Le sorgenti del Giordano a Banyas
Il fiume Giordano nasce dal monte Hermon. Le sorgenti principali sono due: una presso il tell di Dan, dove era l'antica città ebraica; l'altra presso Banias dove sorgeva l'antica capitale di Filippo il figlio di Erode. Molte altre sorgenti secondarie vi confluiscono per una decina di km a sud di Dan, irrigando la fertile regione del lago di Hule, attualmente pressoché prosciugato. All'uscita da questo lago (o da quanto rimane di esso) fino al lago di Tiberiade, il Giordano, in soli 18 km, ha una caduta di ben 280 m. Percorre una vallata incassata fra sponde scoscese che praticamente non permettono alcun insediamento umano; è attraversato da un solo ponte, il Ponte dei Figli di Giacobbe, sulla strada più diretta fra Tiberiade e Damasco. Questo tratto di fiume è comunemente detto «Piccolo Giordano» e si getta direttamente nel lago di Tiberiade presso l'antica località di Betsaida lulias.
Uscito dal lago di Tiberiade entra nella Vallata del Giordano, dagli arabi detta Ghór (in cui la consonante gh è pronunciata quasi come la r parigina) e, su una lunghezza in linea d'aria di 104 km, il letto del fiume si distende per ben 320 km. Un dislivello di 185 m gli assicura una corrente sufficientemente rapida e, senza essere né troppo largo né troppo profondo, non è sempre facilmente guadabile.
La valle del Giordano è molto torrida (media estiva 31°-38°) anche se gli inverni miti garantiscono la fioritura delle palme. La dolcezza degli inverni e la presenza d’acqua ha attirato l’uomo nella valle del Giordano fin dal Paleolitico. È proprio a Gerico, verso il VII millennio, che nasce una delle prime civilizzazioni urbane al mondo. Da notare l’enorme differenza tra la sponda occidentale, più arida e spopolata, e quella orientale (Giordania), attraversata da corsi d’acqua provenienti dalle montagne, più coltivata e popolosa.
Le opere idrauliche, che lo stato israeliano va realizzando, lo stanno riducendo sempre più a ben poca cosa.
All'inizio di questa vallata s'incontra il grande kibbuz di Degania, dove gli israeliani hanno realizzato, attraverso grandiose opere di irrigazione, un vero giardino con una vegetazione rigogliosissima, favorita da un clima subtropicale.
Per il resto del suo percorso il Giordano scorre verso le steppe di Gerico su un terreno desertico e non coltivabile, a volte incassato fra alti faraglioni bianchi che raggiungono fino 20-50 m di altezza.
Le sponde sono torride e malsane d'estate, mentre d'inverno fra acquitrini melmosi crescono canne e tamerischi. Le zone coltivate lungo il fiume, sono tutte irrigate direttamente da sorgenti o da affluenti del Giordano stesso, per cui gli insediamenti umani sono in genere lontani dal fiume, presso i pendii delle montagne.
Qui il fiume, inutilizzabile per l’irrigazione e non navigabile, si presenta geograficamente come un naturale luogo di confine e così fu sempre sentito anche dagli scrittori biblici.