Piacere (da Epicuro)
Quando dunque diciamo che il bene e' il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero, o lo avversano, o lo interpretano male, ma quanto aiuta il corpo a non soffrire e l'animo a essere sereno.
Perche' non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto puo' offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza.
Di tutto questo, principio e bene supremo e' l'intelligenza delle cose, percio' tale genere di intelligenza e' anche piu' apprezzabile della stessa filosofia, e' madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si da' vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, ne' vita intelligente, bella e giusta priva di felicita', perche' le virtu' sono connaturate alla felicita' e da questa inseparabili.
(da Epicuro, Lettera a Meneceo, 131-132)
Perche' non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto puo' offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza.
Di tutto questo, principio e bene supremo e' l'intelligenza delle cose, percio' tale genere di intelligenza e' anche piu' apprezzabile della stessa filosofia, e' madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si da' vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, ne' vita intelligente, bella e giusta priva di felicita', perche' le virtu' sono connaturate alla felicita' e da questa inseparabili.
(da Epicuro, Lettera a Meneceo, 131-132)