Natale

di M. Guidacci


Nato di povertà e d'abbondanza,
amore, tu fanciullo scalzo
e ignudo, che ci vuoi spogli
come te, ci distacchi
da ogni nostro possesso ed orgoglio,

ci rendi trasparenti e sottili
come le limpide acque in cui ci lavi
o il fuoco in cui ci raffini
e solo allora sveli le tue ricchezze abbaglianti,
ci vesti di sapienza e di gioia,
ci ricolmi di beni inestimabili:

perché il superbo e l'avaro
inciampano a ogni passo nei propri limiti,
ma un cuore umile e puro
non sarà turbato dall'infinito.


 

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