Sopprimete il soprannaturale, non resta che quello che non è naturale (da G.K. Chesterton)
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da G.K. Chesterton, Il soprannaturale è naturale. Scritti per l’Italia, Marietti, Genova-Milano, 2012, p. 50
Sopprimete il soprannaturale, non resta che quello che non è naturale.
da G.K. Chesterton, Il soprannaturale è naturale. Scritti per l’Italia, Marietti, Genova-Milano, 2012, p. 110
Inutile pretendere che la mia spiegazione non sia provocante, non sia polemica. Credo che questa condizione nervosa non naturale è dovuta al fatto che i nostri padri e i nostri nonni si rifiutarono di riconoscere un fatto: il fatto che il soprannaturale è naturale, nel senso di normale. Tentarono di conservare la moralità e perdere la religione, tentarono di pretendere che non faceva differenza l’abbandonare ogni idea di un fine nelle cose; e il risultato è stato che i loro discendenti vivono in un modo persino più doloroso di essi. Un uomo che ha la moralità e non ha una religione, è come un uomo che si regge su una gamba sola. Atteggiamento possibile: ma dopo un secolo, o circa, comincia a dare ai nervi. «I padri hanno mangiato acerba l’uva, e ai figli restano allegati i denti».