1Dopo la morte di Saul, Davide tornò dalla strage degli Amaleciti e rimase a Siklag due
giorni. 2Al terzo giorno ecco arrivare un uomo dal campo di Saul con la veste stracciata e col
capo cosparso di polvere. Appena giunto presso Davide, cadde a terra e si prostrò.
3Davide gli chiese: «Da dove vieni?». Rispose: «Sono fuggito dal campo
d’Israele». 4Davide gli domandò: «Come sono andate le cose? Su, dammi
notizie!». Rispose: «È successo che il popolo è fuggito nel corso della battaglia,
molti del popolo sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio Giònata sono morti».
5Davide chiese ancora al giovane che gli portava le notizie: «Come sai che sono morti
Saul e suo figlio Giònata?». 6Il giovane che recava la notizia rispose: «Ero
capitato per caso sul monte Gèlboe e vidi Saul curvo sulla lancia: lo attaccavano carri e cavalieri.
7Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamò vicino. Dissi: “Eccomi!”.
8Mi chiese: “Chi sei tu?”. Gli risposi: “Sono un Amalecita”.
9Mi disse: “Gèttati sopra di me e uccidimi: io sento i brividi, ma la vita
è ancora tutta in me”. 10Io gli fui sopra e lo uccisi, perché capivo che
non sarebbe sopravvissuto alla sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la catenella che aveva al
braccio e li ho portati qui al mio signore».
11Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini
che erano con lui. 12Essi alzarono lamenti, piansero e digiunarono fino a sera per Saul e
Giònata, suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d’Israele, perché erano caduti
di spada. 13Davide chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di dove sei
tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita». 14Davide gli disse
allora: «Come non hai temuto di stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore?».
15Davide chiamò uno dei suoi giovani e gli disse: «Accòstati e
aggrediscilo». Egli lo colpì subito e quegli morì. 16Davide gridò a
lui: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha detto: “Io ho
ucciso il consacrato del Signore!”».
17Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata
18e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda; è il canto dell’arco e si
trova scritto nel libro del Giusto:
19«Il tuo vanto, Israele,
sulle tue alture giace trafitto!
Come sono caduti gli eroi?
20Non fatelo sapere in Gat,
non l’annunciate per le vie di Àscalon,
perché non ne facciano festa le figlie dei Filistei,
non ne gioiscano le figlie dei non circoncisi!
21O monti di Gèlboe, non più rugiada né pioggia su di voi
né campi da primizie,
perché qui fu rigettato lo scudo degli eroi;
lo scudo di Saul non fu unto con olio,
22ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi.
O arco di Giònata! Non tornò mai indietro.
O spada di Saul! Non tornava mai a vuoto.
23O Saul e Giònata, amabili e gentili,
né in vita né in morte furono divisi;
erano più veloci delle aquile,
più forti dei leoni.
24Figlie d’Israele, piangete su Saul,
che con delizia vi rivestiva di porpora,
che appendeva gioielli d’oro sulle vostre vesti.
25Come son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Giònata, sulle tue alture trafitto!
26Una grande pena ho per te,
fratello mio, Giònata!
Tu mi eri molto caro;
la tua amicizia era per me preziosa,
più che amore di donna.
27Come sono caduti gli eroi,
sono perite le armi?».
1Dopo questi fatti, Davide consultò il Signore dicendo: «Devo salire in qualcuna
delle città di Giuda?». Il Signore gli rispose: «Sali!». Chiese ancora Davide:
«Dove salirò?». Rispose: «A Ebron». 2Davide dunque vi
salì con le sue due mogli, Achinòam di Izreèl e Abigàil, già moglie di Nabal
di Carmel. 3Davide portò con sé anche i suoi uomini, ognuno con la sua famiglia,
e abitarono nelle città di Ebron. 4Vennero allora gli uomini di Giuda e qui unsero
Davide re sulla casa di Giuda.
Come fu annunciato a Davide che gli uomini di Iabes di Gàlaad avevano sepolto Saul,
5Davide inviò messaggeri agli uomini di Iabes di Gàlaad per dire loro:
«Benedetti voi dal Signore, perché avete compiuto questo gesto d'amore verso Saul, vostro signore,
dandogli sepoltura. 6Vi renda dunque il Signore amore e fedeltà. Anche io farò a
voi del bene, perché avete compiuto quest’opera. 7Ora riprendano coraggio le
vostre mani e siate uomini forti. È morto Saul, vostro signore, ma quelli della tribù di Giuda
hanno unto me come re sopra di loro».
