Famiglia e Chiesa
Da Libertà e responsabilità nel vivere sociale.
Temi
di teologia morale di p. Sergio Bastianel S. J.
La vita dei credenti nell'ambito familiare è a pieno titolo vita di Chiesa, cioè di comunità credente (non nel senso di essere autosufficiente come Chiesa, ma nel senso che è "vita di Chiesa"). Ciò significa che l'appartenenza alla Chiesa non riguarda solo i singoli credenti come individui, la cui somma costituisce poi la famiglia; ben di più, quel gruppo è come tale una comunità credente, la vita di ciascuno ha la possibilità e il compito di esprimere nei rapporti reciproci la realtà Chiesa.
Anche
la Chiesa può essere intesa e vissuta come una realtà sociale da rendere efficiente
nella sua struttura, nelle cose che fa. In ciò è presente un aspetto evidentemente
positivo: occorre cercare i modi di presenza efficace, occorre crearsi delle
strutture. Ma anche qui c’è un pericolo, perché potrebbe riproporsi facilmente
(i modelli sono intercomunicabili) lo stile di rapporto che c’è tra organizzazione
civile e famiglia, così che in fondo l’organizzazione Chiesa viva l’organizzazione
famiglia come tendenzialmente funzionale a se stessa. Ora, proprio per il senso
che ha la vita della Chiesa, occorre superare questa tentazione, perché il ruolo
nella Chiesa dei singoli e della famiglia stessa non è un ruolo funzionale,
simile ai ruoli interni di una organizzazione aziendale. E’ strano che talvolta
la confusione tra fini e mezzi diventi così insinuante, così capace di permeare
la sensibilità, che neppure ci si accorge quando si sta strumentalizzando lo
scopo a non si sa che cosa.