1L’anno terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia,
marciò su Gerusalemme e la cinse d’assedio. 2Il Signore diede Ioiakìm, re di
Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò nel
paese di Sinar, nel tempio del suo dio, e li depositò nel tesoro del tempio del suo dio.
3Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani
israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile, 4senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni
sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua
dei Caldei. 5Il re assegnò loro una razione giornaliera delle sue vivande e del vino che egli
beveva; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re.
6Fra loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria; 7però il capo
dei funzionari di corte diede loro altri nomi, chiamando Daniele Baltassàr, Anania Sadrac, Misaele Mesac e
Azaria Abdènego.
8Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi
banchetti e chiese al capo dei funzionari di non obbligarlo a contaminarsi. 9Dio fece sì che
Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. 10Però egli disse a
Daniele: «Io temo che il re, mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le
vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e così mi rendereste
responsabile davanti al re». 11Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari
aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria: 12«Mettici alla prova per dieci giorni,
dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, 13poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce
con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi servi come avrai
constatato». 14Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni, 15al termine
dei quali si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri
giovani che mangiavano le vivande del re. 16Da allora in poi il sovrintendente fece togliere
l’assegnazione delle vivande e del vino che bevevano, e diede loro soltanto verdure.
17Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e
rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
18Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo
dei funzionari li portò a Nabucodònosor. 19Il re parlò con loro, ma fra tutti non
si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re;
20su qualunque argomento in fatto di sapienza e intelligenza il re li interrogasse, li trovava dieci
volte superiori a tutti i maghi e indovini che c’erano in tutto il suo regno. 21Così
Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro.
1Nel secondo anno del suo regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato
da non poter più dormire. 2Allora il re ordinò che fossero chiamati i maghi, gli
indovini, gli incantatori e i Caldei a spiegargli i sogni. Questi vennero e si presentarono al re.
3Egli disse loro: «Ho fatto un sogno e il mio animo si è tormentato per trovarne la
spiegazione». 4I Caldei risposero al re: «O re, vivi per sempre. Racconta il sogno ai tuoi
servi e noi te ne daremo la spiegazione». 5Rispose il re ai Caldei: «La mia decisione
è ferma: se voi non mi fate conoscere il sogno e la sua spiegazione, sarete fatti a pezzi e le vostre case
saranno ridotte a letamai. 6Se invece mi rivelerete il sogno e la sua spiegazione, riceverete da me
doni, regali e grandi onori. Rivelatemi dunque il sogno e la sua spiegazione». 7Essi
replicarono: «Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione».
8Rispose il re: «Comprendo bene che voi volete guadagnare tempo, perché vedete che la mia
decisione è ferma. 9Se non mi fate conoscere il sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi
siete messi d’accordo per darmi risposte astute e false, in attesa che le circostanze mutino. Perciò
ditemi il sogno e io saprò che voi siete in grado di darmene anche la spiegazione». 10I
Caldei risposero davanti al re: «Non c’è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta
del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile a un mago, indovino o
Caldeo. 11La richiesta del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la
risposta, se non gli dèi la cui dimora non è tra gli uomini».
12Allora il re andò su tutte le furie e, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di
Babilonia fossero messi a morte. 13Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi;
anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.
14Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòc, capo delle guardie del
re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia, 15e disse ad Ariòc, ufficiale del re:
«Perché il re ha emanato un decreto così severo?». Ariòc ne spiegò il
motivo a Daniele. 16Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo: egli
avrebbe dato la spiegazione del sogno al re. 17Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa
ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria, 18affinché implorassero misericordia dal Dio del
cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con
tutti gli altri saggi di Babilonia.
19Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il
Dio del cielo:
20«Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo,
perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.
21Egli alterna tempi e stagioni,
depone i re e li innalza,
concede la sapienza ai saggi,
agli intelligenti il sapere.
22Svela cose profonde e occulte
e sa quello che è celato nelle tenebre,
e presso di lui abita la luce.
23Gloria e lode a te, Dio dei miei padri,
che mi hai concesso la sapienza e la forza,
mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato
e ci hai fatto conoscere la richiesta del re».
24Allora Daniele si recò da Ariòc, al quale il re aveva affidato l’incarico di
uccidere i saggi di Babilonia, si presentò e gli disse: «Non uccidere i saggi di Babilonia, ma
conducimi dal re e io gli rivelerò la spiegazione del sogno». 25Ariòc condusse in
fretta Daniele alla presenza del re e gli disse: «Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, il quale
farà conoscere al re la spiegazione del sogno». 26Il re disse allora a Daniele, chiamato
Baltassàr: «Puoi tu davvero farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua spiegazione?».
27Daniele, davanti al re, rispose: «Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può
essere spiegato né da saggi né da indovini, né da maghi né da astrologi;
28ma c’è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha fatto conoscere al re
Nabucodònosor quello che avverrà alla fine dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le
visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto. 29O re, i pensieri che ti
sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto farti conoscere
ciò che dovrà avvenire. 30Se a me è stato svelato questo mistero, non è
perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione
al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. 31Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua,
una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. 32Aveva
la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, 33le
gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte d’argilla. 34Mentre stavi guardando, una
pietra si staccò dal monte, ma senza intervento di mano d’uomo, e andò a battere contro i
piedi della statua, che erano di ferro e d’argilla, e li frantumò. 35Allora si
frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come la pula
sulle aie d’estate; il vento li portò via senza lasciare traccia, mentre la pietra, che aveva
colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta la terra.
36Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. 37Tu, o re, sei il re dei
re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria. 38Dovunque si
trovino figli dell’uomo, animali selvatici e uccelli del cielo, egli li ha dati nelle tue mani; tu li
domini tutti: tu sei la testa d’oro. 39Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al
tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. 40Ci sarà poi
un quarto regno, duro come il ferro: come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno
spezzerà e frantumerà tutto. 41Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte
d’argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma ci
sarà in esso la durezza del ferro, poiché hai veduto il ferro unito all’argilla fangosa.
42Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, ciò significa che
una parte del regno sarà forte e l’altra fragile. 43Il fatto d’aver visto il ferro
mescolato all’argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno
diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l’argilla fangosa. 44Al tempo di
questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà
trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà
per sempre. 45Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per intervento
di una mano, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio
grande ha fatto conoscere al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna
di fede ne è la spiegazione».
46Allora il re Nabucodònosor si prostrò con la faccia a terra, adorò Daniele e
ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. 47Quindi, rivolto a Daniele, gli disse:
«Certo, il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri,
poiché tu hai potuto svelare questo mistero». 48Il re esaltò Daniele e gli fece
molti preziosi regali, lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di tutti i saggi
di Babilonia; 49su richiesta di Daniele, il re fece amministratori della provincia di Babilonia
Sadrac, Mesac e Abdènego. Daniele rimase alla corte del re.
1Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d’oro, alta sessanta cubiti e larga
sei, e l’aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. 2Quindi il re
Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i
giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero
all’inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
3I sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e
tutte le alte autorità delle province vennero all’inaugurazione della statua che aveva fatto erigere
il re Nabucodònosor. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere da Nabucodònosor.
4Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto
questo proclama: 5Quando voi udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del
salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d’oro
che il re Nabucodònosor ha fatto erigere. 6Chiunque non si prostrerà e non
adorerà, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente».
7Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, non appena ebbero udito il suono del corno, del
flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e
adorarono la statua d’oro che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
8Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei 9e
andarono a dire al re Nabucodònosor: «O re, vivi per sempre! 10Tu hai decretato, o re,
che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della
zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, deve prostrarsi e adorare la statua d’oro:
11chiunque non si prostrerà e non l’adorerà, sia gettato in mezzo a una fornace di
fuoco ardente. 12Ora, ci sono alcuni Giudei, che hai fatto amministratori della provincia di
Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abdènego, che non ti obbediscono, o re: non servono i tuoi
dèi e non adorano la statua d’oro che tu hai fatto erigere».
13Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac,
Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. 14Nabucodònosor disse loro:
«È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la
statua d’oro che io ho fatto erigere? 15Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del
flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete
pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete
gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
16Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo
bisogno di darti alcuna risposta in proposito; 17sappi però che il nostro Dio, che serviamo,
può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. 18Ma anche se non ci
liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu
hai eretto».
19Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di
Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più
del solito. 20Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare
Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. 21Furono infatti legati,
vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace
di fuoco ardente. 22Poiché l’ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma
del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego. 23E questi tre,
Sadrac, Mesac e Abdènego, caddero legati nella fornace di fuoco ardente. 24Essi passeggiavano
in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore.
25Azaria si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
26«Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri;
degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre.
27Tu sei giusto in tutto ciò che ci hai fatto;
tutte le tue opere sono vere,
rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi.
28Giusto è stato il tuo giudizio
per quanto hai fatto ricadere su di noi
e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme.
Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo
a causa dei nostri peccati,
29poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui,
allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo.
Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti,
30non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto
quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.
31Ora, quanto hai fatto ricadere su di noi,
tutto ciò che ci hai fatto,
l’hai fatto con retto giudizio:
32ci hai dato in potere dei nostri nemici,
ingiusti, i peggiori fra gli empi,
e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra.
33Ora non osiamo aprire la bocca:
disonore e disprezzo sono toccati a quelli che ti servono,
a quelli che ti adorano.
34Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
35non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
36ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
37Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
38Ora non abbiamo più né principe
né profeta né capo né olocausto
né sacrificio né oblazione né incenso
né luogo per presentarti le primizie
e trovare misericordia.
39Potessimo essere accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocausti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
40Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito,
perché non c’è delusione per coloro che confidano in te.
41Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
42Fa’ con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia.
43Salvaci con i tuoi prodigi,
da’ gloria al tuo nome, Signore.
44Siano invece confusi quanti mostrano il male ai tuoi servi,
siano coperti di vergogna,
privati della loro potenza e del loro dominio,
e sia infranta la loro forza!
45Sappiano che tu sei il Signore,
il Dio unico e glorioso su tutta la terra».
46I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace,
con bitume, stoppa, pece e sarmenti. 47La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace
48e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. 49Ma
l’angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da
loro la fiamma del fuoco della fornace 50e rese l’interno della fornace come se vi soffiasse
dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non
diede loro alcuna molestia.
51Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella
fornace dicendo:
52«Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
53Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
54Benedetto sei tu sul trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
55Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
56Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
57Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
58Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
59Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
60Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
61Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
62Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
63Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
64Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
65Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
66Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
67Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
68Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
69Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
70Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
71Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
72Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
73Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
74Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
75Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
76Benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
77Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
78Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
79Benedite, mostri marini e quanto si muove nell’acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
80Benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
81Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
82Benedite, figli dell’uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
83Benedite, figli d’Israele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
84Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
85Benedite, servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
86Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
87Benedite, santi e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
88Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl’inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha liberati dalla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
89Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché il suo amore è per sempre.
90Benedite, voi tutti che temete il Signore, il Dio degli dèi,
lodatelo e celebratelo, perché il suo amore è per sempre».
91Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri:
«Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero.
92Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco,
senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi».
93Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a
dire: «Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadrac,
Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco. 94Quindi i sàtrapi, i governatori, i prefetti e i
ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto
nessun potere, che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati
e neppure l’odore del fuoco era penetrato in essi.
95Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il
quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del
re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all’infuori del loro Dio.
96Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga,
proferirà offesa contro il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, sia fatto a pezzi e la sua casa sia
ridotta a letamaio, poiché non c’è nessun altro dio che possa liberare allo stesso
modo».
97Da allora il re diede autorità a Sadrac, Mesac e Abdènego nella provincia di
Babilonia.
98Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra:
«Abbondi la vostra pace! 99Mi è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie
che il Dio altissimo ha fatto per me.
100Quanto sono grandi i suoi prodigi
e quanto potenti le sue meraviglie!
Il suo regno è un regno eterno
e il suo dominio di generazione in generazione».
1Io, Nabucodònosor, ero tranquillo nella mia casa e felice nel mio palazzo, 2quando
ebbi un sogno che mi spaventò. Mentre ero nel mio letto, le immaginazioni e le visioni della mia mente mi
turbarono. 3Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a
me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno.
4Allora vennero i maghi, gli indovini, i Caldei e gli astrologi, ai quali esposi il sogno, ma non me
ne potevano dare la spiegazione. 5Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltassàr dal
nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dèi santi, e gli raccontai il sogno
6dicendo: «Baltassàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli
dèi santi è in te e che nessun mistero ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in
sogno: tu dammene la spiegazione. 7Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto,
erano queste:
Io stavo guardando,
ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla terra.
8Quell’albero divenne alto, robusto,
la sua cima giungeva al cielo
ed era visibile fino all’estremità della terra.
9Le sue foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti
e vi era in esso da mangiare per tutti.
Le bestie del campo si riparavano alla sua ombra
e gli uccelli del cielo dimoravano fra i suoi rami;
di esso si nutriva ogni vivente.
10Mentre nel mio letto stavo osservando
le visioni che mi passavano per la mente,
ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo
11e gridò a voce alta:
“Tagliate l’albero e troncate i suoi rami:
scuotete le foglie, disperdetene i frutti:
fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami.
