Ho poca speranza che Gollum riesca a essere curato e a guarire prima di morire. Ma c’è una possibilità (da J.R.R. Tolkien)
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da J.R.R. Tolkien, Il Signore degli anelli, Bompiani, Milano, 2004, pp. 99-100
“Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca a essere curato e a guarire prima di morire. Ma c’è una possibilità. Egli è legato al destino dell’Anello. Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l’aspetta un’ultima parte da recitare, malvagia o benigna che sia; e quando l’ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo. Comunque, noi non l’abbiamo ucciso: è molto vecchio e misero. Gli Elfi Silvani lo tengono in prigione, ma lo trattano con tutta la dolcezza del loro cuore saggio e buono”.
“Ma anche se Bilbo ha fatto bene a non uccidere Gollum, è stato un grande errore tenersi l’Anello; se almeno l’avesse lasciato lì!”, disse Frodo. “Non so che cosa darei per tornare indietro, far sì che non l’avesse mai trovato, e che non fosse poi venuto in mio possesso! Perché mi hai permesso di tenerlo? Perché non mi hai costretto a gettarlo via o a distruggerlo?”.
“Permettermi? Costringerti?”, disse lo stregone. “Ma non hai ascoltato le mie parole? Non pensi a ciò che stai dicendo. Quanto poi a gettarlo via, sarebbe stato un evidente errore. Questi sono Anelli che si fanno ritrovare. In cattive mani avrebbe potuto causare grandi danni. Peggio di tutto, sarebbe potuto cadere nelle mani del Nemico. Anzi, sono sicuro che sarebbe successo proprio così; questo infatti è l’Unico, e tutta la potenza del Nemico è concentrata su di esso, per riuscire a trovarlo oppure a trarlo da sé.
“Devo riconoscere, caro Frodo, che la tua era una posizione pericolosa; e ciò mi ha tenuto inquieto e preoccupato per lunghi anni. Ma la posta in gioco era tale che dovevamo correre qualche rischio, benché anche durante quei nove anni che passai lontano dalla Contea, tu e la tua terra siate stati ininterrottamente custoditi e protetti da uno sguardo vigile. Pensavo che, se tu non l’adoperavi, l’Anello non poteva avere su di te un effetto duraturo o permanente; certo nessun effetto profondamente maligno e nemmeno, in ogni caso, irrimediabile. Tra l’altro, devi tener presente che nove anni fa, quando ti vidi per l’ultima volta, non ero propriamente sicuro delle mie ipotesi”.