8Intanto Abner, figlio di Ner, capo dell’esercito di Saul, prese Is-Baal, figlio di Saul,
e lo condusse a Macanàim. 9Poi lo costituì re su Gàlaad, sugli Asuriti, su
Izreèl, su Èfraim e su Beniamino, cioè su tutto Israele. 10Is-Baal, figlio
di Saul, aveva quarant’anni quando fu fatto re d’Israele e regnò due anni. Solo la casa di
Giuda seguiva Davide. 11Il periodo di tempo durante il quale Davide fu re di Ebron fu di sette
anni e sei mesi.
12Abner, figlio di Ner, e i servi di Is-Baal, figlio di Saul, partirono da Macanàim per
Gàbaon. 13Anche Ioab, figlio di Seruià, e i servi di Davide partirono e li
incontrarono presso la piscina di Gàbaon. Questi stavano presso la piscina da una parte e quelli
dall’altra parte. 14Abner disse a Ioab: «Si alzino i giovani e lottino davanti a
noi». Ioab rispose: «Si alzino pure». 15Si alzarono e sfilarono in rassegna:
dodici dalla parte di Beniamino e di Is-Baal, figlio di Saul, e dodici tra i servi di Davide.
16Ciascuno afferrò la testa dell’avversario e gli conficcò la spada nel
fianco: così caddero tutti insieme e quel luogo fu chiamato Campo dei Fianchi, che si trova a
Gàbaon.
17La battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti Abner e gli Israeliti dai
servi di Davide. 18Vi erano là tre figli di Seruià: Ioab, Abisài e
Asaèl.
Asaèl era veloce nella corsa come le gazzelle della campagna. 19Asaèl si era
messo a inseguire Abner e non deviava né a destra né a sinistra dietro ad Abner.
20Abner si volse indietro e gli disse: «Tu sei Asaèl?». Rispose:
«Sì». 21Abner aggiunse: «Volgiti a destra o a sinistra, afferra
qualcuno dei giovani e porta via le sue spoglie». Ma Asaèl non volle cessare d’inseguirlo.
22Abner tornò a dirgli: «Tìrati via. Perché vuoi che ti stenda a
terra? Come potrò alzare lo sguardo verso Ioab, tuo fratello?». 23Ma siccome
quegli non voleva ritirarsi, lo colpì con l’estremità inferiore della lancia al ventre,
così che la lancia gli uscì dall’altra parte ed egli cadde e morì sul posto. Allora
quanti arrivarono al luogo dove Asaèl era caduto e morto, si fermarono. 24Ma Ioab e
Abisài inseguirono Abner, finché, al tramonto del sole, essi giunsero alla collina di Ammà,
di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gàbaon.
25I Beniaminiti si radunarono dietro Abner formando un gruppo compatto e si fermarono in cima a
una collina. 26Allora Abner gridò a Ioab: «Dovrà continuare per sempre la
spada a divorare? Non sai quanta amarezza ci sarà alla fine? Perché non ti decidi a ordinare al
popolo di cessare l’inseguimento dei loro fratelli?». 27Disse Ioab: «Per la
vita di Dio, se tu non avessi parlato, nessuno della truppa avrebbe cessato fino al mattino di inseguire il
proprio fratello». 28Allora Ioab fece suonare il corno e tutto il popolo si fermò
e non inseguì più Israele e non combatté più. 29Abner e i suoi
uomini marciarono per l’Araba tutta quella notte; passarono il Giordano e, dopo aver camminato tutta la
mattina, arrivarono a Macànaim. 30Ioab, tornato dall’inseguimento di Abner,
radunò tutto il popolo. Degli uomini di Davide ne mancavano diciannove, oltre Asaèl.
31Ma i servi di Davide avevano colpito e ucciso trecentosessanta uomini tra i Beniaminiti e la
gente di Abner. 32Essi presero Asaèl e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre, che
è a Betlemme. Ioab e i suoi uomini marciarono tutta la notte; spuntava il giorno quando furono a Ebron.