12Lasciate però nella terra il ceppo con le radici,
legato con catene di ferro e di bronzo
sull’erba fresca del campo;
sia bagnato dalla rugiada del cielo
e abbia sorte comune con le bestie sull’erba della terra.
13Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano
gli sia dato un cuore di bestia;
sette tempi passino su di lui.
14Così è deciso per sentenza dei vigilanti
e secondo la parola dei santi.
Così i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare
a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini”.
15Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltassàr,
dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne
spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi».
16Allora Daniele, chiamato Baltassàr, rimase per qualche tempo confuso e turbato dai suoi
pensieri. Ma il re gli disse: «Baltassàr, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione».
Rispose Baltassàr: «Signore mio, valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi
avversari. 17L’albero che tu hai visto, alto e robusto, la cui cima giungeva fino al cielo ed
era visibile per tutta la terra 18e le cui foglie erano belle e i frutti abbondanti e in cui
c’era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami abitavano gli
uccelli del cielo, 19sei tu, o re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è
cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso fino all’estremità della
terra.
20Che il re abbia visto un vigilante, un santo che discendeva dal cielo e diceva: “Tagliate
l’albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo con le sue radici, legato con catene di
ferro e di bronzo sull’erba fresca del campo; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con
le bestie del campo, finché sette tempi siano passati su di lui”, 21questa, o re, ne
è la spiegazione e questo è il decreto dell’Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re,
mio signore: 22Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie del
campo; ti pascerai di erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te,
finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi
vuole.
23L’ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell’albero
significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il
dominio. 24Perciò, o re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina
e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga
prosperità».
25Tutto questo accadde al re Nabucodònosor.
26Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza del palazzo reale di Babilonia, 27il re
prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia con la forza della
mia potenza e per la gloria della mia maestà?». 28Queste parole erano ancora sulle labbra
del re, quando una voce venne dal cielo: «A te io parlo, o re Nabucodònosor: il regno ti è
tolto! 29Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie del campo; ti
pascerai di erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l’Altissimo
domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole».
30In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal
consorzio umano, mangiò l’erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i
capelli gli crebbero come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli.
31«Ma finito quel tempo io, Nabucodònosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione
tornò in me e benedissi l’Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno,
il cui potere è potere eterno
e il cui regno è di generazione in generazione.
32Tutti gli abitanti della terra
sono, davanti a lui, come un nulla;
egli tratta come vuole le schiere del cielo
e gli abitanti della terra.
Nessuno può fermargli la mano e dirgli: “Che cosa fai?”.
33In quel tempo tornò in me la conoscenza e, con la gloria del regno, mi fu restituita la mia
maestà e il mio splendore: i miei ministri e i miei dignitari mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio
regno e mi fu concesso un potere anche più grande. 34Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto
e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono vere e le sue vie sono giuste; egli ha il potere di umiliare
coloro che camminano nella superbia».
1Il re Baldassàr imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con
loro si diede a bere vino. 2Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero
portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di
Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine.
3Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Dio a Gerusalemme,
e il re, i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; 4mentre bevevano il
vino, lodavano gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra.
5In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere
sull’intonaco della parete del palazzo reale, di fronte al candelabro, e il re vide il palmo di quella mano
che scriveva. 6Allora il re cambiò colore: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei
suoi fianchi si allentarono, i suoi ginocchi battevano l’uno contro l’altro.
7Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli indovini, i Caldei e gli astrologi.
Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne
darà la spiegazione, sarà vestito di porpora, porterà una collana d’oro al collo e
sarà terzo nel governo del regno». 8Allora entrarono tutti i saggi del re, ma non
poterono leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione. 9Il re Baldassàr rimase
molto turbato e cambiò colore; anche i suoi dignitari restarono sconcertati.
10La regina, alle parole del re e dei suoi dignitari, entrò nella sala del banchetto e, rivolta
al re, gli disse: «O re, vivi in eterno! I tuoi pensieri non ti spaventino né si cambi il colore del
tuo volto. 11C’è nel tuo regno un uomo nel quale è lo spirito degli dèi
santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli
dèi. Il re Nabucodònosor, tuo padre, lo aveva fatto capo dei maghi, degli indovini, dei Caldei e
degli astrologi. 12Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltassàr, uno
spirito straordinario, intelligenza e capacità di interpretare sogni, spiegare enigmi, risolvere questioni
difficili. Si convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione».
13Fu allora introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele, un
deportato dei Giudei, che il re, mio padre, ha portato qui dalla Giudea? 14Ho inteso dire che tu
possiedi lo spirito degli dèi santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria.
15Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli indovini per leggere questa scrittura e
darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci di rivelarne il significato. 16Ora, mi è stato
detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e risolvere questioni difficili. Se quindi potrai leggermi questa
scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e
sarai terzo nel governo del regno».
17Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da’ ad altri i tuoi regali:
tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione.
18O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor, tuo padre, regno, grandezza, gloria e
maestà. 19Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano
e tremavano davanti a lui: egli uccideva chi voleva e faceva vivere chi voleva, innalzava chi voleva e abbassava
chi voleva.
20Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò nell’alterigia,
fu deposto dal trono del suo regno e gli fu tolta la sua gloria. 21Fu cacciato dal consorzio umano e
il suo cuore divenne simile a quello delle bestie, la sua dimora fu con gli asini selvatici e mangiò
l’erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio
altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale colloca chi gli piace.
22Tu, Baldassàr, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di
tutto questo. 23Anzi, ti sei innalzato contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i
vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode
agli dèi d’argento, d’oro, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non
odono e non comprendono, e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono
tutte le tue vie. 24Da lui fu allora mandato il palmo di quella mano che ha tracciato quello
scritto.
25E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel, Peres, 26e
questa ne è l’interpretazione: Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine;
27Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente;
28Peres: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
29Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una collana d’oro
al collo e con bando pubblico fu dichiarato terzo nel governo del regno.
30In quella stessa notte Baldassàr, re dei Caldei, fu ucciso.
1Dario il Medo ricevette il regno, all’età di circa sessantadue anni.
2Dario volle costituire nel suo regno centoventi sàtrapi e ripartirli per tutte le province.
3A capo dei sàtrapi mise tre funzionari, di cui uno fu Daniele, ai quali i sàtrapi
dovevano rendere conto perché nessun danno ne soffrisse il re. 4Ora Daniele era superiore agli
altri funzionari e ai sàtrapi, perché possedeva uno spirito straordinario, tanto che il re pensava
di metterlo a capo di tutto il suo regno. 5Perciò tanto i funzionari che i sàtrapi
cercavano di trovare qualche pretesto contro Daniele nell’amministrazione del regno. Ma non potendo trovare
nessun motivo di accusa né colpa, perché egli era fedele e non aveva niente da farsi rimproverare,
6quegli uomini allora pensarono: «Non possiamo trovare altro pretesto per accusare Daniele, se
non nella legge del suo Dio».
