La Piscina di Siloe
Durante la festa delle Capanne (o dei Tabernacoli), il popolo con i sacerdoti si recava in processione alla piscina per attingere con una brocca d'oro l'acqua che veniva poi versata sull'altare. Il gesto simbolico era compiuto a ricordo dell'acqua miracolosa che Mosè aveva fatto scaturire dalla roccia nel deserto (Es 17,1-4; Nm 20,7; vedi la festa dei Tabernacoli).
Scrivevano i rabbini: "Chi non ha mai visto l'allegrezza della festa dell'attingimento dell'acqua non ha mai visto in vita sua l'allegrezza autentica" (Mishnah, Sukkah, 5,1). La Tosephta (Sukkah, 4,1) parla dell'inconveniente causato da questa cerimonia, su al Tempio, dove l'attingere acqua provocava incontri "scandalosi" tra uomini e donne, così che le autorità del Tempio dovettero costruire delle gallerie apposite dalle quali le donne potessero assistere senza essere viste. È da qui che è nata l'usanza sinagogale delle gallerie separate per le donne. Durante la processione da Siloe a Ghihon il popolo cantava Is 12,3, «Attingerete acqua con gioia alle fonti della salvezza». È in questo contesto che Gesù prese lo spunto per pronunciare il suo discorso sull'«acqua viva» (Gv 7,37-39).
In epoca bizantina, sopra la vasca, a ricordo de1 miracolo, fu edificata una basilica. La chiesa di Siloe appoggiava, in parte, su1 loggiato nord della piscina romana, mentre l'abside si trovava presso lo sbocco de1 canale. La piscina attuale occupa la parte centrale di quella del periodo romano - e questa aveva sostituito una più antica della quale non rimane più nulla. Le colonne che attualmente emergono ancora dall'acqua sono di que1 tempo e servivano a sostegno del pavimento della chiesa. La basilica fu distrutta dall'invasione persiana di Cosroe (614) e non fu più ricostruita. Una moschea con il suo minareto occupa parte dell'antica basilica.
L'attuale piscina ha una profondità di 6 m circa sotto il livello attuale e misura m 16 X 5.