Timna: le antiche miniere di rame
Ai piedi delle falesie di Timna a nord-ovest si stende una zona di grès bianchi dove si trovano le antiche miniere di rame.
La superficie totale di queste miniere è di ben 3 kmq.
L’inizio dell’attività estrattiva di rame a Timna, risale al IV millennio a.C. (circa 6000 anni fa).
Questo luogo racchiude la miniera più antica scoperta e studiata fino ad oggi; essa appartiene all’epoca nella quale l’uomo apprese, per la prima volta, la tecnica della trasformazione della roccia verde in rame.
È qui che inizia una rivoluzione tecnologica, importante nella storia dell’umanità, che si è sviluppata e perfezionata nel corso dei secoli.
Venivano scavati pozzi profondi circa 20 m con nicchie per la presa delle mani e dei piedi; la galleria più profonda è di 37 mt. Soltanto i romani sapranno utilizzare una simile tecnica estrattiva. Da questi pozzi si staccavano gallerie della dimensione di circa 1mq (circa 70 cm x 1mt). È facile immaginare le infernali condizioni di lavoro (provare a leggere Gb 28!).
Nel 14° - 12° secolo a.C., gli Egiziani fondarono a Timna un’enorme impresa estrattiva e di fusione del rame alla quale parteciparono i Kenito-Madianiti, abitanti dell’Arabia settentrionale.
In questa epoca furono perfezionati
i metodi estrattivi e le forme di incisione,
legate all’introduzione di scalpelli metallici
(età del bronzo e, poi, del ferro).
Dopo una lunga interruzione l’estrazione fu ripresa in epoca romana (1° e 2° secolo della nostra era).
Dopo la conquista dell’Arava, da parte degli Arabi, a Timna continuò l’attività estrattiva.
Il caso ha voluto che qui si potesse continuare un ininterrotto processo di sviluppo tecnologico nell’estrazione del rame, fino ai nostri giorni nella fonderia moderna.