Galadriel rise, e si rimpicciolì (J.R.R. Tolkien in J. Lynch)
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da Jonah Lynch, Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook, Lindau, Torino, 2012, pp. 31-32
L’anello che dà origine a tutta la storia è il simbolo di un potere talmente grande che nessuno riesce a usarlo in maniera corretta, neppure i buoni e i giusti. Tende a corrompere chiunque. Lungo l’itinerario di Frodo tanti personaggi sono attratti dal potere che custodisce; qualcuno vuole ottenerlo per sé, ma qualcun altro conosce il pericolo e resiste, come il mago buono Gandalf o la bellissima e saggia regina degli elfi, Galadriel. Nella scena in cui Frodo vorrebbe disfarsi dell’anello, affidandolo alla regina, ella dice:
«Tu mi daresti l'Anello di tua iniziativa! Al posto dell'Oscuro Signore vuoi mettere una Regina. Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Splendida come il Mare ed il Sole e la Neve sulla Montagne! Temuta come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!». Levò in alto una mano, e l'anello che portava irradiò una gran luce che illuminava solo lei, lasciando tutto il resto al buio. In piedi innanzi a Frodo pareva adesso immensamente alta, e il fascino della sua bellezza era insostenibile. Ma poi lasciò ricadere il braccio, e la luce scomparve, e improvvisamente rise, e si rimpicciolì: tornò ad essere un’esile donna elfica, vestita di semplice bianco, dalla dolce voce morbida e triste.
“Ho superato la prova”, disse. “Perderò i miei poteri, e me ne andrò all’Ovest, e rimarrò Galadriel”».
«Rise, e si rimpicciolì»: ecco una bella descrizione di chi guarda in faccia il potere. E sceglie la realtà piuttosto che la possibilità, la vita presente piuttosto che l’evoluzione futura. Il potere dell’anello illumina solo lei; il realismo del’autoironia permette che ci siano anche gli altri.