Pian delle Stelle, Monte Alago, Nocera Umbra (estate 1977); il luogo come si presenta nel 2011 (clicca per leggere)
N.B. I brevi testi che seguono sono la trascrizione di quaderni e appunti scritti allora, niente di più che questo. I testi biblici sono quelli delle messe quotidiane proposte nei diversi campi e gli appunti sono tratti dalle omelie ascoltate allora.
1976: lago della Montagna Spaccata
1977: Monte Alago, Pian delle Stelle
Gal 4,11-24 e Mt 21,28-45: il passaggio da un gruppo ad una comunità cristiana
Ez 18 e Lc 10: la responsabilità personale
Gc 5,12-20 e Mt 18,15-20: la preghiera
Os 2,8-17 e Lc 1,5-23: il silenzio e la solitudine
Gc (?)e Mt (sorse una disputa su chi fosse il più grande): il servizio
Ef 5 e Mt 19,1-12: la castità
1 Cor 8 e Mt 19,16-26: la povertà
Rm 7 e Gv 17: la libertà
d. Rino invita tutti a leggere D. Bonhoeffer, La vita comune, e, di fatto, lo regala a tutti
1978: Ollomont
Is 5,1-7 Sal 80 e Mc 12,1-12
Ez 16 e Mt 25,1-13
1 Gv 2,1-11 Eb 2 e Gv 14,15-31
Eb 6,9-20 e Mt 6,25-34
Ger 31,1-22 e Mt 5,1-12
2 Cor 5,14-21; 6,1-10 e Mt 25,31-46
1 Cor 12-13 e Mt 19,16-30
Ez 3,16-27 e Lc 7,16-33
Eb,14-16; 5,1-10 e Gv 17
(?)
Is 56,1-9 e Mt 22,1-13
Dt 11,18-32 Col 2,6-15 e Mc 8,34; 9,1-8
1979: Presenaio di S. Pietro di Cadore
Es 4,27-31; 5,1-3 Sal 138 Mt 12, 38-42
nel deserto per incontrare il Signore, come il popolo ebreo
anche noi abbiamo un faraone che non ci permette di andare incontro al fratello, riconoscendo in lui Dio
seguire la figura di Mosè, seguire Dio nel deserto
Dio ci concederà un Aronne che ci aiuti, che ci venga incontro
dobbiamo diventare degli Aronne per gli altri
Es 33,12-23 Sal 62 (Ti amo Signore, mostrati a me) Mt 14,22-35
Cristo rimane solo non per misantropia, ma perché vuole (la solitudine è una scelta) parlare con Dio
termine “solo” ricorrente in Mt e nei brani paralleli
l'uomo non è fatto per rimanere solo, ma se vuole incontrare Dio deve avere momenti di solitudine
ci vuole coraggio per incontrare Cristo: solo Pietro, pur nella sua debolezza, ha il coraggio di scendere dalla barca col vento contrario che lo contrasta e incontra il lago con i pericoli che esso comporta
ma Dio è una necessità per l'uomo, come dice S. Tommaso: “Il bisogno di natura non può mai essere spento”
“a chi vorrò mi manifesterò, a chi non vorrò, no” (Es 33,15)
l'incontro con Dio non è progressiva conquista umana, ma dono di Dio, assoluta libertà di Dio
non ancora la piena visione di Dio che si acquisterà solo con la morte: “Chi vede il mio volto muore”
Dt 8,1-6 Sal 95 (Grande è il Signore, nostro Dio) Lc 9,23-26
per seguire Cristo è necessario “annientarci”
accettare la croce una volta per tutte e in ogni più piccola cosa riconfermare questa scelta
perché cosa conta impegnarsi in cose anche importanti (Studio, rapporto ragazzo/ragazza) e poi non incontrare Cristo e rovinare se stessi?
Rinnegare se stessi=prendere la croce ogni giorno
Dt 9,1-6 Sal 36 Mc 10,28-31
brano parallelo di Mt; concretezza della figura di Pietro: “Che cosa otterremo?”
