Il deserto di Giuda
Geologia del deserto
Procedendo dalla costa verso il Mar Morto la parte centrale del territorio di Israele (da Tel Aviv a Gerusalemme) si presenta suddivisa in 6 fasce successive, allungate prevalentemente secondo nord-nordest e nord-est: la pianura costiera, le colline pedemontane, l’alto di Giudea, il deserto di Giuda, la depressione del Mar Morto ed i Monti di Moab. Le colline pedemontane e l’alto di Giudea costituiscono l’ossatura montuosa di Israele; geologicamente rappresentano un «alto strutturale» sollevatosi a partire dal PLEISTOCENE iniziale (era Quaternaria).
I monti di Moab, in Giordania, sono in realtà un ondulato altopiano che delimita ad est la depressione del Mar Morto, posta al di sotto del livello del mare. Quest’ultima è un «graben» (fossa) orientato nord-sud, attivo dalla fine dell’era Terziaria e comprendente la Valle del Giordano, il Mar Morto ed il Wadi ‘Araba. In molte zone la depressione e l’area attigua sono interessate da «faglie» (fratture) sub-parallele al graben stesso. La zona montagnosa giudaica strapiomba verso il Mar Morto, precipitando su una distanza di poco più di 20 km da una quota di oltre 1000 metri a valori inferiori al livello del mare. In questa tormentata fascia intermedia è posto il deserto di Giuda.
L’alto di Giudea è geograficamente suddiviso nei Monti di Efraim, immediatamente a nord di Gerusalemme, e nella Samaria, ancora più a nord. A sud di Gerusalemme la zona è denominata Monti di Giuda.
Fertile a nord con piante da frutta, per la progressiva diminuzione della pioggia l’area diventa a sud più arida e adatta alla pastorizia. La piovosità diminuisce nettamente anche procedendo da ovest verso est.
I versanti sono più blandi sul lato occidentale, mentre si trasformano in una scarpata sul lato orientale, ben marcata soprattutto nei Monti di Giuda. Subito al di là inizia il deserto di Giuda.
La rete stradale segue il ciglio della scarpata, e su di esso sono poste diverse città come Gerusalemme, Betlemme, Hebron. Tali città vivono in realtà al margine del deserto e dai loro punti più alti la vista attraversa il vicino colore giallo del deserto ed arriva fino al blu del Mar Morto ed anche al rosso-violetto dei monti di Moab.
Proprio per tale configurazione geologica i numerosi torrenti che scendono per lo scosceso pendio non riescono a congiungersi; ciascuno si scava il proprio letto di torrente stagionale quasi in parallelo agli altri, formando vasti canyons e stretti precipizi che tagliano la scarpata e il sottostante deserto. Il deserto di Giuda è costituito in superficie da calcari farinosi, calcari farinosi marnosi e marne del SENONIANO (cretaceo terminale) e del PALEOCENE (inizio dell’era Terziaria). I torrenti scavano in questa roccia tenera fino a raggiungere quella sottostante più dura del CENOMANIANO-TURONIANO. L’aspetto della regione è dato da una alternanza di cerchi di erosione, gole, rocce a dorso di montone sui fianchi delle ondulazioni, strutture tabulari e scarpate. L’ultimo tratto «in vista», si direbbe, del Mar Morto, consiste di dirupi quasi verticali che possono raggiungere un centinaio di metri e più d’altezza, interrotti ogni tanto da grandiosi canyons.
Le rocce del SENONIANO-PALEOCENE costituiscono anche una fascia intermedia tra il lato ovest dell’alto di Giudea e le colline pedemontane, e ricoprono pure la superficie dell’altopiano di Moab.
Se si eccettua l’oasi di ‘Ein Gedi e altre più piccole, qualche fortino e insediamento stagionale, il deserto di Giuda non ebbe mai, in tempi biblici, abitanti permanenti. La sua zona occidentale era usata, invece, come pascolo per il piccolo gregge durante la primavera e le sue varie sezioni presero il nome dai villaggi più vicini come il deserto di Tekoa, di Zif, di Maon ecc.
Da questa vicinanza e per i suoi abissali strapiombi che impediscono il formarsi di lunghe strade ma favoriscono agguati nei passaggi scoperti e per le sue profonde caverne, il deserto ebbe un ruolo importante sia nei periodi di rivolta e di guerra, sia come nascondimento per la vita eremitica. Le sue grotte, in questi ultimi anni, sono divenute di una sorprendente attualità perché ci hanno conservato tesori di manoscritti che sono stati recentemente ritrovati.
Grazie a questo impressionante deserto, i monti di Giuda restano piuttosto isolati a formare una regione chiusa: il deserto non solo serve a far da insorpassabile guardia all’est, ma vigila perché nessuno passi dall’ovest verso est, attraversando la Giudea.
Per la sua posizione ai confini tra i monti di Efraim (Samaria) e i monti di Giuda a vedetta sul deserto, Gerusalemme acquista una particolare posizione sulla strada che congiunge il sud con il nord della Terra Santa. La linea che da Gezer, Aialon e Bet-Horon sale a Gerusalemme per scendere poi, tra il deserto, a Gerico e da qui in Transgiordania, è punteggiata da città fin dai tempi antichi.