1La guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide fu lunga. Davide andava facendosi più
forte, mentre la casa di Saul andava indebolendosi.
2A Ebron nacquero a Davide dei figli e furono: il primogenito Amnon, nato da Achinòam di
Izreèl; 3il secondo Chilab, nato da Abigàil, già moglie di Nabal di
Carmel; il terzo Assalonne, figlio di Maacà, figlia di Talmài, re di Ghesur; 4il
quarto Adonia, figlio di Agghìt; il quinto Sefatia, figlio di Abitàl; 5il sesto
Itreàm, nato da Egla, moglie di Davide. Questi nacquero a Davide a Ebron.
6Mentre c’era lotta tra la casa di Saul e quella di Davide, Abner era diventato potente
nella casa di Saul. 7Saul aveva avuto una concubina chiamata Rispa, figlia di Aià. Ora
Is-Baal disse ad Abner: «Perché ti sei unito alla concubina di mio padre?».
8Abner si adirò molto per le parole di Is-Baal e disse: «Sono dunque una testa di
cane di Giuda? Fino ad oggi ho usato benevolenza verso la casa di Saul tuo padre, i suoi fratelli e i suoi amici,
e non ti ho fatto cadere nelle mani di Davide. Oggi tu mi rimproveri una colpa di donna.
9Così faccia Dio ad Abner e anche peggio, se io non farò per Davide ciò
che il Signore gli ha giurato: 10trasferire cioè il regno dalla casa di Saul e stabilire
il trono di Davide su Israele e su Giuda, da Dan fino a Bersabea». 11Quegli non fu capace
di rispondere una parola ad Abner, perché aveva paura di lui.
12Abner inviò subito messaggeri a Davide per dirgli: «Di chi è la
terra?», per dire: «Fa’ alleanza con me, ed ecco la mia mano sarà con te per far volgere
a te tutto Israele». 13Rispose: «Bene! Io farò alleanza con te. Però
ho una cosa da chiederti ed è questa: non vedrai il mio volto senza condurmi Mical, figlia di Saul, quando
verrai a vedere il mio volto». 14Davide spedì messaggeri a Is-Baal, figlio di
Saul, dicendogli: «Ridammi mia moglie Mical, che feci mia sposa al prezzo di cento prepuzi di
Filistei». 15Is-Baal mandò a toglierla a suo marito, Paltièl, figlio di
Lais. 16Suo marito partì con lei, camminando e piangendo dietro di lei fino a
Bacurìm. Poi Abner gli disse: «Torna indietro!». E quegli tornò.
17Intanto Abner rivolse questo discorso agli anziani d’Israele: «Da tempo voi
desiderate avere Davide come vostro re. 18Ora mettetevi in azione, perché il Signore ha
detto così a Davide: “Per mezzo di Davide, mio servo, salverò il mio popolo Israele dalle
mani dei Filistei e dalle mani di tutti i suoi nemici”». 19Abner ebbe colloqui
anche con gli uomini di Beniamino. Poi Abner andò da Davide a Ebron, a parlargli di quanto era parso bene
agli occhi d’Israele e di tutta la casa di Beniamino. 20Abner venne dunque da Davide a
Ebron con venti uomini e Davide fece un banchetto per Abner e i suoi uomini. 21Abner disse poi
a Davide: «Adesso vado a radunare tutto Israele intorno al re, mio signore. Essi faranno alleanza con te e
regnerai secondo il tuo desiderio». Davide congedò poi Abner, che partì in pace.
22Ed ecco, i servi di Davide e Ioab tornavano da una scorreria e portavano con sé grande
bottino. Abner non era più con Davide a Ebron, perché questi lo aveva congedato, ed egli era
partito in pace. 23Quando arrivarono Ioab e la sua truppa, fu riferito a Ioab: «È
venuto dal re Abner, figlio di Ner, ed egli l’ha congedato e se n’è andato in pace».
24Ioab andò dal re e gli disse: «Che cosa hai fatto? Ecco, è venuto Abner
da te; come mai l’hai congedato ed egli ha potuto andarsene? 25Lo sai chi è Abner,
figlio di Ner? È venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse, per sapere ciò che
fai».