insieme a persecuzioni, le critiche che ci muoveranno
la più totale abnegazione - riconoscere che noi facciamo solo spazio allo Spirito Santo; è Lui a vivere in noi
vivere nella pace, che è gioia, amore, non sopportazione
il parlar male del fratello, in sua assenza, è peccato grave
amore che è nel fratello che aiuta l'altro e nel fratello che lo ascolta, sapendo che viene amato
se giudicheremo senza amore, saremo giudicati senza amore
Dio è buono, ma va anche tenuto; non è un fessacchiotto, così come la salvezza non è una stupidaggine
cfr. parabola dell'agricoltore che accumula nei granai ed il Signore chiama alla morte
Es 14,5-14 Sal 100 (Servite il Signore con gioia) Mt 6,25-34
-ognuno di noi avrebbe già dovuto comprendere qual è il nostro faraone
-non si può dare un braccio al Signore ed un braccio al mondo
-nella libertà possiamo scegliere: di qua o di là
-nostalgia del passato perché siamo uomini
-sappiamo di non dover tornare alla vita di prima, ma vorremmo tornarci
-vorremmo vivere nella tranquillità dell'Egitto dove, al di fuori delle ore di lavoro, ci è dato di fare tutto
-il Signore, invece, vuole essere il capo, vuole dire: fai questo, fai quello
-non preoccupatevi delle cose di cui si preoccupano i pagani, gli uomini, i non cristiani (ad esempio, il cercare con alcuni intrighi di stare vicino alle persone “che amiamo”, il cercare di essere il ragazzo/a più apprezzato del gruppo)
-se diventeremo cristiani, rideremo di queste cose e piangeremo per il tempo perduto
-l'amore chiama l'amore (ma il I amore deve essere vero)
-è necessario abbandonarsi a Dio tutti interi
-contrasto schiavitù/libertà
-dobbiamo portare al mondo speranza, serenità, amore
Qo 5,1-6 Sal 86 (Mostrami, Signore, la mia via) Mt 12,33-37
-gli altri sono importanti, sono amati da Dio
-non bisogna vederli superficialmente, ma nella loro storia, nella loro esperienza, nel loro futuro
-estrema attenzione a ciò che si dice; prima di dire qualcosa a qualcuno dobbiamo saper valutare se gli farà bene o male
-se viene compromesso un rapporto con una persona è difficile riprenderlo
-se sapessimo cosa è il cristianesimo avremmo paura a pronunziare questo termine
-quanto teniamo alla fedeltà, alle promesse, nelle nostre amicizie, nei nostri amori
-Dio è fedele; la hesed (fedeltà di Dio) è uno dei primi concetti che appare nell'AT
-nella cresima e nella partecipazione all'eucarestia scegliamo di far rivivere nella nostra vita Cristo
-tutto avvenga a lode di Dio
-non dobbiamo neanche dirlo; “la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra”
-gli altri, vedendoci, comprenderanno anche se non parliamo
-più fatti, meno parole
-“Paradiso” e “Inferno” esistono; noi saremo giudicati in base a ciò che facciamo e diciamo
-cresima, comunione, promesse che noi facciamo a Dio
2 Cor 4,1-6 Sal 113 (Lodate il Signore, perché è buono) Mt 24,32-44
-gettiamo via le “dissimulazioni” vergognose, il fare il “serio” senza esserlo
-metro di giudizio per la nostra conversione (anche se non esiste un metro oggettivo) è il trovar gusto nella preghiera, nell'esser soli con Cristo (da non confondere col dialogo con noi stessi)
-Cristo uomo per tutti perché è l'uomo solo
-altro metro di giudizio: il non sentirsi mai soli, ma accompagnati da Dio, nella pace, nella serenità, nella gioia
-e ancora: il fatto che la nostra vita si trasforma, cambia
-costanza; imparare a saper aspettare, dobbiamo essere vigilanti, pronti a riconoscerlo (cfr. S. Agostino, timeo Deum transeuntem)
-gettiamo via lo sconforto
-“siamo i vostri servitori per amore di Gesù”, tutto avvenga nella nostra vita a gloria di Dio
-presentiamoci dinanzi alla nostra coscienza
-annunziamo apertamente la verità
-costanza anche quando non sentiamo la voce di Dio
Fil 2,12-18 Sal 15 (Umili e semplici, accoglici Signore) Lc 10,21-22
-Cristo è Figlio di Dio in quanto ha obbedito in tutto a Lui, noi che siamo figli dobbiamo obbedire
-“irreprensibili”=giusti=viventi una vita in conformità con Cristo, secondo la sua parola
-nessuno deve avere a che ridire nei nostri confronti
-“semplici”=vedere la mano di Dio in ogni cosa, nella natura e, con maggiore difficoltà, nei fratelli= coloro che sono felici di ammirare la natura senza tante elucubrazioni
-è molto più facile arrivare a Dio con la semplicità, con l'umiltà, con la purezza di cuore, piuttosto che con la teologia e la filosofia
