano divenne eretico – vuole che sia vietato il battesimo a chi non si è ancora sposato. Oggi diremmo, a chi è single.
«Certo il Signore dice: “Lasciate che i bambini vengano a me”. Ma vengano quando sono più grandi, quando sono in grado di apprendere, quando viene mostrato Colui verso il quale vanno. Che diventino cristiani quando saranno in grado di conoscere Cristo! Perché questa età innocente si affretta a ricevere la remissione dei peccati? Agiremo con più cautela nelle questioni terrene che in quelle spirituali e a chi non vengono affidati i bene terreni affideremo quelli divini? Siano almeno in grado di chiedere la salvezza, perché sia chiaro che l’hai concessa a uno che l’ha chiesta! Per una ragione non meno importante devono essere rinviate anche le donne non sposate, perché per loro la tentazione è in agguato, per le vergini a causa della loro età matura, per le vedove a causa della loro instabilità, finché non si siano sposate o non siano divenute più forti nella pratica della continenza. Se comprendono il peso del battesimo, avranno più timore di riceverlo che di differirlo: la fede integra è sicura della salvezza!» (De baptismo, 18, 5-6; in Tertulliano, Opere catechetiche, Città nuova, Roma, 2008, pp. 191-193).
Un passaggio dello stesso Tertulliano mostra quanto sia problematica la sua affermazione che il battesimo sia da riservare ai maturi nella fede. Egli, consapevole che la definitività della scelta di vita è condizione tipica della maturità umana, nel suo rigorismo – non si dimentichi mai che per questo Tertulliano divenne eretico – vuole che sia vietato il battesimo a chi non si è ancora sposato. Oggi diremmo, a chi è single.
«Certo il Signore dice: “Lasciate che i bambini vengano a me”. Ma vengano quando sono più grandi, quando sono in grado di apprendere, quando viene mostrato Colui verso il quale vanno. Che diventino cristiani quando saranno in grado di conoscere Cristo! Perché questa età innocente si affretta a ricevere la remissione dei peccati? Agiremo con più cautela nelle questioni terrene che in quelle spirituali e a chi non vengono affidati i bene terreni affideremo quelli divini? Siano almeno in grado di chiedere la salvezza, perché sia chiaro che l’hai concessa a uno che l’ha chiesta! Per una ragione non meno importante devono essere rinviate anche le donne non sposate, perché per loro la tentazione è in agguato, per le vergini a causa della loro età matura, per le vedove a causa della loro instabilità, finché non si siano sposate o non siano divenute più forti nella pratica della continenza. Se comprendono il peso del battesimo, avranno più timore di riceverlo che di differirlo: la fede integra è sicura della salvezza!» (De baptismo, 18, 5-6; in Tertulliano, Opere catechetiche, Città nuova, Roma, 2008, pp. 191-193).