26Ioab si allontanò da Davide e mandò messaggeri dietro Abner e lo fece tornare
indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide lo sapesse. 27Abner tornò a Ebron e
Ioab lo prese in disparte dentro la porta, come per parlargli pacificamente, e qui lo colpì a morte al
ventre, per vendicare il sangue di Asaèl, suo fratello. 28Davide seppe più tardi
la cosa e disse: «Sono innocente io e il mio regno per sempre davanti al Signore del sangue di Abner,
figlio di Ner. 29Ricada sulla testa di Ioab e su tutta la casa di suo padre. Nella casa di Ioab
non manchi mai chi soffra di gonorrea o sia colpito da lebbra o si appoggi al bastone, chi cada di spada o chi
sia senza pane». 30Ioab e suo fratello Abisài avevano trucidato Abner,
perché aveva ucciso Asaèl, loro fratello, a Gàbaon in battaglia. 31Davide
disse a Ioab e a tutta la gente che era con lui: «Stracciatevi le vesti, vestitevi di sacco e fate il
lamento davanti ad Abner». Anche il re Davide seguiva la bara. 32Seppellirono Abner a
Ebron e il re levò la sua voce e pianse davanti al sepolcro di Abner; pianse anche tutto il popolo.
33Il re intonò un lamento funebre su Abner e disse:
«Come muore un insensato,
doveva dunque Abner morire?
34Le tue mani non sono state legate,
i tuoi piedi non sono stati stretti in catene!
Sei caduto come si cade
davanti ai malfattori!».
Tutto il popolo riprese a piangere su di lui. 35Tutto il popolo venne ad invitare Davide a
prendere cibo, mentre era ancora giorno; ma Davide giurò: «Così mi faccia Dio e anche di
peggio, se io gusterò pane o qualsiasi altra cosa prima del tramonto del sole».
36Tutto il popolo notò la cosa e l’approvò; quanto fece il re ebbe
l’approvazione del popolo intero. 37Tutto il popolo e tutto Israele fu convinto in quel
giorno che non era stato il re a far uccidere Abner, figlio di Ner. 38Disse ancora il re ai
suoi servi: «Non sapete che oggi è caduto un capo, un grande in Israele? 39Io oggi
sono tenero, sebbene già unto re, mentre questi uomini, i figli di Seruià, sono più duri di
me. Provveda il Signore a trattare il malvagio secondo la sua malvagità».
1Quando il figlio di Saul seppe della morte di Abner a Ebron, gli caddero le braccia e tutto
Israele rimase sconvolto. 2Il figlio di Saul aveva due uomini, capi di bande, chiamati
l’uno Baanà e il secondo Recab, figli di Rimmon il Beerotita, della tribù di Beniamino,
perché anche Beeròt era computata fra le città di Beniamino. 3I Beerotiti
si erano rifugiati a Ghittàim e vi sono rimasti come forestieri fino ad oggi.
4Giònata, figlio di Saul, aveva un figlio storpio nei piedi. Egli aveva cinque anni
quando giunsero da Izreèl le notizie circa i fatti di Saul e di Giònata. La nutrice l’aveva
preso ed era fuggita, ma nella fretta della fuga il bambino era caduto ed era rimasto storpio. Si chiamava
Merib-Baal.
5Si mossero dunque i figli di Rimmon il Beerotita, Recab e Baanà, e vennero
nell’ora più calda del giorno alla casa di Is-Baal, mentre egli stava facendo la siesta pomeridiana.
6Ora, la portinaia della casa, mentre mondava il grano, si era assopita e dormiva:
perciò Recab e Baanà, suo fratello, poterono introdursi inosservati. 7Entrarono
dunque in casa, mentre egli era disteso sul suo giaciglio nella camera da letto: lo colpirono, l’uccisero e
gli tagliarono la testa; poi, portando via la testa di lui, presero la via dell’Araba, camminando tutta la
notte. 8Portarono la testa di Is-Baal a Davide a Ebron e dissero al re: «Ecco la testa di
Is-Baal, figlio di Saul, tuo nemico, che attentava alla tua vita. Oggi il Signore ha concesso al re, mio signore,
la vendetta contro Saul e la sua discendenza». 9Ma Davide rispose a Recab e a
Baanà, suo fratello, figli di Rimmon il Beerotita: «Per la vita del Signore che mi ha liberato da
ogni angustia! 10Colui che mi annunciava: “Ecco, è morto Saul!”, credendo di
portarmi una lieta notizia, l’ho preso e ucciso a Siklag, e questa fu la ricompensa per la notizia.
