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La celebrazione del venticinquesimo della creazione della parrocchia di S.Melania ha avuto come momento culminante la reposizione delle reliquie della Santa, nell'altare parrocchiale. E' stato il card. Tomáš Špidlík, nell'eucarestia del 16 novembre 2003 a compierla, dopo il canto delle litanie dei santi.
Il suo gesto prosegue la tradizione antichissima della Chiesa di seppellire i martiri ed i santi dove poi sorgeranno le chiese. Il Medioevo ha voluto che le sue Chiese poggiassero su di una cripta per la custodia delle reliquie dei credenti delle generazioni precedenti. Perché la fede non è senza radici, ma poggia su Cristo e sulla testimonianza ed il dono di vita di chi ci ha preceduto. Seppellire il corpo dei santi in un altare è segno della fecondità delle loro vite. La loro morte non è la fine, ma germe di vita nuova. Tragedia del nostro tempo è proprio la dimenticanza della vita della Chiesa del cielo, del Cristo e dei suoi Santi, presenza viva che accompagna il pellegrinaggio della Chiesa terrena. Senza questa memoria l'uomo riduce alla dimensione orizzontale ogni prospettiva e resta solo con i suoi fallimenti ed i piccoli successi, senza più attesa e speranza.
Insieme alle reliquie di S.Melania, sono state deposte nell'altare parrocchiale anche quelle di S.Clemente e di S.Vincenzo Pallotti. Clemente, terzo successore di Pietro, dopo Lino ed Anacleto, visse sotto gli imperatori Domiziano, Nerva e Traiano. Scrisse la lettera ai Corinzi per invitare quella comunità cristiana, già turbolenta ai tempi di S.Paolo, a ritrovare l'unità. Morì, martire, in Crimea. Le sue reliquie furono riportate a Roma dai SS.Cirillo e Metodio. San Vincenzo Pallotti, nato a Roma nel 1795, fu ordinato sacerdote nel 1818. Fu un tenace assertore dell'idea, per quell'epoca nuova, che ogni cristiano, e non solo i religiosi, abbia ricevuto da Gesù una missione da svolgere nella chiesa e per il mondo. Per mettere in pratica questa sua idea, egli fondo' nel 1835 l'Unione dell'Apostolato Cattolico. Visse il travagliato periodo della Repubblica Romana, quando il papa dovette fuggire esule a Gaeta.
Le reliquie di questi tre santi si vanno ad aggiungere a quelle di S.Francesco d'Assisi, S.Maddalena di Canossa e S.Giovanni Bosco che sono presenti nell'altare fin dal giorno della sua consacrazione. La reposizione delle tre reliquie di santi romani vuole anche significare la consapevolezza della appartenenza alla Chiesa di Roma, mater et caput omnium ecclesiarum - come recita l'antica iscrizione della Basilica Lateranense - nella sua vocazione di servizio alla unità della fede, della speranza e della carità di tutti i credenti in Cristo.
Questo il testo della pergamena che è stata sigillata nel reliquiario dell'altare, insieme ai resti dei santi:
Nell'anno del Signore duemilatre, venticinquesimo di Pontificato di Sua Santità
Giovanni Paolo II, [Melania la Santa] - [La parrocchia] |