Simboli degli Evangelisti

 

Dalle Omelie su Ezechiele di Gregorio Magno

Omelia IV

 

 


Gli esseri viventi alati vengono definiti con esattezza per mezzo dello Spirito Santo della profezia, affinché l’esattezza medesima della definizione ci riveli per mezzo di essi le persone degli Evangelisti, e la parola di Dio non lasci alcun dubbio alla nostra interpretazione. Ecco infatti che cosa si dice: I loro volti assomigliavano a una faccia d’uomo; tutti e quattro avevano, a destra una faccia di leone, a sinistra una faccia di toro, e tutti e quattro avevano una faccia d’aquila. Che questi quattro esseri viventi alati simboleggino i santi quattro Evangelisti, lo attestano le introduzioni stesse dei singoli libri del Vangelo. Matteo giustamente viene simboleggiato da una figura d’uomo perché si rifà all’origine umana di Gesù; Marco dal leone a motivo del grido nel deserto; Luca dal vitello perché prende le mosse da un sacrificio; Giovanni è simboleggiato dall’aquila perché egli esordisce con la divinità del Verbo. Egli dicendo: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio, mentre fissa lo sguardo nella sostanza stessa della divinità, quasi come l’aquila fissa gli occhi nel sole. Ma poiché tutti gli eletti sono membra del nostro Redentore, e il nostro Redentore è il capo di tutti gli eletti, per il fatto che sono adombrate le sue membra, niente impedisce che anch’egli sia raffigurato in esse. Egli infatti, il Figlio unigenito di Dio, si è fatto veramente uomo, egli si è degnato morire come vitello nel sacrificio della nostra redenzione, egli è risuscitato come leone in virtù della sua forza. Al leone non è consentito di dormire con gli occhi aperti, perché nella morte stessa in cui come uomo il nostro Redentore poté addormentarsi, come Dio, rimanendo immortale, rimase sveglio. Egli, ascendendo al cielo dopo la sua risurrezione, fu elevato in alto come aquila. Egli dunque è per noi tutto questo insieme: uomo per la sua nascita, vitello per la sua morte, leone nella sua risurrezione, aquila nella sua ascensione al cielo. Ma siccome, come abbiam già detto sopra, i quattro esseri viventi simboleggiano i quattro Evangelisti e questi, con le loro figure tutti gli uomini perfetti, ci rimane da far vedere come ciascun eletto venga adombrato nella visione degli esseri viventi.

Ciascun eletto ed ogni uomo maturo nella via di Dio, è insieme uomo, vitello, leone e aquila. L’uomo è un animale ragionevole. Il vitello di solito viene immolato nel sacrificio. Il leone è un animale forte, come sta scritto: Il leone, il più forte degli animali, non teme l’incontro di nessuno. L’aquila vola in alto e fissa, senza batter ciglio, i raggi del sole. Così chi è maturo nella ragione, è un uomo. E se mortifica se stesso da ogni piacere mondano, è un vitello; e poiché, per questa sua mortificazione spontanea, possiede la forza della sicurezza, per cui sta scritto: Il giusto è sicuro come il leone che non ha paura di nulla, egli è un leone; siccome, poi, contempla in modo sublime le realtà celesti ed eterne, è un’aquila. Perciò, se ogni giusto diventa uomo in virtù della ragione, vitello in virtù del sacrificio della sua mortificazione, leone per la forza della sicurezza, aquila per la contemplazione, giustamente questi esseri viventi possono essere il simbolo di ogni uomo perfetto. Ecco perché ci proponiamo di dimostrare che quanto è stato detto dei quattro esseri viventi, può essere applicato ai singoli uomini perfetti.


 

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