11Ora che uomini malvagi hanno ucciso un giusto in casa mentre dormiva, non dovrò a
maggior ragione chiedere conto del suo sangue alle vostre mani ed eliminarvi dalla terra?».
12Davide diede ordine ai suoi giovani; questi li uccisero, tagliarono loro le mani e i piedi e
li appesero presso la piscina di Ebron. Presero poi la testa di Is-Baal e la seppellirono nel sepolcro di Abner a
Ebron.
1Vennero allora tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero:
«Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. 2Già prima, quando regnava Saul su di noi,
tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai
capo d’Israele”». 3Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a
Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re
d’Israele. 4Davide aveva trent’anni quando fu fatto re e regnò
quarant’anni. 5A Ebron regnò su Giuda sette anni e sei mesi e a Gerusalemme
regnò trentatré anni su tutto Israele e su Giuda.
6Il re e i suoi uomini andarono a Gerusalemme contro i Gebusei che abitavano in quella regione.
Costoro dissero a Davide: «Tu qui non entrerai: i ciechi e gli zoppi ti respingeranno», per dire:
«Davide non potrà entrare qui». 7Ma Davide espugnò la rocca di Sion,
cioè la Città di Davide. 8Davide disse in quel giorno: «Chiunque vuol
colpire i Gebusei, attacchi attraverso il canale gli zoppi e i ciechi, che odiano la vita di Davide». Per
questo dicono: «Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa».
9Davide si stabilì nella rocca e la chiamò Città di Davide. Egli fece
fortificazioni tutt’intorno, dal Millo verso l’interno. 10Davide andava sempre
più crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui. 11Chiram, re di
Tiro, inviò messaggeri a Davide con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali costruirono una casa a
Davide. 12Davide seppe allora che il Signore lo confermava re d’Israele ed esaltava il
suo regno per amore d’Israele, suo popolo.
13Davide prese ancora concubine e mogli da Gerusalemme, dopo il suo arrivo da Ebron: queste
generarono a Davide altri figli e figlie. 14I nomi di quelli generati a Gerusalemme sono:
Sammùa, Sobab, Natan, Salomone, 15Ibcar, Elisùa, Nefeg, Iafìa,
16Elisamà, Eliadà ed Elifèlet.
17Quando i Filistei seppero che avevano unto Davide re d’Israele, salirono tutti per
dargli la caccia. Appena Davide ne fu informato, discese alla fortezza. 18Vennero i Filistei e
si sparsero nella valle dei Refaìm. 19Davide consultò il Signore chiedendo:
«Devo andare contro i Filistei? Li metterai nelle mie mani?». Il Signore rispose a Davide:
«Va’ pure, perché certamente metterò i Filistei nelle tue mani».
20Davide si recò a Baal-Perasìm, dove Davide li sconfisse e disse: «Il
Signore ha aperto una breccia tra i miei nemici davanti a me, come una breccia aperta dalle acque». Per
questo chiamò quel luogo Baal-Perasìm. 21I Filistei vi abbandonarono i loro idoli
e Davide e la sua gente li portarono via.
22I Filistei salirono di nuovo e si sparsero nella valle dei Refaìm.
23Davide consultò il Signore, che gli rispose: «Non salire; gira alle loro spalle
e raggiungili dalla parte di Becaìm. 24Quando sentirai un rumore di passi sulla cima di
Becaìm, lànciati subito all’attacco, perché allora il Signore uscirà davanti a
te per colpire l’accampamento dei Filistei». 25Davide fece come il Signore gli
aveva ordinato e colpì i Filistei da Gàbaon fino all’ingresso di Ghezer.