7Perciò quei funzionari e i sàtrapi si radunarono presso il re e gli dissero: «O
re Dario, vivi in eterno! 8Tutti i funzionari del regno, i governatori, i sàtrapi, i ministri e
i prefetti sono del parere che venga pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, per la durata
di trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo all’infuori di te, o re, sia gettato nella fossa
dei leoni. 9Ora, o re, emana il decreto e fallo mettere per iscritto, perché sia immutabile,
come sono le leggi di Media e di Persia, che sono irrevocabili». 10Allora il re Dario
ratificò il decreto scritto.
11Daniele, quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le finestre della sua
stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio,
come era solito fare anche prima.
12Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio.
13Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo al suo decreto: «Non hai approvato un decreto
che chiunque, per la durata di trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo all’infuori di te, o
re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è irrevocabile
come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani». 14«Ebbene – replicarono al re
–, Daniele, quel deportato dalla Giudea, non ha alcun rispetto né di te, o re, né del tuo
decreto: tre volte al giorno fa le sue preghiere».
15Il re, all’udire queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e
fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per liberarlo. 16Ma quegli uomini si riunirono di nuovo
presso il re e gli dissero: «Sappi, o re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto
emanato dal re non può essere mutato».
17Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e lo si gettasse nella fossa dei leoni. Il re,
rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!».
18Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo
anello e con l’anello dei suoi dignitari, perché niente fosse mutato riguardo a Daniele.
19Quindi il re ritornò al suo palazzo, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta
nessuna concubina e anche il sonno lo abbandonò.
20La mattina dopo il re si alzò di buon’ora e allo spuntare del giorno andò in
fretta alla fossa dei leoni. 21Quando fu vicino, il re chiamò Daniele con voce mesta:
«Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai
leoni?». 22Daniele rispose: «O re, vivi in eterno! 23Il mio Dio ha mandato il
suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato
trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
24Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito,
non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio.
25Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati
nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancora giunti al fondo della fossa, che i leoni
si avventarono contro di loro e ne stritolarono tutte le ossa.
26Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra:
«Abbondi la vostra pace. 27Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto
l’impero a me soggetto si tremi e si tema davanti al Dio di Daniele,
perché egli è il Dio vivente,
che rimane in eterno;
il suo regno non sarà mai distrutto
e il suo potere non avrà mai fine.
28Egli salva e libera,
fa prodigi e miracoli in cielo e in terra:
egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».
29Questo Daniele fu in grande onore sotto il regno di Dario e il regno di Ciro il Persiano.
1Nel primo anno di Baldassàr, re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e
visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la seguente relazione.
2Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna, ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano
impetuosamente sul Mare Grande 3e quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra,
salivano dal mare.
4La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono strappate
le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo.
5Poi ecco una seconda bestia, simile a un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole
in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne».
6Dopo di questa, mentre stavo guardando, eccone un’altra simile a un leopardo, la quale aveva
quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il potere.
7Dopo di questa, stavo ancora guardando nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia, spaventosa,
terribile, d’una forza straordinaria, con grandi denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo
metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.
8Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più
piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli
di un uomo e una bocca che proferiva parole arroganti.
9Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
10Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
11Continuai a guardare a causa delle parole arroganti che quel corno proferiva, e vidi che la bestia
fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare nel fuoco. 12Alle altre bestie fu tolto il
potere e la durata della loro vita fu fissata fino a un termine stabilito.
13Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
14Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.
15Io, Daniele, mi sentii agitato nell’animo, tanto le visioni della mia mente mi avevano
turbato; 16mi accostai a uno dei vicini e gli domandai il vero significato di tutte queste cose ed
egli me ne diede questa spiegazione: 17«Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che
sorgeranno dalla terra; 18ma i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per
sempre, in eterno».
19Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e
molto spaventosa, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo, che divorava, stritolava e il rimanente se lo
metteva sotto i piedi e lo calpestava, 20e anche intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e
intorno a quell’ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna e del perché
quel corno aveva occhi e una bocca che proferiva parole arroganti e appariva maggiore delle altre corna.
21Io intanto stavo guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva,
22finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo e giunse il tempo
in cui i santi dovevano possedere il regno.
23Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che ci sarà sulla terra un quarto
regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra, la schiaccerà e la stritolerà.
24Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà un
altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re 25e proferirà parole contro
l’Altissimo e insulterà i santi dell’Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge. I
santi gli saranno dati in mano per un tempo, tempi e metà di un tempo. 26Si terrà poi il
giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto completamente.
27Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo
dei santi dell’Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e gli
obbediranno».
28Qui finisce il racconto. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto
cambiò e conservai tutto questo nel cuore.
1Il terzo anno del regno del re Baldassàr io, Daniele, ebbi un’altra visione dopo quella
che mi era apparsa prima. 2Quand’ebbi questa visione, mi trovavo nella cittadella di Susa, che
è nella provincia dell’Elam, e mi sembrava, in visione, di essere presso il fiume Ulài.
3Alzai gli occhi e guardai. Ecco, un montone, in piedi, stava di fronte al fiume. Aveva due corna
alte, ma un corno era più alto dell’altro, sebbene fosse spuntato dopo. 4Io vidi che quel
montone cozzava verso l’occidente, il settentrione e il mezzogiorno e nessuna bestia gli poteva resistere,
né alcuno era in grado di liberare dal suo potere: faceva quello che gli pareva e divenne grande.
5Io stavo attento, ed ecco un capro venire da occidente, sulla terra, senza toccarne il suolo: aveva
fra gli occhi un grande corno. 6Si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo visto in
piedi di fronte al fiume, e gli si scagliò contro con tutta la forza. 7Dopo averlo assalito, lo
vidi imbizzarrirsi e cozzare contro di lui e spezzargli le due corna, senza che il montone avesse la forza di
resistergli; poi lo gettò a terra e lo calpestò e nessuno liberava il montone dal suo potere.
8Il capro divenne molto potente; ma al culmine della sua forza quel suo grande corno si spezzò
e al posto di quello sorsero altre quattro corna, verso i quattro venti del cielo. 9Da uno di quelli
uscì un piccolo corno, che crebbe molto verso il mezzogiorno, l’oriente e verso la magnifica terra:
10s’innalzò fin contro l’esercito celeste e gettò a terra una parte di
quella schiera e una parte delle stelle e le calpestò. 11S’innalzò fino al capo
dell’esercito e gli tolse il sacrificio quotidiano e fu rovesciata la santa dimora. 12A causa
del peccato un esercito gli fu dato in luogo del sacrificio quotidiano e la verità fu gettata a terra;
ciò esso fece e vi riuscì.
