Il “mistero” svelato: nell’Incarnazione la Parola concepita viene anche proferita (da Tommaso d’Aquino)
da Tommaso d’Aquino, Commento al Simbolo degli Apostoli, ESD, Bologna, 2012, pp. 46-47
1 - Sappiamo già che niente è così simile al Figlio di Dio quanto la parola concepita nel nostro intelletto e non ancora proferita, e che nessuno, all'infuori di chi l'ha concepita, la conosce fin che resta nella mente dell'uomo. Verrà svelata quando viene proferita. Analogamente il Verbo di Dio, fin che era nella mente del Padre, non era conosciuto che dal Padre; ma una volta rivestito della carne - come la parola della voce - si è per la prima volta manifestato ed è stato conosciuto, come dice il profeta Baruc: Per questo [la Sapienza] è apparsa sulla terra e ha vissuto tra gli uomini (Bar 3,38).
2 - Quantunque la parola pronunciata noi la conosciamo mediante l'udito, non possiamo però vederla né toccarla fino a quando non viene scritta sulla carta. Analogamente anche il Verbo di Dio si è reso visibile e tangibile quando fu in qualche modo scritto in una vera carne. E similmente, come la carta su cui è stata scritta la parola del re viene detta parola del re, così l'uomo cui si è unito il Verbo di Dio viene detto Figlio di Dio. Fu a questo proposito che Dio ingiunse: Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari (Is 8,1) ed è per questo che i santi apostoli dissero del Figlio di Dio: Fu concepito di Spirito Santo e nacque da Maria Vergine.