Le alture ed il proprio giardino (da J.R.R.Tolkien)
(da J.R.R.Tolkie, Il signore degli anelli, Rusconi, 1977, pp. 1044-1045)
Pipino rimase con il suo amico. ”Hai mai conosciuto nessuno come lui”, disse, “o come Gandalf? Credo che debbano essere imparentati. Mio caro asino, il tuo fagotto è accanto al tuo letto, e lo portavi sulle spalle quando t’incontrai. Lui naturalmente l’aveva subito visto! E in ogni modo ho anch’io della roba mia. Coraggio! E’ Foglia di Pianilungone. Riempi la pipa mentre vado in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. E poi stiamocene tranquilli per un po’. Povero me! Noi Tuc e Brandibuck non ce la facciamo a vivere a lungo sulle alture”.
“No”, disse Merry, “io non ci riesco. O comunque non ancora. Ma perlomeno, Pipino, ora possiamo vederle e onorarle. Suppongo che sia meglio cominciare con l’amare cio’ che si e’ fatti per amare: devi mettere radici in qualche posto, e la terra della Contea e’ profonda e abbondante. Eppure vi sono cose più profonde e piu’ alte, e senza di esse nessun vecchio contadino potrebbe coltivare il suo giardino in quella che chiama pace, anche se ne ignora l’esistenza. Io sono contento di conoscerle, almeno un poco. Non so cosa mi succeda, perchè io debba parlare in questo modo. Dov’è quella foglia? E tira fuori la pipa dal mio fagotto, se non si e’ rotta”.
Pipino rimase con il suo amico. ”Hai mai conosciuto nessuno come lui”, disse, “o come Gandalf? Credo che debbano essere imparentati. Mio caro asino, il tuo fagotto è accanto al tuo letto, e lo portavi sulle spalle quando t’incontrai. Lui naturalmente l’aveva subito visto! E in ogni modo ho anch’io della roba mia. Coraggio! E’ Foglia di Pianilungone. Riempi la pipa mentre vado in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. E poi stiamocene tranquilli per un po’. Povero me! Noi Tuc e Brandibuck non ce la facciamo a vivere a lungo sulle alture”.
“No”, disse Merry, “io non ci riesco. O comunque non ancora. Ma perlomeno, Pipino, ora possiamo vederle e onorarle. Suppongo che sia meglio cominciare con l’amare cio’ che si e’ fatti per amare: devi mettere radici in qualche posto, e la terra della Contea e’ profonda e abbondante. Eppure vi sono cose più profonde e piu’ alte, e senza di esse nessun vecchio contadino potrebbe coltivare il suo giardino in quella che chiama pace, anche se ne ignora l’esistenza. Io sono contento di conoscerle, almeno un poco. Non so cosa mi succeda, perchè io debba parlare in questo modo. Dov’è quella foglia? E tira fuori la pipa dal mio fagotto, se non si e’ rotta”.