Il
tempo libero è libero?
Da Libertà e responsabilità nel vivere sociale.
Temi
di teologia morale di p.Sergio Bastianel S.J.
Tendenzialmente lo spazio di tempo cosiddetto libero si è indotti a viverlo
in un certo modo, funzionale sempre a una società organizzata così che tutto,
anche la intimità, sia possibilmente programmato, finalizzato a scopi altri
rispetto alla vita della famiglia (e a scopi altri cioè diversi anche rispetto
al senso del vivere umano). Non è certo la preoccupazione per la umanità e la
moralità delle persone quello che fa scegliere gli obiettivi di questi occulti
programmatori; ma questi occulti programmatori non sono dei demoni, sono delle
realtà personali individuabili, anche se è difficile dire “è quello” o “è quell’altro”,
perché spesso non è né questo né quell’altro, bensì molti e soprattutto la confluenza
di molteplici interessi. Ma questa capacità di programmazione è legata alla
sottomissione, alla pratica accettazione di una logica, al consentire di molti:
perché l’efficacia di quella programmazione è efficacia di risultati concreti
che si ottengono proprio con i sì pronunciati dai singoli. Allora, per quanto
possa essere difficile superare questi problemi, è però da notare che, se lo
spazio della libertà personale non è molto grande, esso diventa ancora più piccolo
se lo lasciamo fuggire; e il luogo che chiamiamo famiglia è un luogo di socialità
in cui, nonostante le difficoltà, è più facile superare queste forze, perché
non si è singolarmente esposti ad esse.