13Udii parlare un santo e un altro santo dire a quello che parlava: «Fino a quando durerà
questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la trasgressione devastante, il santuario e la milizia
calpestati?». 14Gli rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi al santuario
sarà resa giustizia».
15Mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me uno in
piedi, dall’aspetto d’uomo; 16intesi la voce di un uomo, in mezzo all’Ulài,
che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la visione». 17Egli venne dove io ero e
quando giunse io ebbi paura e caddi con la faccia a terra. Egli mi disse: «Figlio dell’uomo,
comprendi bene, questa visione riguarda il tempo della fine». 18Mentre egli parlava con me,
caddi svenuto con la faccia a terra; ma egli mi toccò e mi fece alzare.
19Egli disse: «Ecco, io ti faccio conoscere ciò che avverrà al termine
dell’ira, poiché al tempo fissato ci sarà la fine. 20Il montone con due corna, che
tu hai visto, significa il re di Media e di Persia; 21il capro è il re di Iavan e il grande
corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il primo re. 22Che quello sia stato spezzato e quattro
ne siano sorti al posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione, ma non con la
medesima potenza di lui.
23Alla fine del loro regno, quando l’empietà avrà raggiunto il colmo,
sorgerà un re audace, esperto in enigmi. 24La sua potenza si rafforzerà, ma non per
forza propria; causerà inaudite rovine, avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e
il popolo dei santi. 25Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si
insuperbirà in cuor suo e impunemente farà perire molti: insorgerà contro il principe dei
prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d’uomo. 26La visione di sere
e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu tieni segreta la visione, perché riguarda
cose che avverranno fra molti giorni».
27Io, Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni: poi mi alzai e sbrigai gli affari del
re: ma ero stupefatto della visione, perché non la potevo comprendere.
1Nell’anno primo di Dario, figlio di Serse, della progenie dei Medi, il quale era stato
costituito re sopra il regno dei Caldei, 2nel primo anno del suo regno io, Daniele, tentavo di
comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e che si dovevano
compiere per le rovine di Gerusalemme, cioè settant’anni. 3Mi rivolsi al Signore Dio alla
ricerca di un responso con preghiera e suppliche, con il digiuno, veste di sacco e cenere 4e feci la
mia preghiera e la mia confessione al Signore, mio Dio: «Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele
all’alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, 5abbiamo
peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e
dalle tue leggi! 6Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali nel tuo nome hanno parlato ai
nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. 7A te conviene la
giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancora oggi per gli uomini di Giuda, per gli
abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i
delitti che hanno commesso contro di te. 8Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai
nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; 9al Signore,
nostro Dio, la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, 10non
abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, né seguito quelle leggi che egli ci aveva dato per
mezzo dei suoi servi, i profeti. 11Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, si è allontanato
per non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi la maledizione sancita con giuramento,
scritto nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di lui.
12Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunciato contro di noi e i nostri governanti,
mandando su di noi un male così grande, che sotto tutto il cielo mai è accaduto nulla di simile a
quello che si è verificato per Gerusalemme. 13Tutto questo male è venuto su di noi,
proprio come sta scritto nella legge di Mosè. Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore, nostro Dio,
convertendoci dalle nostre iniquità e riconoscendo la tua verità. 14Il Signore ha
vegliato sopra questo male, l’ha mandato su di noi, poiché il Signore, nostro Dio, è giusto
in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la sua voce. 15Signore, nostro Dio, che hai
fatto uscire il tuo popolo dall’Egitto con mano forte e ti sei fatto un nome qual è oggi, noi
abbiamo peccato, abbiamo agito da empi. 16Signore, secondo la tua giustizia, si plachi la tua ira e il
tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, tuo monte santo, poiché per i nostri peccati e per
l’iniquità dei nostri padri Gerusalemme e il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso tutti i
nostri vicini.
17Ora ascolta, nostro Dio, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche e per amor tuo, o Signore,
fa’ risplendere il tuo volto sopra il tuo santuario, che è devastato. 18Porgi
l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre distruzioni e la città sulla quale
è stato invocato il tuo nome! Noi presentiamo le nostre suppliche davanti a te, confidando non sulla
nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia.
19Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te stesso,
mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo».
20Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio popolo
Israele e presentavo la supplica al Signore, mio Dio, per il monte santo del mio Dio, 21mentre dunque
parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora
dell’offerta della sera.
22Egli, giunto presso di me, mi rivolse la parola e mi disse: «Daniele, sono venuto per
istruirti e farti comprendere. 23Fin dall’inizio delle tue suppliche è uscita una parola
e io sono venuto per annunciartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora sta’ attento alla parola e
comprendi la visione:
24Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all’empietà,
mettere i sigilli ai peccati,
espiare l’iniquità,
stabilire una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia
e ungere il Santo dei Santi.
25Sappi e intendi bene:
da quando uscì la parola
sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme
fino a un principe consacrato,
vi saranno sette settimane.
Durante sessantadue settimane
saranno restaurati, riedificati piazze e fossati,
e ciò in tempi angosciosi.
26Dopo sessantadue settimane,
un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui.
Il popolo di un principe che verrà
distruggerà la città e il santuario;
la sua fine sarà un’inondazione
e guerra e desolazioni sono decretate fino all’ultimo.
27Egli stringerà una solida alleanza con molti
per una settimana e, nello spazio di metà settimana,
farà cessare il sacrificio e l’offerta;
sull’ala del tempio porrà l’abominio devastante,
finché un decreto di rovina
non si riversi sul devastatore».
1L’anno terzo di Ciro, re dei Persiani, fu rivelata una parola a Daniele, chiamato
Baltassàr. Vera è la parola e la lotta è grande. Egli comprese la parola e gli fu dato
d’intendere la visione.
2In quel tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane, 3non mangiai cibo prelibato,
non mi entrò in bocca né carne né vino e non mi unsi d’unguento, finché non
furono compiute tre settimane. 4Il giorno ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del
grande fiume, cioè il Tigri, 5alzai gli occhi e guardai, ed ecco un uomo vestito di lino, con
ai fianchi una cintura d’oro di Ufaz; 6il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva
l’aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le sue gambe
somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.
7Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un grande
terrore si impadronì di loro e fuggirono a nascondersi. 8Io rimasi solo a contemplare quella
grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze.
9Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono delle sue parole, caddi stordito con la
faccia a terra.
