Alcuni brani dal volume di p.Špidlík, ' Melania la benefattrice
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“Ho la consapevolezza di non aver fatto bene tutto da sola, anzi per nulla. E quando sentivo che il nemico, approfittando dei miei digiuni, mi suggeriva pensieri di orgoglio gli rispondevo. E davvero una gran cosa digiunare per una settimana, quando vi sono altri che passano quaranta giorni senza mai mangiare, senza toccare affatto l'olio, e quando vi sono quelli che rinunciano anche alla semplice acqua?. E quando il nemico mi suggeriva di essere orgogliosa a causa della mia povertà, io, avendo fiducia nella forza di Dio, replicavo alla sua ignobile malizia: Quanti prigionieri sono stati privati, da parte dei barbari, di tutto, persino della loro libertà? Quanti sono quelli che, caduti in disgrazia presso il loro re, hanno perso i propri beni e perfino la vita? E quanti altri sono divenuti poveri per colpa dei loro genitori? Altri hanno patito l'assalto dei briganti, dei ladri, e in un momento da ricchi che erano sono divenuti miseri.. E noi? Non abbiamo fatto una gran cosa se abbiamo disprezzato i beni di questa terra a causa dei beni indistruttibili che non avranno mai fine? E, quando vedevo che il maligno ritornava di nuovo all'attacco per suggerirmi pensieri di vanagloria a causa dei miei vestiti, rimproverandomi di non portare stoffe di seta o di lino, mentre mi vestivo di cilicio umiliandomi senza pietà, mi immaginavo quelli che sulle piazze pubbliche giacciono nudi, nudi su semplici stuoie, gelati dal freddo. In questo modo Dio allontanava da me il diavolo. Ma più spesso ero tormentata non tanto dal nemico, i cui intrighi sono visibili, quanto da quegli uomini che si davano aria di santità. Essi avevano visto che mi applicavo a mettere in pratica quella parola del Signore indirizzata al giovane ricco: Se vuoi essere perfetto, vendi i tuoi beni e dalli ai poveri, poi prendi la tua croce e seguimi. Allora insinuavano: Certo, non è male farsi povero e mortificarsi per il Signore, ma va fatto con misura. Ma io, in quelle occasioni, pensavo piuttosto a quelli che combattono in questo mondo per i loro capi mortali, alle loro costanti aspirazioni per la carriera, ai numerosi pericoli cui si espongono. Se essi, quindi lavorano tanto per un fiore di prato (tale è la gloria di questo mondo), quanto più sforzo devo fare io per acquistare una maggior dignità nei cieli”. Le anime contemplative leggevano molto. Erano convinte che la Bibbia non è solo un manuale di condotta pratica, ma, in primo luogo, la rivelazione dei misteri di Dio. E'come una selva ricca di simboli: per scoprire il loro senso spirituale bisogna leggere e rileggere tutti i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento. Melania seguiva questa tendenza. Leggeva l'intera Bibbia tre o quattro volte l'anno. Inoltre, sapendo scrivere, copiava tutto ciò che le sembrava utile, ma siccome queste sue note aumentavano, pian piano le distribuiva alle persone spirituali. Non era facile in quel tempo, avere i testi sacri; costituivano una ricchezza. Riceverli in regalo era, quindi, una fortuna. In che lingua si leggeva? In Africa certamente in latino, dato che non si conosceva il greco. Lo conosceva il vescovo Alipio? Le nozioni di Agostino in questo campo erano, probabilmente, scarse. Ma di Melania si dice che quando leggeva in greco, non sembrava appartenere al mondo latino. Si vede che nella sua casa aveva avuto un buon insegnante, come accadeva di solito nelle famiglie romane facoltose. “Neanche gli affari del mondo possono esistere senza l'obbedienza. Anche coloro che nel mondo comandano sono sottomessi ed obbediscono gli uni agli altri. E se dobbiamo parlare persino di colui che porta il diadema, nella maggioranza dei casi, soprattutto quelli più importanti, egli non prende una decisione da solo, non impartisce alcun ordine senza chiedere prima il parere al senato. E se in tutte le case del mondo si toglie l'obbedienza, si distrugge tutto l'ordine. Dobbiamo, quindi, anche noi prestare obbedienza gli uni agli altri”. “L'obbedienza consiste in questo : fare ciò che non vuoi per soddisfare colui che comanda; fare violenza a te stesso per far piacere a colui che dice: Il regno dei cieli soffre la violenza ed i violenti s'impossessano di esso”. “Ecco ciò che voglio dire : noi digiuniamo, il diavolo non mangia assolutamente nulla; noi vigiliamo, egli non dorme mai. Fuggiamo, quindi, la superbia. A causa di essa egli è caduto dai cieli e con essa vuole attrarci a sé. Fuggiamo anche la vanagloria di questo mondo, che è come un fiore d'erba che svanisce”. L'altra tentazione era quella consequenziale alla vita comunitaria. Le sue sorelle le erano senza dubbio affezionate, ma ciononostante si arrivava spesso a qualche attrito, e se poi la sorella chiedeva perdono, riceveva questa risposta: “Il Signore sa che io, indegna, non mi ritengo migliore neppure di una donna di strada. Ma con tutto ciò ho fiducia. Il nemico non potrà accusarmi, nel giorno del giudizio, di essere andata a dormire nutrendo rancore nei confronti di qualsiasi uomo”. [Melania la Santa] |