Plastico di Bet Shean
La città di Beit Shean, menzionata nella Bibbia e che nell’era ellenistica e romano-bizantina ebbe il nome di Scythopolis, si trova ad Oriente del monte Ghilboa, in località ove la valle di Esdrelon si riconnette alla valle del Giordano. La città stessa giace a centoventi metri sotto il livello del mare, ai piedi di Tell-Husn, un’altura, dove scavi archeologici hanno messo in luce ben diciotto strati di abitati, il più antico dei quali risale a 4000 anni a.C.
La conca ove giace Beit Shean, o Beisan nella nomenclatura araba, è nota fin da tempo antico per la sua lussureggiante vegetazione, dovuta alla fertilità del suolo, irrigato da vari corsi d’acqua, che affluiscono al Giordano. Ciò aveva già indotto i dottori del Talmud a esaltare la bellezza del sito col dire che “se il paradiso ha sede in Terra Santa, Beit Shean ne è la porta d’ingresso”. La citazione del Talmud è riportata dal padre Donato Baldi OFM nella sua Guida di Terra Santa.
A parte la fertilità del suolo l’importanza di Beit Shean nel passato era dovuta al fatto di trovarsi al crocevia d’importanti arterie stradali e, in particolare, di trovarsi sul percorso della “Via Maris”, la strada che dalla Mesopotamia conduceva all’Egitto. Da Beit Shean si dipartiva inoltre la strada che, costeggiando la valle del Giordano, portava a Gerico, e ne dipartivano pure le strade che portavano a Nablus e a Genin.
Incerta è l’origine del nome Beit Shean che, a quanto pare, significherebbe "dimora di Shean o Shan”, antica divinità cananea.
Gli scavi condotti dall’Università di Filadelfia negli anni 1921-1931 ne hanno rivelato abitati, risalenti all’era calcolitica e a quella del Bronzo Antico. Numerose sono poi nella zona le testimonianze della presenza egizia, presenza confermata da ritrovati archeologici, riferentisi all’epoca dei Faraoni Thutmosis III e Amenhotep III, nonché ai tempi di Seti I, Ramses II e Ramses III.