10Ed ecco, una mano mi toccò e tutto tremante mi fece alzare sulle ginocchia, appoggiato sulla
palma delle mani. 11Poi egli mi disse: «Daniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti
rivolgo, àlzati in piedi, perché ora sono stato mandato a te». Quando mi ebbe detto questo,
io mi alzai in piedi tremando.
12Egli mi disse: «Non temere, Daniele, perché fin dal primo giorno in cui ti sei sforzato
di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto in risposta alle tue
parole. 13Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però
Michele, uno dei prìncipi supremi, mi è venuto in aiuto e io l’ho lasciato là presso
il principe del re di Persia; 14ora sono venuto per farti intendere ciò che avverrà al
tuo popolo alla fine dei giorni, poiché c’è ancora una visione per quei giorni».
15Mentre egli parlava con me in questa maniera, chinai la faccia a terra e ammutolii.
16Ed ecco, uno con sembianze di uomo mi toccò le labbra: io aprii la bocca e parlai e dissi a
colui che era in piedi davanti a me: «Signore mio, nella visione i miei dolori sono tornati su di me e ho
perduto tutte le energie. 17Come potrebbe questo servo del mio signore parlare con il mio signore, dal
momento che non è rimasto in me alcun vigore e mi manca anche il respiro?». 18Allora di
nuovo quella figura d’uomo mi toccò, mi rese le forze 19e mi disse: «Non temere,
uomo prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfràncati». Mentre egli parlava con me, io mi sentii
ritornare le forze e dissi: «Parli il mio signore, perché tu mi hai ridato forza».
20Allora mi disse: «Sai perché io sono venuto da te? Ora tornerò di nuovo a
lottare con il principe di Persia, poi uscirò, ed ecco, verrà il principe di Iavan. 21Io
ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità. Nessuno mi aiuta in questo,
se non Michele, il vostro principe.
1E io, nell’anno primo di Dario, il Medo, mi tenni presso di lui per dargli rinforzo e
sostegno.
2E ora io ti manifesterò la verità. Ecco, vi saranno ancora tre re in Persia, poi il
quarto acquisterà ricchezze superiori a tutti gli altri e, dopo essersi reso potente con le ricchezze,
muoverà con tutti i suoi contro il regno di Iavan.
3Sorgerà quindi un re potente, che dominerà sopra un grande impero e farà
ciò che vuole, 4ma appena si sarà affermato, il suo regno verrà smembrato e
diviso ai quattro venti del cielo, ma non fra i suoi discendenti né con la stessa forza che egli
possedeva; il suo regno sarà infatti estirpato e dato ad altri anziché ai suoi discendenti.
5Il re del mezzogiorno diverrà potente e uno dei suoi capitani sarà più forte di
lui e il suo impero sarà grande. 6Dopo qualche anno faranno alleanza e la figlia del re del
mezzogiorno verrà al re del settentrione per fare la pace, ma non potrà conservare la forza del suo
braccio e non resisterà né lei né la sua discendenza e sarà condannata a morte
insieme con i suoi seguaci, il figlio e colui che l’ha sostenuta.
7In quei tempi da un germoglio delle sue radici sorgerà uno, al posto di costui, e verrà
con un esercito e avanzerà contro le fortezze del re del settentrione, le assalirà e se ne
impadronirà. 8Condurrà in Egitto i loro dèi con le loro immagini e i loro
preziosi oggetti d’argento e d’oro, come preda di guerra; poi per qualche anno si asterrà dal
contendere con il re del settentrione. 9Andrà nel regno del re del mezzogiorno e tornerà
nella sua terra.
10Poi suo figlio si preparerà alla guerra, raccogliendo una moltitudine di grandi eserciti, con
i quali avanzerà come un’inondazione: attraverserà il paese per attaccare di nuovo battaglia
e giungere sino alla sua fortezza. 11Il re del mezzogiorno, inasprito, uscirà per combattere
contro il re del settentrione, che si muoverà con un grande esercito, ma questo cadrà in potere del
re del mezzogiorno, 12il quale, dopo aver disfatto quell’esercito, si gonfierà
d’orgoglio, ma pur avendo abbattuto decine di migliaia, non per questo sarà più forte.
13Il re del settentrione di nuovo metterà insieme un grande esercito, più grande di
quello di prima, e dopo qualche anno avanzerà con un grande esercito e con grande apparato.
14In quel tempo molti si alzeranno contro il re del mezzogiorno e uomini violenti del tuo popolo
insorgeranno per dare compimento alla visione, ma cadranno.
15Il re del settentrione verrà, costruirà terrapieni e occuperà una città
ben fortificata. Le forze del mezzogiorno, con truppe scelte, non potranno resistere; mancherà loro la
forza per opporre resistenza. 16L’invasore farà ciò che vorrà e nessuno gli
si potrà opporre; si stabilirà in quella magnifica terra e la distruzione sarà nelle sue
mani. 17Quindi si proporrà di occupare tutto il regno del re del mezzogiorno, stipulerà
un’alleanza con lui e gli darà sua figlia per rovinarlo, ma la cosa non riuscirà e non
raggiungerà il suo scopo. 18Poi si volgerà verso le isole e ne prenderà molte, ma
un comandante farà cessare la sua arroganza, facendola ricadere sopra di lui. 19Si
volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma inciamperà, cadrà,
scomparirà.
20Sorgerà quindi al suo posto uno che manderà esattori nella terra che è
splendore del suo regno, ma in pochi giorni sarà stroncato, non nel furore di una rivolta né in
battaglia.
21Gli succederà poi un uomo abietto, privo di dignità regale: verrà di sorpresa e
occuperà il regno con la frode. 22Le forze armate saranno annientate davanti a lui e
sarà stroncato anche il capo dell’alleanza. 23Non appena sarà stata stipulata
un’alleanza con lui, egli agirà con la frode, crescerà e si consoliderà con poca
gente. 24Entrerà di sorpresa nei luoghi più fertili della provincia e farà cose
che né i suoi padri né i padri dei suoi padri osarono fare; distribuirà alla sua gente
preda, spoglie e ricchezze e ordirà progetti contro le fortezze, ma ciò fino a un certo tempo.
25La sua potenza e il suo ardire lo spingeranno contro il re del mezzogiorno con un grande esercito, e
il re del mezzogiorno verrà a battaglia con un grande e potente esercito, ma non potrà resistere,
perché si ordiranno congiure contro di lui. 26I suoi stessi commensali saranno causa della sua
rovina; il suo esercito sarà travolto e molti cadranno uccisi. 27I due re non penseranno che a
farsi del male a vicenda e, seduti alla stessa tavola, parleranno con finzione, ma senza riuscire nei reciproci
intenti, perché li attenderà la fine, al tempo stabilito.
