Il monte Tabor
Il monte è alto 588 m; la sommità misura 1200x400 m circa; l’acqua è completamente assente.
Sono state trovate tracce dell’uomo di Neanderthal dall’80.000 al 15.000 a.C. Il luogo era usato come cava e per la fabbricazione di utensili. Sotto il pavimento dell’attuale basilica si trovano tracce di un luogo di culto cananaico (Ti-bi-ra, il dio sumerico dei fabbri).
Nell’AT è menzionata per la prima volta in Gdc 4-5, la battaglia di Debora e Barak contro Sisara, re di Hazor (1125 a.C.). I carri cananei furono arrestati dal fango proprio sotto le pendici del Tabor dal quale furono caricati dalle truppe israelite. Il profeta Osea (Os 5,1) menziona la presenza di culti idolatri sulla vetta del Tabor. Ger 46,18 descrive la venuta di Nabucodonosor paragonandolo alla maestà del Tabor e del Carmelo. Il Sal 88,13 associa il Tabor all’Hermon (che "cantano il tuo nome"). Ancora oggi in un inno di Shabbat (Havdalah) si canta che la giustizia di Dio è come il Tabor. Nella tradizione giudaica è uno dei quattro monti santi (insieme all’Hermon, al Carmelo e al Sinai).
La tradizione, che lega il Tabor alla Trasfigurazione è di origine bizantina (Origene e Eusebio di Cesarea) e risale al III sec. d.C; la decisione è di Cirillo di Gerusalemme nel 348, ma il pellegrino di Bordeaux (333) pensava al Monte degli Ulivi quale luogo della Trasfigurazione..
La porta del Vento
Segna l'entrata alla piattaforma (1.200 m X 400 c.) che costituisce la vetta del Tabor. Dopo la sconfitta del regno latino a Hattin i cristiani dovettero evacuare il monte che i musulmani fortificarono costruendovi un poderoso muro di difesa; la Porta del Vento (Bab el-Hawa) era l'unica entrata alla fortezza. La strada attuale passa ancora per questa porta.