E’ l’amore un ‘arte?
da L’arte
d’amare
di E.Fromm
E’
l’amore un arte? Allora richiede sforzo e saggezza. Oppure l’amore
è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è questione
di fortuna? Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor
di dubbio che oggi si crede alla seconda.
La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a
vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta
canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare,
in materia d’amore. Questo atteggiamento si basa su parecchie premesse:
la maggior parte della gente ritiene che amore significhi “essere amati”,
anziché amare; di conseguenza, per loro il problema è come farsi
amare, come rendersi amabili, e per raggiungere questo scopo seguono parecchie
strade. Una, preferita soprattutto dagli uomini, consiste nell’avere successo,
nell’essere ricchi e potenti quanto lo possa permettere il livello della
loro posizione sociale. Un’altra, seguita particolarmente dalle donne,
è di rendersi attraenti, coltivando la bellezza, il modo di vestire,
ecc. Una terza via, seguita da uomini e donne, è di acquisire modi affabili,
di tenere conversazioni interessanti, di essere utili, modesti, inoffensivi.
Molti dei modi per rendersi amabili sono gli stessi impiegati per raggiungere
il successo, per “conquistare gli amici” e la gente importante.
Come dato di fatto, quel che la gente intende per “essere amabili”,
è essenzialmente un insieme di qualità.
Una seconda premessa per sostenere la teoria che nulla v’è da imparare
in materia d’amore, è la supposizione che il problema dell’amore
sia il problema di un oggetto e non il problema di una facoltà. La gente
ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o
dal quale essere amati, sia difficile. Un atteggiamento questo determinato da
molte ragioni, legate allo sviluppo della società moderna. Una di queste
è il grande cambiamento avvenuto nel ventesimo secolo riguardo la scelta
dell’oggetto del proprio amore. Nell’epoca vittoriana, come in molte
epoche tradizionaliste, l’amore non era un’esperienza personale
che potesse condurre al matrimonio. Al contrario, il matrimonio veniva contratto
per convenienza, o dalle rispettive famiglie, o da intermediari; veniva concluso
sulla base di considerazioni sociali, ed era opinione comune che il sentimento
sarebbe nato in seguito. Nelle ultime generazioni, il concetto dell’amore
romantico si è diffuso nel mondo occidentale. Negli Stati Uniti, sebbene
considerazioni di natura convenzionale non siano del tutto assenti, la maggior
parte della gente è alla ricerca dell’ “amore romantico”,
della esperienza personale d’amore che dovrebbe condurre al matrimonio.
Questo nuovo concetto di libertà in amore deve avere largamente contribuito
ad aumentare l’importanza dell’oggetto contro l’importanza
della funzione. Strettamente legata a questo fattore è un’altra
caratteristica della civiltà contemporanea, basata sul desiderio di comperare,
sull’idea di uno scambio proficuo. La felicità dell’uomo
moderno consiste nell’emozione di guardare vetrine di negozi, di acquistare
tutto ciò che può permettersi, sia a contanti che a rate. Egli
(o ella) guarda la gente nello stesso modo. Per un uomo, una ragazza attraente,
e per una donna, un uomo attraente, sono gli oggetti della loro ricerca. “Attrattiva”
generalmente significa un simpatico complesso di qualità desiderabili.
Ma ciò che in particolare rende attraente una persona, tanto fisicamente
che mentalmente, dipende dalla moda del tempo. Durante gli “anni venti”,
una ragazza che bevesse e fumasse, cinica e dotata di sex appeal, era considerata
attraente; oggi la moda richiede maggior semplicità e modestia. Alla
fine del diciannovesimo secolo, e all’inizio del ventesimo, un uomo doveva
essere aggressivo e ambizioso; oggi deve essere sociale e tollerante. A ogni
modo, il senso della parola “innamorarsi” si sviluppa solo tenendo
conto di queste qualità pratiche in quanto siano alla portata della propria
capacità di scambio. Io sono alla ricerca di un oggetto; l’oggetto
potrebbe essere desiderabile dal punto di vista del suo valore sociale, e nello
stesso tempo potrebbe volere me, considerando le mie caratteristiche interiori
ed esteriori. A questo modo due persone si innamorano, certe di aver trovato
sul mercato l’oggetto migliore e più conveniente, considerando
i limiti dei loro valori di scambio. Spesso, come nella compravendita, le possibilità
nascoste che possono essere sviluppate giocano un ruolo considerevole in questo
contratto. In una civiltà in cui prevalgono gli orientamenti commerciali
e in cui il successo materiale è il valore predominante, c’è
poco da sorprendersi se i rapporti d’amore seguono lo stesso modello di
“scambio” che regola la vita pratica.
Il terzo errore che porta alla convinzione che non vi sia nulla da imparare
in materia d’amore, è la confusione tra l’esperienza iniziale
d’innamorarsi e lo stato permanente di essere innamorati. Se due persone
che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva,
e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni
più eccitanti della vita. E’ ancora più meravigliosa e miracolosa
per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa
intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia,
con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo d’amore è
per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano
bene affiatati, la loro intimità perde sempre più il suo carattere
miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione
uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio,
essi non sanno questo; scambiano l’intensità dell’infatuazione,
il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro
sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro
solitudine. Questo atteggiamento – che niente è più facile
che amare – ha continuato a essere il concetto prevalente sull’amore,
a onta dell’enorme evidenza del contrario. Non vi è impresa o attività
che sia iniziata con simili speranze e illusioni, e che tuttavia cada così
regolarmente, come l’amore. Se ciò avvenisse per qualsiasi altra
attività si sarebbe impazienti di conoscere le ragioni del fallimento,
o d’imparare a comportarsi meglio, oppure si abbandonerebbe quell’attività.
Ma l’ultima ipotesi è improbabile, in materia d’amore; soltanto
un mezzo sembra esista per evitare il fallimento del proprio amore: esaminare
le ragioni e studiare il significato della parola “amore”. Il primo
passo è di convincersi che l’amore è un’arte così
come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo
procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte,
come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria...