Il testo che presentiamo, che si richiama in gran parte al volume di O.Carena, Cena pasquale ebraica per comunità cristiane, Marietti, casale Monferrato, 1983) non comprende integralmente il testo dell'Haggadah, reperibile peraltro sul web nei siti specializzati, ma è una nostra sintesi, ad uso didattico, con integrazioni che ci sono sembrate utili; comprende comunque tutte le parti più importanti per una sua presentazione.
Vogliamo ricordare che non è corretta l'espressione talvolta invalsa nell'uso di alcune comunità cristiane "celebrare il seder pasquale". Non ci sembra corretto sia perché non sarebbe rispettoso - dato che questo testo appartiene alla liturgia ebraica - sia perché nessuna prassi liturgica cristiana è autorizzata in tal senso dalla competente Congregazione - è possibile e auspicabile, piuttosto, laddove ci fosse una amicizia con una famiglia ebrea, chiedere di essere invitati al seder pasquale ebraico presso di loro, perché tale possibilità è contemplata dalla tradizione ebraica.
Consigliamo invece, vivamente, l'uso di questo testo per uno studio ed una riflessione, che può avvenire anche durante una vera e propria cena con la consumazione di alcuni cibi che il seder prescrive, sempre, però, conservando la coscienza che si tratta di un momento di studio e conoscenza e non di una "celebrazione" del seder pasquale.
Questo al fine di una maggiore stima e conoscenza della tradizione ebraica (senza dimenticare che la tradizione ebraica attuale non è identica a quella precedente la distruzione del Tempio; cfr. su questo le riflessioni di p.David Neuhaus che saranno presto on-line su questo stesso sito) e di una comprensione della continuità e della novità dell'eucarestia cristiana che si radica nell'Haggadah, ma insieme se ne distingue, affermando di esserne il compimento.
L'Areopago
Si riempie la prima coppa di vino. Poi si dice:
Benedetto sii tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che ci hai scelti fra tutti i popoli e ci hai innalzati sopra ogni lingua e ci hai santificati mediante i tuoi comandamenti. Nel tuo amore per noi, Tu ci hai dato, o Signore nostro Dio, momenti di gioia, feste, tempi di letizia, questo giorno di festa delle azzime, questo bel giorno di sacra riunione, festa della nostra libertà, sacra riunione in ricordo dell'uscita dall'Egitto. Veramente Tu hai scelto e consacrato noi fra tutti i popoli e ci hai dato le tue sante feste da vivere in gioia ed allegrezza. Benedetto sii Tu, o Signore, che santifichi Israele e le sue feste ...Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che ci fai vivere, ci conservi e ci hai fatti arrivare a questo giorno.
Ci si appoggia sul fianco destro e si beve la prima coppa.
Colui che presiede, il padre, si lava le mani .
Colui che presiede, il padre, prende un pezzo di sedano, lo intinge nell'aceto o nell'acqua salata e dice:
Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, Tu che crei il frutto della terra.
Dopo aver mangiato, lo distribuisce ai commensali, i quali recitano la stessa benedizione.
Si divide in due la seconda azzima: una metà si pone sotto la tovaglia; l'altra metà si rimette tra le due.
Si tolgono l'uovo e la zampa d'agnello dal vassoio, che viene sollevato mentre si recita:
Ecco il pane della sofferenza, che i nostri padri mangiarono in terra d'Egitto; chiunque ha fame venga e mangi; chiunque ha bisogno venga e faccia la pasqua. Quest'anno, qui; l'anno prossimo in terra d'Israele. Questo anno qui come schiavi; l'anno prossimo in terra d'Israele come uomini liberi.
Si rimette il tutto sul vassoio. Si riempie la seconda coppa. Nel seder il più giovane dei partecipanti pone la domanda che noi cantiamo invece alternandoci bambini e adulti con la melodia del canto del cammino neocatecumenale:
Canto pasquale dei bambini
Che cosa c'è di diverso questa notte
da tutte le altre notti? Da tutte le altre notti?
Che tutte le altre notti andiamo a letto presto
e non restiamo alzati. E non restiamo alzati.
Ma questa notte, questa notte
restiamo tutti alzati. Ma questa notte, questa notte restiamo tutti alzati.
Che cosa c'è di diverso questa notte
da tutte le altre notti? Da tutte le altre notti?
Che tutte le altre notti andiamo a letto presto
dopo aver cenato. Dopo aver cenato.
Ma questa notte, questa notte
abbiamo digiunato.
Che cosa c'è di diverso questa notte
da tutte le altre notti? Da tutte le altre notti?
Che tutte le altre notti andiamo a letto presto
e non aspettiamo niente. E non aspettiamo niente?
Ma questa notte, questa notte
restiamo ad aspettare. Ma questa notte, questa notte restiamo ad aspettare.
Che cosa c'è di diverso questa notte
da tutte le altre notti? Da tutte le altre notti?
Per restare alzati, per restare digiuni,
per restare ad aspettare. Per restare alzati, per restare digiuni, per restare ad aspettare
Gli adulti rispondono:
Schiavi fummo del Faraone in Egitto; ma di là ci fece uscire il Signore, nostro Dio, con mano forte e braccio disteso. Se il Santo - benedetto egli sia - non avesse fatto uscire i nostri padri dall'Egitto, noi, i nostri figli e i figli dei nostri figli saremmo ancora schiavi del Faraone in Egitto. Perciò, anche se fossimo tutti saggi, tutti intelligenti, tutti esperti nella Legge, sarebbe ancora nostro dovere intrattenerci sull'uscita dall'Egitto; anzi quanto più ci si sofferma a trattare dell'uscita dall'Egitto, tanto più si è degni di lode.
In principio i nostri padri furono idolatri, ma ora Dio ci ha portati al suo culto, come è detto:
“Giosuè disse a tutto il popolo: Così ha detto il Signore, Dio di Israele: i vostri padri,
Terah, padre di Abramo e padre di Nahor, abitarono fin dall'antichità al di là dell'Eufrate e
servirono dei stranieri. Ma io ho tratto di là vostro padre Abramo e l'ho condotto per tutto il paese di
Canaan e ho moltiplicato la sua discendenza e gli ho dato Isacco e ad Isacco ho dato Giacobbe ed Esaù; e
ad Esaù ho dato in possesso il monte Seir, mentre Giacobbe e i suoi figli discesero in Egitto” (Gs
24, 2-4)…
“Gli Egiziani ci fecero del male, ci affissero e ci imposero una dura servitù”(Dt 26,6). Gli
Egiziani ci fecero del male, come è detto: “Orsù, difendiamoci con astuzia da esso,
affinché non si accresca e, se ci fosse una guerra, si unisca anch'esso con i nostri nemici e combatta
contro di noi e ci abbandoni” (Es 1,10). Ci afflissero, come è detto: “Posero su di esso degli
aguzzini, che lo affliggessero con angherie; ed esso costruì delle città-deposito per il Faraone:
Pitom e Ramses”(Es 1,11). E ci imposero una dura servitù, come è detto: “Gli Egiziani
fecero servire i figli di Israele con durezza” (Es 1,13).
“Implorammo il Signore, Dio dei nostri padri, ed egli ascoltò la nostra voce e vide la nostra
sofferenza e la nostra oppressione”. “II Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano forte, con
braccio disteso, con terrore, con segni e prodigi” (Dt 26,8). Il Signore ci fece uscire dall'Egitto non per
mezzo di un angelo, non per mezzo di un serafino, non per mezzo di un inviato: ma il Santo - benedetto Egli sia
– Egli stesso nella sua gloria e da se stesso, come è detto: “Io passerò per la terra
d'Egitto questa notte, colpirò ogni primogenito nel paese d'Egitto, dall'uomo agli animali, e di tutti gli
dei d'Egitto farò giustizia: io sono il Signore!” (Es 12,12)
Io passerò per la terra d'Egitto: io stesso e non un angelo; colpirò ogni primogenito: io e non un
serafino; e di tutti gli dei d'Egitto farò giustizia: io e non un inviato; io sono il Signore: io e nessun
altro...
Il seder pasquale ha qui il famoso testo " Dajenu", "A noi sarebbe bastato". Lo possiamo cantare in una
versione cristiana, composta dal cammino neocatecumenale:Dajenu
Di quanti beni ci ha colmato il Signore. (3 v.)
Se Cristo ci avesse fatto uscire dall'Egitto
e non avesse fatto giustizia del faraone:
Questo ci sarebbe bastato, ci sarebbe bastatoQuesto ci sarebbe bastato, ci sarebbe bastato ci sarebbe bastato,
ci sarebbe bastato
dajenu, dajenu, dajenu..
Se avesse fatto giustizia del Faraone
e non ci avesse liberato da tutti gli idoli.
Se ci avesse liberato da tutti gli idoli
e non ci avesse dato le loro ricchezze.
Se non ci avesse dato le loro ricchezze
e non avesse aperto il mare per noi.
Se non avesse aperto il mare per noi
e non avesse affondato i nostri oppressori.
Se non avesse affondato i nostri oppressori
e non ci avesse dato un cammino nel deserto.
Se ci avesse dato un cammino nel deserto
e non ci avesse nutrito con il pane della vita.
Se ci avesse nutrito con il pane della vita
e non ci avesse dato il giorno del Signore.
Se ci avesse dato il giorno del Signore
e non avesse stretto con noi la nuova alleanza.
Se avesse stretto con noi la nuova alleanza
e non ci avesse fatto entrare nella Chiesa.
Se ci avesse fatto entrare nella Chiesa
e non avesse costruito in noi il suo tempio.
Se avesse costruito in noi il suo tempio
e non avesse riempito del suo Spirito Santo.
Tanto più dobbiamo ringraziare il Signore! (3 v.)
Che ci ha fatto uscire dall'Egitto (2v.)
Che ha fatto giustizia del faraone ...
Che ci ha liberato di tutti i nemici ...
Che ci ha dato le loro ricchezze ...
Che ha aperto il mare per noi ...
Che ci ha affondato i nostri oppressori ...
Che ci ha donato un cammino nel deserto ...
Che ci ha nutrito con il pane della vita ...
Che ci ha dato il giorno del Signore ...
Che ci ha donato la nuova alleanza ...
Che ci ha fatto entrare nella chiesa ...
Che ci ha costruito in noi il suo tempio ...
E lo ha riempito del suo Spirito santo
Nel perdono dei peccati.
Cristo nostra Pasqua è risorto per noi! (3v.) Cristo nostra Pasqua è risorto per noi!
(3v.) nostra Pasqua è risorto per noi! (3v.)
Alleluia, alleluia, alleluia. (3v.)
Oppure lo possiamo recitare a cori alterni secondo il testo originario:
Di quanti benefici noi siamo debitori al Signore!
Se ci avesse fatti uscire dall'Egitto
e non avesse fatto giustizia di loro,
questo ci sarebbe bastato.
Se avesse fatto giustizia di loro
e non dei loro dèi,
questo ci sarebbe bastato.
Se avesse fatto giustizia dei loro dèi
e non avesse ucciso i loro primogeniti,
questo ci sarebbe bastato.
Se avesse ucciso i loro primogeniti
e non ci avesse dato le loro ricchezze,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse dato le loro ricchezze
e non avesse diviso il mare per noi,
questo ci sarebbe bastato.
Se avesse diviso il mare per noi
e non ci avesse fatto passare in mezzo ad esso
all'asciutto,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse fatto passare in mezzo ad esso
all'asciutto,
e non vi avesse fatto affogare i nostri persecutori,
questo ci sarebbe bastato.
Se vi avesse fatto affogare i nostri persecutori
e non avesse provveduto alle nostre necessità
nel deserto per 40 anni,
questo ci sarebbe bastato.
Se avesse provveduto alle nostre necessità
nel deserto per 40 anni
e non ci avesse dato da mangiare la manna,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse dato da mangiare la manna
e non ci avesse dato il sabato,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse dato il sabato
e non ci avesse condotto al monte Sinai,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse condotto al monte Sinai
e non ci avesse dato la Legge,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse dato la Legge
e non ci avesse fatto entrare in terra di Israele,
questo ci sarebbe bastato.
Se ci avesse fatto entrare in terra di Israele
e non avesse costruito per noi il Tempio,
questo ci sarebbe bastato.
INSIEME:
Quanto dunque dobbiamo essere riconoscenti a Dio dei benefici che ci ha accordato: ci fece uscire dall'Egitto,
fece giustizia di loro e dei loro dèi, uccise i loro primogeniti, ci diede le loro ricchezze, divise il
mare per noi, ci fece passare in mezzo ad esso all'asciutto, vi fece affogare i nostri persecutori, provvide alle
nostre necessità nel deserto per 40 anni, ci diede da mangiare la manna, ci diede il sabato, ci condusse
al monte Sinai, ci diede la Legge, ci fece entrare in terra di Israele e costruì per noi il Tempio
perché potessimo espiare i nostri peccati...
PADRE:
Si guarda il pezzo d'agnello arrostito e si dice :
L'agnello pasquale che i nostri padri mangiavano quando esisteva ancora il Tempio, perché lo mangiavano? Perché il Santo - benedetto Egli sia - passò oltre le case dei nostri padri in Egitto, come è detto: “Voi direte: questo è il sacrificio pasquale per il Signore che passò oltre le case dei figli di Israele in Egitto, quando sterminò gli Egiziani e preservò le nostre famiglie. E il popolo si inchinò e si prostrò” (Es 12,26-27).
Si prende in mano l'azzima e si dice:
Quest'azzima che noi mangiamo, perché la mangiamo? Perché la pasta dei nostri padri non ebbe il tempo di lievitare, poiché il Re dei Re, il Santo - benedetto Egli sia - si manifestò e li liberò subito, come è detto: “Fecero cuocere con la pasta che avevano portato via dall'Egitto delle focacce azzime, cioè non lievitate, perché erano stati cacciati dall'Egitto e non avevano potuto attendere (che lievitasse) e non si erano portati con sé altre provviste” (Es 12,39).
Si prende in mano dell'erba amara e si dice:
Quest'erba amara che noi mangiamo, perché la mangiamo? Perché gli Egiziani amareggiarono la vita dei nostri padri in Egitto, come è detto: “Amareggiarono la loro vita con lavori pesanti costringendoli a preparare malta e mattoni e a lavorare la campagna: tutti i lavori che essi facevano furono loro imposti” (Es 1,14). In ogni epoca ciascuno ha il dovere di considerarsi come se egli stesso fosse uscito dall'Egitto, come è detto: “In quel giorno racconterai a tuo figlio: per quello che fece a me il Signore quando uscii dall'Egitto” (Es 13,8). Perché non solo i nostri padri liberò il Santo - benedetto Egli sia – ma anche noi liberò insieme con loro, come è detto: “Anche noi Egli fece uscire di là per portarci qui e darci la terra che aveva giurato ai nostri padri” (Dt 6,23).
Si alza la coppa di vino e si dice:
Perciò è nostro dovere ringraziare, lodare, celebrare, glorificare, esaltare, magnificare colui che fece per i nostri padri e per noi tutti questi prodigi: ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalla soggezione alla redenzione, dal dolore alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre ad una luce fulgida. Proclamiamo dunque davanti a Lui: ALLELUIA!
Si posa la coppa di vino.
Qui il seder chiede di recitare i salmi dell'Hallel (dal 113 al 118). Possiamo recitare a cori alterni il Sal
113:
ALLELUJA
Lodate, servi del Signore
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore
ora e sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutti i popoli eccelso è il Signore
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell'alto
e si china a guardare
nei cieli e sulla terra?
Solleva l'indigente della polvere
dall'immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i principi,
tra i principi del suo popolo.
Fa abitare la sterile nella sua casa
quale madre gioiosa di figli.
Si alza la coppa e si dice insieme:
Benedetto sei tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che hai liberato noi e i nostri padri dall'Egitto e ci hai fatto giungere a questa sera per mangiare azzime ed erbe amare. Così, o Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri, facci giungere in pace ad altre future feste e solennità, lieti per la restaurazione della tua città e felici per il ristabilimento del tuo culto: là mangeremo animali sacrificati ed agnelli pasquali, il cui sangue sarà asperso sulle pareti dell'altare in tuo onore; e in ringraziamento intoneremo un nuovo inno che canti la nostra liberazione ed il nostro riscatto: benedetto sii Tu o Signore, redentore d'Israele.
Ci si appoggia sul fianco destro e si beve la seconda coppa.
Tutti si lavano le mani dicendo queste parole :
Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che ci hai santificato con ì tuoi comandamenti e ci hai ordinato di lavarci le mani.
Colui che presiede, il padre, prende l'azzima superiore e dice:
Benedetto sii Tu, o Signore nostro
Dio, re dell'universo, che fai uscire il pane dalla terra.
Prende l'azzima divisa a metà e dice :
Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, re
dell'universo, che ci hai santificato con i tuoi precetti e ci hai comandato di mangiare le azzime.
Rompe un pezzo della prima e un pezzo della seconda azzima e li mangia insieme; ne porge quindi un pezzo di
ciascuna ai commensali, che li mangiano insieme.
Colui che presiede, il padre, intinge un pò d'erba amara nel haròset e dice:
Benedetto
sii Tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che ci hai santificato con i tuoi precetti e ci hai comandato di
mangiare erbe amare.
Colui che presiede, il padre, mette un po' di erba amara tra due pezzi dell'ultima azzima e dice:
In
memoria dei tempio, come faceva Hillel il vecchio che avvolgeva e mangiava tutto insieme: agnello, azzima ed erbe
amare, per conformarsi al precetto che dice: “Con le azzime e le erbe amare si dovrà mangiare
l'agnello pasquale“.
Dopo ne mangia lui e ne distribuisce a tutti i commensali.
Si cena normalmente; se si può si inizia come antipasto con un uovo, cibo che richiama significati simbolici, e non solo nella cultura ebraica.
Terminato il pasto si prende la metà dell'azzima nascosta e tutti ne ricevono un pezzo. Si dice:
In memoria dell'agnello pasquale lo afiqoman che viene mangiato quando si è sazi.
PADRE:
Si riempie la terza coppa di vino e si recita la benedizione del pasto:
Benedetto sii tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo , che ci nutri non secondo le nostre opere e che ci
alimenti non secondo i nostri meriti, che ci elargisci oltre ogni misura la tua bontà, che nutri noi e il
mondo intero con benevolenza, con grazia, con abbondanza e misericordia, che dai il pane ad ogni creatura,
perché il tuo amore è eterno. La tua infinita bontà non ci ha mai fatto mancare e non ci
lascerà mai mancare il sostentamento, perché Tu nutri ed alimenti ogni vivente; la tua tavola
è preparata per tutti; Tu disponi cibo ed alimenti per tutti coloro che nella tua bontà e nella tua
immensa misericordia hai creato, come è detto: “Tu apri le tue mani e sazi amorevolmente ogni
vivente” (Sal 145,16). Benedetto sii Tu, o Signore, che nutri con bontà ogni creatura.
Per la nostra terra e per il paese dato in possesso ai nostri padri noi Ti ringraziamo, o Signore nostro Dio; noi
Ti ringraziamo perché hai dato in possesso ai nostri padri un paese di delizie, buono e spazioso, un patto
e una Legge, la vita e gli alimenti,; perché ci hai fatto uscire dal paese d'Egitto e ci hai liberati
dalla condizione di schiavitù in cui ci trovavamo; perché hai suggellato il tuo patto con noi nella
nostra carne; per la Legge che Tu ci hai concesso e per i comandamenti della tua volontà che ci hai fatto
conoscere; per la vita e per il cibo con cui Tu ci alimenti e ci nutri. Per tutto questo, o Signore nostro Dio,
noi Ti ringraziamo e benediciamo il tuo nome, come è detto: “Quando avrai mangiato e sarai sazio,
allora benedirai il Signore, tuo Dio, per la terra buona che ti ha dato” (Dt 8,10). Benedetto sii Tu, o
Signore, per la terra e per il nutrimento.
Dio nostro e Dio dei nostri padri, salga, venga, arrivi, si presenti, sia gradita, sentita e ricercata e
ricordata dinanzi a Te la memoria nostra e dei nostri padri, la memoria di Gerusalemme la tua città, la
memoria del Messia, figlio di Davide, tuo servo, la memoria di tutto il tuo popolo, la casa di Israele, per
salvezza, bene, grazia, pietà e misericordia in questo giorno di festa delle azzime, in questo giorno di
sacra assemblea, perché Tu abbia pietà di noi e venga in nostro soccorso. Ricordati di noi, o
Signore, Dio nostro, in questo giorno per il nostro bene; visitaci e benedicici, salvaci perché possiamo
vivere degnamente; secondo la tua parola di salvezza e di misericordia, proteggici e concedici grazia, usa
misericordia e compassione verso di noi e salvaci, poiché a Te sono rivolti i nostri occhi, perché
Tu sei un Dio misericordioso e pietoso.
Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo per sempre; Dio, nostro Padre, nostro Re, nostro
Protettore, nostro Creatore, nostro Redentore, nostro Santo, Santo di Giacobbe, nostro Pastore, Pastore
d'Israele, Re buono e benefico verso tutti, che ogni giorno ci benefichi, ci hai beneficato e ci beneficherai, ci
colmi, ci hai colmato e ci colmerai sempre di favori, di grazie, di pietà, di benessere, di
prosperità e di ogni bene.
INSIEME:
O Misericordioso
regna su di noi in eterno, sii benedetto sul tuo trono di gloria, sii lodato in cielo e in terra, sii glorificato
da noi per sempre, rialza la dignità del tuo popolo, salvaci dalla povertà, salvaci da morte
violenta, salvaci dalle pene dell'inferno, alimentaci con dignità, stabilisci la pace tra di noi, fa'
prosperare ogni nostra iniziativa, spezza presto il giogo dell'esilio posto sul nostro collo, riconducici a testa
alta alla nostra terra, estirpa la cattiva inclinazione dal nostro cuore, proteggici ora e sempre, quando usciamo
e quando rientriamo, apri in nostro favore la tua mano generosa, distendi su di noi come una tenda la tua pace,
stabilisci la tua Legge e l'amore verso di Te nel nostro cuore, benedici questa casa, questa mensa e noi che
abbiamo partecipato a qusta cena, manda il profeta Elia, di beata memoria, che rechi la buona novella di salvezza
e di consolazione, benedici ciascuno di noi nel tuo nome che è grande; come furono benedetti i nostri
padri, Abramo, Isacco e Giacobbe in tutto, completamente, così benedici noi tutti insieme, con una
benedizione abbondante; così sia il tuo volere, e noi diciamo: AMEN!
Benedetto sii tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che crei il frutto della vite.
Si beve la terza coppa di vino, appoggiandosi sul fianco destro.
Prima di riempire la quarta coppa se ne riempie un'altra, quella di Elia, che non sarà bevuta. Viene
anche aperta una porta, perché, se mai Elia si trovasse a passare di là, possa entrare senza dover
attendere .
Si riempie la quarta coppa di vino e si continua :
“Riversa la tua collera sulle nazioni che non ti hanno riconosciuto e sui regni che non hanno invocato il tuo nome, poiché hanno divorato Giacobbe e hanno distrutto la sua dimora“.
Nel seder si recitano qui i salmi dal 115 al 118 e poi il 136. Possiamo recitare a cori alterni il Sal 136
(è un salmo litanico, detto “Grande Hallel”; parte integrante delle feste di Pasqua: esso
ripropone i momenti salienti dell'uscita dall'Egitto e della conquista della terra promessa .)
ALLELUJA
Lodate il Signore perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio degli dei;
perché eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore dei signori;
perché eterna è la sua misericordia.
Egli solo ha compiuto meraviglie;
perché eterna è la sua misericordia.
Ha creato i cieli con sapienza;
perché eterna è la sua misericordia.
Ha stabilito la terra sulle acque;
perché eterna è la sua misericordia.
Ha fatto i grandi luminari;
perché eterna è la sua misericordia.
Il sole per regolare il giorno;
perché eterna è la sua misericordia.
La luna e le stelle per regolare la notte;
perché eterna è la sua misericordia.
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti;
perché eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele;
perché eterna è la usa misericordia.
Con mano potente e braccio teso;
perché eterna è la sua misericordia.
Divise il mar rosso in due parti;
perché eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele;
perché eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar rosso;
perché eterna è la sua misericordia.
Guidò il suo popolo nel deserto;
perché eterna è la sua misericordia.
Percosse grandi sovrani;
perché eterna è la sua misericordia.
Uccise re potenti;
perché eterna è la sua misericordia.
Seon, re degli Amorrei;
perché eterna è la sua misericordia.
Og, re di Basan;
perché eterna è la sua misericordia.
Diede in eredità il loro paese;
perché eterna è la sua misericordia.
In eredità a Israele suo servo;
perché eterna è la sua misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi;
perché eterna è la sua misericordia.
Ci ha liberati dai nostri nemici;
perché eterna è la sua misericordia.
Egli dà il cibo ad ogni vivente;
perché eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio del cielo;
perché eterna è la sua misericordia.
PADRE:
L'anima di ogni vivente benedica il tuo nome, o Signore nostro Dio, e lo spirito di ogni creatura glorifichi ed esalti la tua memoria, o nostro Re, continuamente. Per l'eternità Tu sei Dio e al di fuori di Te noi non abbiamo re, redentore o salvatore che ci riscatti, ci liberi, ci esaudisca ed abbia piega di noi in ogni epoca di angustia e di difficoltà; non abbiamo un re che ci aiuti e ci soccorra, se non Te. O Dio del principio e della fine, Dio di tutte le creature, Signore di tutti gli esseri, degno di illimitata lode, che governi il mondo con bontà e le sue creature con misericordia; o Signore sempre desto, che non sonnecchi e non dormi, che anzi svegli i dormienti e ridesti coloro che sono assopiti, risusciti i morti, risani gli ammalati, dai la vista ai ciechi, raddrizzi coloro che sono curvi, dai la parola ai muti, porti alla luce le cose più occulte, Te, Te solo noi lodiamo! Anche se la nostra bocca fosse piena di inni come il mare è pieno d'acqua, la nostra lingua di canti come numerose sono le sue onde, le nostre labbra di lodi come esteso è il firmamento, i nostri occhi luminosi come il sole e la luna, le nostre braccia estese come le ali delle aquile del cielo, e i nostri piedi veloci come quelli dei cervi, non potremmo ringraziarti, o Signore nostro Dio, e benedire il tuo nome, o nostro Re, per uno solo delle mille migliaia e miriadi di benefici, prodigi e meraviglie che Tu hai compiuto per noi e per i nostri padri lungo la nostra storia: dall'Egitto Tu ci hai liberato, o Signore nostro Dio, dalla condizione di schiavi ci hai riscattato, nella carestia ci hai alimentato, con abbondanza hai provveduto a noi, ci hai salvato dalla spada, ci hai preservato dalla peste e ci hai reso immuni da malattie gravi e numerose; fino a tal punto ci venne incontro la tua misericordia e non ci abbandonò la tua bontà; perciò le membra che Tu hai distribuito in noi, l'alito e il respiro che hai soffiato in noi, la lingua che ci hai posto in bocca ringrazino, benedicano, lodino, esaltino, cantino il tuo nome, o nostro Re, per sempre, perché ogni bocca deve ringraziarti e ogni lingua deve lodarti ogni occhio deve guardare a Te ed ogni ginocchio deve piegarsi davanti a te: chiunque è diritto deve prostrarsi alla tua presenza. Tutti i cuori devono temerti; tutto l'essere deve inneggiare al tuo nome, come è detto: “Tutte le mie ossa ripeteranno: o Signore, chi è come Te? Tu salvi il misero da chi è più forte di lui e il povero e l'afflitto da chi vuol sopraffarlo” (Sal 35,10). Il gemito dei miseri Tu ascolti, al grido del povero porgi l'orecchio e lo salvi, come è detto: “Cantate, o giusti, al Signore: ai retti di cuore si addice la lode” (Sal 33,1).
INSIEME:
L'ANNO PROSSIMO A GERUSALEMME!
Benedetto sii tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, che crei il frutto della vite.
Si beve la quarta coppa appoggiandosi sul fianco destro e si dice:
Benedetto sii tu, o Signore nostro Dio, re dell'universo, per la vite e per il frutto dalla vite, per i prodotti della terra e per il paese desiderabile, vasto e fertile che hai dato in possesso ai nostri padri, perché ne godessero i frutti e si potessero saziare dei suoi beni. Abbi pietà, o Signore nostro Dio, di noi, di Israele tuo popolo, di Gerusalemme tua città, del monte Sion dimora della tua gloria, del tuo altare e del tuo tempio. Ricostruisci Gerusalemme, la città santa, presto, ai nostri giorni. Facci tornare ad essa e rallegraci per la tua ricostruzione: mangeremo dei suoi frutti, ci sazieremo dei suoi beni, ti benediremo per essa in santità e purezza di cuore. Rallegraci, o Signore nostro Dio, in questo giorno di festa delle azzime, perché tu sei buono e benefico con tutti. Noi ti ringraziamo per la terra, per la vite e per il frutto della vite: benedetto sii tu, o Signore, per la terra, per la vite e per il frutto della vite.
La cerimonia del seder pasquale si è compiuta secondo tutte le norme e i riti. Come oggi ci è stato
concesso di ricordare il sacrificio, così un giorno possiamo compierlo realmente.
O Essere purissimo, che abiti i cieli, risolleva il popolo innumerevole; riconduci presto i virgulti della tua
pianta, ormai redenta, in Sion con canti di gioia.
Possiamo concludere con due canti della tradizione ebraica:
Yaase shalom, yaase shalom
shalom aléinu ve al col Israel
(traduzione: Dio mandi la pace su di noi e su tutto Israele).
Hinne ma tov umanaym
Shevet ahim gam yahad
(traduzione: Ecco quanto è buono e bello
Il sedersi dei fratelli l'uno con l'altro; è il testo del Sal 133).