Piacere
dalla Lettera a Meneceo di Epicuro (solo gli stoici lo chiameranno, a torto, Porcus)
Proprio perché il piacere è il nostro bene più importante e innato noi non cerchiamo qualsiasi piacere; vi sono casi in cui noi rinunciamo a molti piaceri se ce ne deriva un affanno. Inoltre consideriamo i dolori preferibili ai piaceri, quando da sofferenze a lungo sopportate ci deriva un piacere più elevato…Quando diciamo che il piacere è il nostro fine ultimo, noi non intendiamo con ciò i piaceri sfrenati e nemmeno quelli che hanno a che fare con il godimento materiale, come dicono coloro che ignorano la nostra dottrina… La saggezza è principio di tutte le altre virtù e ci insegna che non si può essere felici senza essere saggi, onesti e giusti. Le virtù in realtà sono un'unica cosa con la vita felice e questa è inseparabile da esse.