IRC (insegnamento della religione cattolica): quale “noi”? (di L.d.Q.)
Negli accordi fra lo Stato e la Chiesa l’insegnamento della religione cattolica, poiché è data facoltà di avvalersene o di non avvalersene, non è un insegnamento neutrale. Fra l’altro, almeno nei primi anni, una presunta neutralità non avrebbe alcun senso e sarebbe contro ogni dinamica educativa dell’infanzia, che chiede, invece, coinvolgimento e adesione emotiva.
L’insegnante usa tranquillamente il “noi” della fede: “noi cristiani crediamo...”, “noi cristiani riteniamo che... “, ecc. C’è, però, una differenza importante dalla catechesi. Mentre nella catechesi il “noi” comprende anche coloro che accolgono la catechesi, nella scuola il “noi” comprende solo l’insegnante e la Chiesa, mentre non comprende gli alunni. Qui è la differenza. Ma il “noi”, cioè il coinvolgimento dell’insegnante e del catechista, è identico in entrambe le situazioni. Egli non parla in terza persona (“i cristiani credono...”).
L’insegnante usa tranquillamente il “noi” della fede: “noi cristiani crediamo...”, “noi cristiani riteniamo che... “, ecc. C’è, però, una differenza importante dalla catechesi. Mentre nella catechesi il “noi” comprende anche coloro che accolgono la catechesi, nella scuola il “noi” comprende solo l’insegnante e la Chiesa, mentre non comprende gli alunni. Qui è la differenza. Ma il “noi”, cioè il coinvolgimento dell’insegnante e del catechista, è identico in entrambe le situazioni. Egli non parla in terza persona (“i cristiani credono...”).