Porta di Damasco
La porta di Damasco
Fra le sette porte della Gerusalemme Vecchia, questa è la più bella.
Fino ad alcuni anni fa davanti alla porta si apriva un grande piazzale. In seguito, per poter eseguire lavori di ricerca archeologica, esso fu sostituito da un largo ponte. Oggi, un'ampia gradinata ad anfiteatro le ha ridato maestosità. Gli scavi vennero condotti in due riprese (1938-39 e 1965-66) e portarono alle luce le basi di una antica porta che gli archeologi suppongono essere quella di Erode Agrippa (del 44 d.C., epoca del terzo muro) che era fiancheggiata come adesso da due torri, dette le «Torri delle donne» e della quale alcune pietre erodiane si possono vedere alla base della porta.
La porta ha un’importanza nella Bibbia: è crocevia, mercato, luogo di incontro e affari, sede del tribunale:
“La Sapienza forse non chiama e la prudenza non fa udire la voce? In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade essa si è posta, presso le porte, all'ingresso della città, sulle soglie degli usci essa esclama: ‘A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell'uomo è diretta la mia voce. Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. Ascoltate, perché dirò cose elevate, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, perché la mia bocca proclama la verità e abominio per le mie labbra è l'empietà’ (Proverbi 8,1-6)”
Distrutta da Tito nel 70, circa 50 anni dopo i romani riedificarono sulle rovine la grande porta dalla quale partiva l'imponente via a colonnato (cardo) che, passando di fianco al Foro (luogo dell'attuale S.Sepolcro) raggiungeva l'incrocio che portava alla Cittadella.
La porta come si presenta ora, con le due torri che la fiancheggiano, è di epoca ottomana. Costruita da Solimano il Magnifico fu terminata verso il 1540.
Il nome arabo è Bab El Ammud, porta della colonna, probabilmente dal nome della colonna dedicata ad Adriano che un tempo vi sorgeva dinanzi. Ancora oggi centro principale della Gerusalemme araba; da qui parte il souk.
Per moltissimo tempo essa, essendo più solenne delle altre, rappresentò l'ingresso riservato alle personalità più illustri in visita a Gerusalemme. Nell'anno 1964 anche il pellegrino Paolo VI entrò nella Città Santa da questa porta.
All'interno si trovano i resti della porta di epoca romana (la pietra con il simbolo della Legio X Fretensis), adrianea (pavimento simile a quello del Lithostroton) e crociata (resti della cappella di Sant'Abramo).
Vicino alla porta di Damasco, le "cave di Salomone", una enorme cava sotterranea probabilmente usata davvero per la costruzione del Primo Tempio e forse riutilizzata da Erode il Grande. La caverna fu riscoperta accidentalmente nel 1854. Si estende per circa 200 m, anche se non vi è molto da vedere, salvo i resti degli antichi lavori di scavo e le nicchie scavate per reggervi le lampade ad olio.