Il Vangelo non s’incontra allo stato puro... note per l'annuncio (da Franco Giulio Brambilla)
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da mons. Franco Giulio Brambilla, relazione L'impegno della comunità ecclesiale per la responsabilità dei cristiani di annunciare Gesù Cristo, Basilica di San Giovanni in Laterano 18/6/2013
Una diffusa interpretazione dell’evangelizzazione nei termini di formazione spirituale, catechetica, liturgica e anche caritativa è attraversata da una sorta di sindrome “fondamentalista”. Si fa valere la parola, l’evangelo, la spiritualità, lo stesso gesto della carità a monte della loro capacità di interpretare le forme pratiche della vita e le mediazioni culturali nelle quali inevitabilmente s’inseriscono. Forse perché il processo interpretativo dell’esistenza è più complesso, si cerca una scorciatoia in una sorta di offerta della “nuda” parola e dell’evangelo “puro”, in una spiritualità che non riesce ad assumere e a discernere scelte di vita con cui disporre di sé nel tempo presente. Per questo dobbiamo focalizzarci sulla questione educativa: per prendere coscienza che noi trasmettiamo sempre vangelo (e valori) dentro forme pratiche di vita, ma consegnando questi dovremo continuamente non annunciare noi stessi o i nostri modi di vivere, ma proprio il vangelo di Gesù. Il Vangelo non s’incontra allo stato puro, ma dentro un volto e una storia, a condizione che questi volti e queste storie di vita dicano Lui e non noi stessi.