Panorama su Gerusalemme dal Monte degli Ulivi
Il giorno del Signore
Molto di ciò che si dice sull'ultimo giorno ha la sua radice nella Bibbia in riferimento al tempo della venuta del Messia simbolicamente e profeticamente descritto come «il giorno del Signore» (giorno di Yahweh).
Zc 14,4-5
In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il Monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente e il Monte degli Ulivi si fenderà in due formando una valle... Allora verrà il Signore mio Dio e con lui tutti i suoi santi.
Da questo passo sembra che l'entrata del Signore nella città debba venire da est.
Gl 3,3-4; 4,2
Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile... Riunirò tutte le nazioni e le farò scendere nella Valle di Giosafat e là verrò a giudizio con loro per il mio popolo Israele...
Giosafat non è solo il nome di un re israelita; vuol anche dire «Dio giudica» e, forse, la «Valle del Giudizio» è un altro nome per la Valle del Cedron che divide, a est, la città dal Monte degli Ulivi (si veda la simbologia di Zc 14,4 sul monte diviso a formare una valle). Secondo Gioele, dunque, i popoli saranno radunati, nel giorno del Signore, nella valle a est di Gerusalemme per essere giudicati da Dio. Di solito i tribunali erano istituiti alle porte della città (vedi Gen 19,1; 23,10) e così, presumibilmente, la tipologia biblica dei profeti vede Dio che giudica alla porta est di Gerusalemme perché la più vicina al Tempio.
Solenne ingresso di Gesù: la venuta del Signore
Ora è più facile capire perché tutti e quattro gli evangelisti solennizzano uno dei tanti ingressi di Gesù nella Città Santa. Ce ne fu uno, quello all'inizio della festa di Pasqua ed ultima settimana del suo ministero, nel quale Gesù entrò, probabilmente per la porta est della città che immetteva direttamente nel Tempio. Questo ingresso fu singolare e ricordato dalla comunità cristiana di Gerusalemme come carico di quel significato messianico visto sopra.
Lc 19,37
Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Mc 11,11
Ed entrò in Gerusalemme, nel Tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betania.
La folla, che stava ai bordi di quella singolare processione, con ogni probabilità, a quel muto sguardo di Gesù, Signore del Tempio, che giudica la situazione, avrà pensato alle profezie di Zaccaria e di Gioele.
Nel 614 d.C., i Persiani invadono e distruggono la Gerusalemme bizantina. Quando i Cristiani riprendono la città sotto l'imperatore Eraclio, ricuperano anche la «vera croce» dagli invasori persiani. Il 21 marzo del 629 la S.Croce ritorna nella Basilica del S.Sepolcro con una regale processione attraverso la Porta Aurea.
Ap 21,9-27
Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell’Agnello». L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura. La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono eguali. Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall’angelo. Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una ‘sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello.
Le nazioni cammineranno alla sua luce
e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza.
Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
poiché non vi sarà più notte.
E porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni.
Non entrerà in essa nulla d’impuro,
né chi commette abominio o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell’Agnello.