Amore (sintesi e analisi)
da
Il figlio
di
Giuseppe Angelini
L’amore
è un sentimento troppo vago. Già il fatto che esso sia un sentimento, d’altra
parte, lo rende poco idoneo a divenire oggetto di un comandamento. “Ai sentimenti
non si comanda”, dice un principio generalmente accettato nel nostro tempo.
In realtà, l’amore non è semplicemente un sentimento; non lo è quanto meno nel
lessico cristiano; esattamente l’amore è infatti l’oggetto dell’unico comandamento
della “legge”, così come essa viene interpretata da Gesù, e poi da tutta la
predicazione apostolica: “ Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello
di un amore vicendevole: perché chi ama il suo simile ha compiuto la legge”
(Rm 13, 6); e ancora: “Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto:
amerai il prossimo tuo come te stesso” (Gal 5, 14). L’amore dunque può essere
comandato; e tuttavia si tratta di un comandamento che, proprio per il fatto
di comprendere tutti gli altri, appare da sé solo come indistinto e vago. Non
si deve pronunciare troppo in fretta questa parola fatidica, amore. Essa è per
sua natura una parola sintetica; e deve essere preceduta dalla considerazione
di parole più analitiche. Se la si pronuncia troppo in fretta, va a finire che
essa non sintetizza nulla e si riduce quindi a parola enfatica e vuota.