-il mondo invita ad essere furbi
-i cristiani si distinguono, brillando come astri nella notte
Col 2,6-15 Sal 47 (Cantate sempre al Signore, è Lui il nostro Dio) Lc 18,1-8
-“camminate nel Signore”
-progresso anche nel deserto
-il deserto stesso è un luogo di passaggio; a rimanervi troppo vi si muore, senz'acqua e senza ombra
-“nel Signore Gesù Cristo”, nella via da lui tracciata, nel solco profondo, vistoso, indelebile che egli lascia nella vita del mondo
-“come l'avete ricevuto”, accettandolo nella sua completezza, non in partecipazione
-rapporto fede, amore, verità
-la fede è amore; colui che ama si fida e colui che si fida ama e coloro che si amano non possono non dirsi la verità
-il cristianesimo coinvolge la pienezza dell'uomo, anche la cultura
-dobbiamo conoscere il nostro Dio, per non credere solo che esiste, ma credere anche in ciò che fa
-dobbiamo rendere conto della speranza che è in noi
-se abbiamo fede non ci dobbiamo chiudere nel misticismo, ma comunicarla, altrimenti morirà con noi e Cristo non troverà più fede al suo ritorno
2 Tess 3,6-15 Sal 47 Mc 9,33-37
-“vi ordiniamo”
-Paolo ordina in quanto è servo di tutti
-colui che ha servito con fatica e sforzo, lavorando giorno e notte, ha il diritto di ordinare
-”di tenervi lontano da ogni fratello che...”, “interrompete i rapporti”
-colui che ha servito per un anno intero e poi non riprende i fratelli che sbagliano getta al vento il suo servizio di un anno
-è il servizio più importante quello di correggere il fratello nell'amore
-siamo troppo umani; x avrà ricevuto 60 telefonate che le chiedevano spiegazioni; dovremmo dire invece: “che pena”
-”di che cosa stavate discutendo lungo la via?” “ed essi tacevano”
come noi che ci fermiamo a riflettere sulle riunioni e le omelie
-alla domanda di Gesù possiamo rispondere ciò che abbiamo capito; ne consegue necessariamente che tutto ciò che abbiamo capito va messo in pratica
-possiamo, altrimenti, solo tacere, ma con un'astuzia che non è vera astuzia, è falsità che non ci porta a crescere
-noi tendiamo ad essere populsti, amici di tutti, a mantenere la nostra tranquillità
-il servizio è dare agli altri la certezza, la testimonianza della nostra fede
-dobbiamo lavorare per tutta la chiesa, per la maggior gloria di Dio, anche se ciò non viene umanamente riconosciuto
-il servire parte dall'amore disinteressato
1 Cor 8,1-13 Sal 73 Mc 9,42-50
-l'importante non è il fatto in se stesso, ma la persona a cui può far male
-se la cosa più stupida è importante per il fratello più debole, devo avere attenzione per lui
-è l'attenzione che rende sensibili
-non vale la pena compromettere il rapporto con gli altri per delle sciocchezze
Eb 12,14-25 Sal 43 Gv 15,18-25
-pace, santificazione, che si accrescono nell'eucarestia
-”vigilando”: uno dei temi più importanti degli scrittori del NT cge vivevano costantemente in attesa della venuta del Signore
-”non spunti, né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infetti”
-possiamo diventare fermento così pure erbaccia, veleno per gli altri, se abbiamo o non fede
-la conversione non si può rimandare; ogni crescita che non abbimao è un regresso
-non abbiamo più scuse per la nostra poca fede; Dio non è più il “terribile”, ma è il “Padre”; se non lo incontriamo è colpa nostra, ma se lo incontrimao e non lo testimoniamo siamo ugualmente peccatori
-noi non siamo del mondo, se il mondo non ci odiua, non siamo di Cristo
-ma il mondo sentirà la nostra voce, come ha ascoltato quella di Cristo
-se siamo di Cristo, dobbiamo essere santi, in pace e perseguitati
-dobbiamo vigilare, perché nessuno divenga erbaccia e venga meno alla grazia di Dio
At 9,1-19 Sal 7 (Mostrami il tuo volto Signore, perché in te ho creduto) Gv 16,16-33
-Paolo cade da cavallo, noi dobbiamo essere sbalzati dalle nostre sicurezze
-necessaria una reale conversione, che è un farsi docilmente guidare, nell'obbedienza
Rm 8,28-39 1 Cor 13,1-13 Gv 7,31-43
2 Tess 2,13-17; 3,1-5 Sal 65 (Beato chi abita la casa del Signore per sempre) Lc 12,35-48
-costanza
-Cristo non riesce più a turbarci!
-ci vuole in tutte le cose l'entusiasmo (etimologia “essere in Dio”) che non è un fattore psicologico, ma è agire essendo sicuri che Dio cambierà la nostra vita se lo vogliamo e lo scegliamo con fede