28Egli ritornerà nel suo paese con grandi ricchezze e con in cuore l’avversione alla
santa alleanza: agirà secondo i suoi piani e poi ritornerà nel suo paese. 29Al tempo
determinato verrà di nuovo contro il paese del mezzogiorno, ma quest’ultima impresa non
riuscirà come la prima. 30Verranno contro lui navi dei Chittìm ed egli si sentirà
scoraggiato e tornerà indietro. Si volgerà infuriato e agirà contro la santa alleanza, e al
suo ritorno se la intenderà con coloro che avranno abbandonato la santa alleanza. 31Forze da
lui armate si muoveranno a profanare il santuario della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi
metteranno l’abominio devastante.
32Con lusinghe egli sedurrà coloro che avranno tradito l’alleanza, ma quanti riconoscono
il proprio Dio si fortificheranno e agiranno. 33I più saggi tra il popolo ammaestreranno molti,
ma cadranno di spada, saranno dati alle fiamme, condotti in schiavitù e depredati per molti giorni.
34Mentre così cadranno, riceveranno un piccolo aiuto: molti però si uniranno a loro, ma
senza sincerità. 35Alcuni saggi cadranno perché fra loro vi siano di quelli purificati,
lavati, resi candidi fino al tempo della fine, che dovrà venire al tempo stabilito.
36Il re dunque farà ciò che vuole, s’innalzerà, si magnificherà
sopra ogni dio e proferirà cose inaudite contro il Dio degli dèi e avrà successo
finché non sarà colma l’ira; poiché ciò che è stato decretato si
compirà. 37Egli non si curerà neppure degli dèi dei suoi padri né del dio
amato dalle donne né di altro dio, poiché egli si esalterà sopra tutti.
38Onorerà invece il dio delle fortezze: onorerà, con oro e argento, con gemme e con cose
preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai conosciuto. 39Nel nome di quel dio straniero
attaccherà i bastioni delle fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà
loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.
40Al tempo della fine il re del mezzogiorno si scontrerà con lui e il re del settentrione gli
piomberà addosso, come turbine, con carri, con cavalieri e molte navi; entrerà nel suo territorio e
attraversandolo lo invaderà. 41Entrerà anche in quella magnifica terra e molti paesi
soccomberanno. Questi però scamperanno dalla sua mano: Edom, Moab e la parte migliore degli Ammoniti.
42Metterà così la mano su molti paesi; neppure l’Egitto scamperà.
43S’impadronirà di tesori d’oro e d’argento e di tutte le cose preziose
d’Egitto: i Libi e gli Etiopi saranno al suo seguito. 44Ma notizie dall’oriente e dal
settentrione lo turberanno: egli partirà con grande ira per distruggere e disperdere molti.
45Pianterà le tende reali fra il mare e lo splendore della santa montagna; poi giungerà
alla fine e nessuno verrà in suo aiuto.
1Ora, in quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in
quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
2Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e
gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. 3I saggi risplenderanno come lo splendore del
firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
4Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti
lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta».
5Io, Daniele, stavo guardando, ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del
fiume, l’altro di là sull’altra sponda. 6Uno disse all’uomo vestito di lino,
che era sulle acque del fiume: «Quando si compiranno queste cose meravigliose?». 7Udii
l’uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al cielo,
giurò per colui che vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero realizzate fra un tempo, tempi e
metà di un tempo, quando fosse giunta a compimento la distruzione della potenza del popolo santo.
8Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Signore mio, quale sarà la fine di queste
cose?». 9Egli mi rispose: «Va’, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate
fino al tempo della fine. 10Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno
empiamente: nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. 11Ora, dal
tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio devastante,
passeranno milleduecentonovanta giorni. 12Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a
milletrecentotrentacinque giorni. 13Tu, va’ pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua
sorte alla fine dei giorni».
1Abitava a Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, 2il quale aveva sposato una donna
chiamata Susanna, figlia di Chelkia, di rara bellezza e timorata di Dio. 3I suoi genitori, che erano
giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. 4Ioakìm era molto ricco e
possedeva un giardino vicino a casa, ed essendo stimato più di ogni altro, i Giudei andavano da lui.
5In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani; erano di quelli di cui il
Signore ha detto: «L’iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici,
che solo in apparenza sono guide del popolo». 6Questi frequentavano la casa di Ioakìm, e
tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. 7Quando il popolo, verso il
mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. 8I due
anziani, che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei:
9persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti
giudizi. 10Erano colpiti tutti e due dalla passione per lei, ma l’uno nascondeva all’altro
la sua pena, 11perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei.
12Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. 13Un giorno uno disse
all’altro: «Andiamo pure a casa: è l’ora di desinare». E usciti se ne andarono.
14Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo,
confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere da sola.
15Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole
ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. 16Non c’era nessun altro al
di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla. 17Susanna disse alle ancelle: «Portatemi
l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno». 18Esse
fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino e uscirono dalle porte laterali per portare ciò
che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani, poiché si erano nascosti.
19Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei 20e le
dissero: «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te;
acconsenti e concediti a noi. 21In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e
perciò hai fatto uscire le ancelle». 22Susanna, piangendo, esclamò: «Sono in
difficoltà da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle
vostre mani. 23Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al
Signore!». 24Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei
25e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
26I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per
vedere che cosa le stava accadendo. 27Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si
sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
28Il giorno dopo, quando il popolo si radunò nella casa di Ioakìm, suo marito, andarono
là anche i due anziani, pieni di perverse intenzioni, per condannare a morte Susanna. 29Rivolti
al popolo dissero: «Si faccia venire Susanna, figlia di Chelkia, moglie di Ioakìm». Mandarono
a chiamarla 30ed ella venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. 31Susanna era
assai delicata e bella di aspetto; 32aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto, per
godere almeno così della sua bellezza. 33Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
34I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. 35Ella
piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore. 36Gli anziani
dissero: «Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuso le
porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. 37Quindi è entrato da lei un giovane, che
era nascosto, e si è unito a lei. 38Noi, che eravamo in un angolo del giardino, vedendo quella
iniquità ci siamo precipitati su di loro. 39Li abbiamo sorpresi insieme, ma non abbiamo potuto
prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.
40Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, 41ma lei non ce l’ha
voluto dire. Di questo noi siamo testimoni». La moltitudine prestò loro fede, poiché erano
anziani e giudici del popolo, e la condannò a morte. 42Allora Susanna ad alta voce
esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, 43tu
lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato
contro di me». 44E il Signore ascoltò la sua voce.
45Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto,
chiamato Daniele, 46il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!».
47Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste tue parole?».
48Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli
d’Israele? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare né appurare la
verità! 49Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di
lei».
50Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo
a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell’anzianità».
51Daniele esclamò: «Separateli bene l’uno dall’altro e io li
giudicherò». 52Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo
invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, 53quando davi
sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il
giusto e l’innocente. 54Ora, dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li
hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco». 55Disse Daniele: «In
verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio
la sentenza e ti squarcerà in due». 56Allontanato questi, fece venire l’altro e gli
disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!
57Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia
di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. 58Dimmi dunque, sotto quale albero li hai
sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un leccio». 59Disse Daniele: «In
verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l’angelo di Dio ti aspetta con la
spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire».
60Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che
sperano in lui. 61Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la
loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo
62e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue
innocente. 63Chelkia e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna, insieme con il marito
Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di vergognoso. 64Da quel
giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.
1Il re Astiage si riunì ai suoi padri e gli succedette nel regno Ciro, il Persiano.
2Ora Daniele era intimo del re, ed era il più onorato di tutti gli amici del re. 3I
Babilonesi avevano un idolo chiamato Bel, al quale offrivano ogni giorno dodici sacchi di fior di farina,
quaranta pecore e sei barili di vino. 4Anche il re venerava questo idolo e andava ogni giorno ad
adorarlo. Daniele però adorava il suo Dio 5e perciò il re gli disse:
«Perché non adori Bel?». Daniele rispose: «Io non adoro idoli fatti da mani
d’uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha fatto il cielo e la terra e che ha potere su ogni essere
vivente». 6«Non credi tu – aggiunse il re – che Bel sia un dio vivo? Non vedi
quanto beve e mangia ogni giorno?». 7Rispose Daniele ridendo: «Non t’ingannare, o
re: quell’idolo di dentro è d’argilla e di fuori è di bronzo e non ha mai mangiato
né bevuto».
8Il re s’indignò e convocati i sacerdoti di Bel disse loro: «Se voi non mi dite chi
è che mangia tutto questo cibo, morirete; se invece mi proverete che è Bel che lo mangia,
morirà Daniele, perché ha insultato Bel». 9Daniele disse al re: «Sia fatto
come tu hai detto». I sacerdoti di Bel erano settanta, senza contare le mogli e i figli. 10Il re
si recò insieme con Daniele al tempio di Bel 11e i sacerdoti di Bel gli dissero: «Ecco,
noi usciamo di qui e tu, o re, disponi le vivande e mesci il vino temperato; poi chiudi la porta e sigillala con
il tuo anello. Se domani mattina, venendo, tu riscontrerai che tutto non è stato mangiato da Bel, moriremo
noi, altrimenti morirà Daniele che ci ha calunniati». 12Essi però non erano
preoccupati, perché avevano praticato un passaggio segreto sotto la tavola, per il quale passavano
abitualmente e consumavano tutto.
13Dopo che essi se ne furono andati, il re fece porre i cibi davanti a Bel. 14Daniele
ordinò ai servi del re di portare un po’ di cenere e la sparsero su tutto il pavimento del tempio
alla presenza soltanto del re; poi uscirono, chiusero la porta, la sigillarono con l’anello del re e se ne
andarono. 15I sacerdoti vennero di notte, secondo il loro consueto, con le mogli, i figli, e
mangiarono e bevvero tutto. 16Di buon mattino il re si alzò, come anche Daniele.
17Il re domandò: «Sono intatti i sigilli, Daniele?». «Intatti, o re»,
rispose. 18Aperta la porta, il re guardò la tavola ed esclamò: «Tu sei grande,
Bel, e nessun inganno è in te!». 19Daniele sorrise e, trattenendo il re perché non
entrasse, disse: «Guarda il pavimento ed esamina di chi sono quelle orme». 20Il re disse:
«Vedo orme di uomini, di donne e di ragazzi!». 21Acceso d’ira, fece arrestare i
sacerdoti con le mogli e i figli, e gli mostrarono le porte segrete per le quali entravano a consumare quanto si
trovava sulla tavola. 22Quindi il re li fece uccidere, consegnò Bel in potere di Daniele, che
lo distrusse insieme con il tempio.
23Vi era un grande drago e i Babilonesi lo veneravano. 24Il re disse a Daniele: «Non
potrai dire che questo non è un dio vivente; adoralo, dunque». 25Daniele rispose:
«Io adoro il Signore, mio Dio, perché egli è il Dio vivente; se tu me lo permetti, o re, io,
senza spada e senza bastone, ucciderò il drago». 26Soggiunse il re: «Te lo
permetto». 27Daniele prese allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi
preparò delle polpette e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò;
quindi soggiunse: «Ecco che cosa adoravate!».
28Quando i Babilonesi lo seppero, ne furono molto indignati e insorsero contro il re, dicendo:
«Il re è diventato giudeo: ha distrutto Bel, ha ucciso il drago, ha messo a morte i
sacerdoti». 29Andarono da lui dicendo: «Consegnaci Daniele, altrimenti uccidiamo te e la
tua famiglia!». 30Quando il re vide che lo assalivano con violenza, costretto dalla
necessità consegnò loro Daniele. 31Ed essi lo gettarono nella fossa dei leoni, dove
rimase sei giorni. 32Nella fossa vi erano sette leoni, ai quali venivano dati ogni giorno due cadaveri
e due pecore: ma quella volta non fu dato loro niente, perché divorassero Daniele.
33Si trovava allora in Giudea il profeta Abacuc, il quale aveva fatto una minestra e aveva spezzettato
il pane in un recipiente e ora andava a portarli nel campo ai mietitori. 34L’angelo del Signore
gli disse: «Porta questo cibo a Daniele a Babilonia nella fossa dei leoni». 35Ma Abacuc
rispose: «Signore, Babilonia non l’ho mai vista e la fossa non la conosco». 36Allora
l’angelo del Signore lo prese per la cima della testa e sollevandolo per i capelli lo portò a
Babilonia, sull’orlo della fossa dei leoni, con l’impeto del suo soffio. 37Gridò
Abacuc: «Daniele, Daniele, prendi il cibo che Dio ti ha mandato». 38Daniele
esclamò: «Dio, ti sei ricordato di me e non hai abbandonato coloro che ti amano».
39Alzatosi, Daniele si mise a mangiare. L’angelo di Dio riportò subito Abacuc nella sua
terra.
40Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e, giunto alla fossa, guardò e vide
Daniele seduto. 41Allora esclamò ad alta voce: «Grande tu sei, Signore, Dio di Daniele, e
non c’è altro dio all’infuori di te!». 42Poi fece uscire Daniele dalla fossa
e vi fece gettare coloro che volevano la sua rovina, ed essi furono subito divorati sotto i suoi occhi.