Siamo ancora i “primi cristiani” (da C.S. Lewis)
da C.S. Lewis, Il Cristianesimo così come’è, Adelphi, Milano, 1997, p. 265
Paragonata con lo sviluppo dell’uomo su questo pianeta, la diffusione del cristianesimo nel genere umano sembra procedere con la rapidità di un lampo: duemila anni sono un’inezia nella storia dell’universo. Non dimentichiamolo mai: noi siamo ancora i «primi cristiani». Le divisioni presenti tra di noi, deplorevoli e deleterie, sono, speriamo, malattie dell’infanzia: noi siamo ancora alla dentizione. Il mondo esterno, senza dubbio, pensa esattamente il contrario. Crede che noi stiamo morendo di vecchiaia. Ma l’ha creduto già molte volte. Ha creduto tante volte che il cristianesimo stesse morendo, per le persecuzioni esterne, per l’avvento dell’islamismo, per il sorgere delle scienze fisiche, per il dilagare di grandi movimenti rivoluzionari anticristiani. Ma ogni volta è rimasto deluso. Il primo disinganno venne con la crocifissione. L’Uomo risorse. In un certo senso – e mi rendo conto di come ciò debba sembrare terribilmente iniquo a molti – così è sempre stato da allora in poi. Loro continuano a uccidere la cosa a cui Lui ha dato inizio: e ogni volta, quando spianano la terra sulla tomba, sentono improvvisamente che questa cosa è ancora viva, ed è perfino sbocciata in nuovi luoghi...