1Davide reclutò di nuovo tutti gli uomini scelti d’Israele, in numero di
trentamila. 2Poi si alzò e partì con tutta la sua gente da Baalà di Giuda,
per far salire di là l’arca di Dio, sulla quale si proclama il nome del Signore degli eserciti, che
siede sui cherubini. 3Posero l’arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa
di Abinadàb che era sul colle; Uzzà e Achio, figli di Abinadàb, conducevano il carro nuovo.
4Mentre conducevano il carro con l’arca di Dio dalla casa di Abinadàb, che stava
sul colle, Achio precedeva l’arca. 5Davide e tutta la casa d’Israele danzavano
davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, tamburelli, sistri e cimbali.
6Giunti all’aia di Nacon, Uzzà stese la mano verso l’arca di Dio e la
sostenne, perché i buoi vacillavano. 7L’ira del Signore si accese contro
Uzzà; Dio lo percosse per la sua negligenza ed egli morì sul posto, presso l’arca di Dio.
8Davide si rattristò per il fatto che il Signore aveva aperto una breccia contro
Uzzà; quel luogo fu chiamato Peres-Uzzà fino ad oggi. 9Davide in quel giorno ebbe
timore del Signore e disse: «Come potrà venire da me l’arca del Signore?».
10Davide non volle trasferire l’arca del Signore presso di sé nella Città
di Davide, ma la fece dirottare in casa di Obed-Edom di Gat. 11L’arca del Signore rimase
tre mesi nella casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
12Ma poi fu detto al re Davide: «Il Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom e quanto
gli appartiene, a causa dell’arca di Dio». Allora Davide andò e fece salire l’arca di
Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. 13Quando quelli che
portavano l’arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso.
14Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di
lino. 15Così Davide e tutta la casa d’Israele facevano salire l’arca del
Signore con grida e al suono del corno.
16Quando l’arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di
Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò
in cuor suo. 17Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al
centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione
davanti al Signore. 18Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione,
Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti 19e distribuì a tutto il
popolo, a tutta la moltitudine d’Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di
carne arrostita e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua.
20Davide tornò per benedire la sua famiglia; gli uscì incontro Mical, figlia di
Saul, e gli disse: «Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele scoprendosi davanti agli
occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla!».
21Davide rispose a Mical: «L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece
di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho danzato davanti al
Signore. 22Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai
tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato!».
23Mical, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte.
1Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i
suoi nemici all’intorno, 2disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di
cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». 3Natan rispose al re:
«Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
4Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
5«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu
mi costruirai una casa, perché io vi abiti? 6Io infatti non ho abitato in una casa da
quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un
padiglione. 7Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutti gli Israeliti, ho
forse mai detto ad alcuno dei giudici d'Israele, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele:
Perché non mi avete edificato una casa di cedro?”.
8Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti
ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele.
9Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e
renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. 10Fisserò
un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i
malfattori non lo opprimano come in passato 11e come dal giorno in cui avevo stabilito dei
giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che
farà a te una casa. 12Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi
padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il
suo regno. 13Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono
del suo regno per sempre. 14Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. Se
farà il male, lo colpirò con verga d’uomo e con percosse di figli d’uomo,
15ma non ritirerò da lui il mio amore, come l’ho ritirato da Saul, che ho rimosso
di fronte a te. 16La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo
trono sarà reso stabile per sempre”». 17Natan parlò a Davide secondo
tutte queste parole e secondo tutta questa visione.
18Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io,
Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui?
19E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche
della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è la legge per l’uomo, Signore Dio!
20Che cosa potrebbe dirti di più Davide? Tu conosci il tuo servo, Signore Dio!
21Per amore della tua parola e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose,
manifestandole al tuo servo. 22Tu sei davvero grande, Signore Dio! Nessuno è come te e
non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. 23E chi
è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come
popolo per sé e a dargli un nome operando cose grandi e stupende, per la tua terra, davanti al tuo popolo
che ti sei riscattato dalla nazione d’Egitto e dai suoi dèi? 24Hai stabilito il
tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro.
25Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per
sempre e fa’ come hai detto. 26Il tuo nome sia magnificato per sempre così:
“Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele!”. La casa del tuo servo Davide sia dunque
stabile davanti a te! 27Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d’Israele, hai
rivelato questo al tuo servo e gli hai detto: “Io ti edificherò una casa!”. Perciò il
tuo servo ha trovato l’ardire di rivolgerti questa preghiera. 28Ora, Signore Dio, tu sei
Dio, le tue parole sono verità. Hai fatto al tuo servo queste belle promesse.
29Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi
a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è
benedetta per sempre!».
1In seguito Davide sconfisse i Filistei e li umiliò. Davide prese le redini del comando
dalle mani dei Filistei. 2Sconfisse anche i Moabiti e, fattili coricare per terra, li
misurò con la corda; ne misurò due corde per farli mettere a morte e una corda intera per lasciarli
in vita. I Moabiti divennero sudditi e tributari di Davide. 3Davide sconfisse anche
Adadèzer, figlio di Recob, re di Soba, mentre egli andava a ristabilire il suo dominio sul fiume Eufrate.
4Davide gli prese millesettecento cavalieri e ventimila fanti. Davide poi fece tagliare i
garretti a tutti i cavalli, risparmiandone un centinaio. 5Gli Aramei di Damasco andarono in
aiuto di Adadèzer, re di Soba, ma Davide uccise ventiduemila Aramei. 6Poi Davide mise
guarnigioni nell’Aram di Damasco e gli Aramei divennero sudditi e tributari di Davide. Il Signore salvava
Davide in ogni sua impresa. 7Davide prese ai servi di Adadèzer gli scudi d’oro e
li portò a Gerusalemme. 8Da Betach e da Berotài, città di Adadèzer,
il re Davide asportò una grande quantità di bronzo. 9Quando Tou, re di Camat,
udì che Davide aveva sconfitto tutto l’esercito di Adadèzer, 10mandò
al re Davide suo figlio Ioram per salutarlo e per benedirlo, perché aveva mosso guerra ad Adadèzer
e l’aveva sconfitto; infatti Tou era sempre in guerra con Adadèzer. Ioram gli portò vasi
d’argento, vasi d’oro e vasi di bronzo. 11Il re Davide consacrò anche quelli
al Signore, come già aveva consacrato l’argento e l’oro tolto alle nazioni che aveva
soggiogato, 12agli Aramei, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei, agli Amaleciti, e il bottino
di Adadèzer, figlio di Recob, re di Soba. 13Al ritorno dalla sua vittoria sugli Aramei,
Davide acquistò ancora fama, sconfiggendo nella valle del Sale diciottomila Edomiti.
14Stabilì guarnigioni in Edom; ne mise per tutto Edom e tutti gli Edomiti divennero
sudditi di Davide. Il Signore salvava Davide in ogni sua impresa.
15Davide regnò su tutto Israele e rese giustizia con retti giudizi a tutto il suo
popolo. 16Ioab, figlio di Seruià, comandava l’esercito; Giòsafat, figlio di
Achilùd, era archivista; 17Sadoc, figlio di Achitùb, e Achimèlec, figlio
di Ebiatàr, erano sacerdoti; Seraià era scriba; 18Benaià, figlio di
Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei e i figli di Davide erano sacerdoti.
1Davide disse: «C’è forse ancora qualche superstite della casa di Saul, che io possa trattare con bontà a causa di Giònata?». 2Ora vi era un servo della casa di Saul, di nome Siba, che fu chiamato presso Davide. Il re gli chiese: «Sei tu Siba?». Quegli rispose: «Sì». 3Il re gli disse: «C’è ancora qualcuno della casa di Saul, che io possa trattare con la bontà di Dio?». Siba rispose al re: «Vi è ancora un figlio di Giònata, storpio nei piedi». 4Il re gli disse: «Dov’è?». Siba rispose al re: «È in casa di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr». 5Allora il re lo mandò a prendere in casa di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr. 6Merib-Baal, figlio di Giònata, figlio di Saul, venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse: «Merib-Baal!». Rispose: «Ecco il tuo servo!». 7Davide gli disse: «Non temere, perché voglio trattarti con bontà per amore di Giònata, tuo padre; ti restituisco tutti i campi di Saul, tuo avo, e tu mangerai sempre alla mia tavola». 8Merib-Baal si prostrò e disse: «Che cos’è il tuo servo, perché tu ti volga a un cane morto come sono io?». 9Allora il re chiamò Siba, domestico di Saul, e gli disse: «Quanto apparteneva a Saul e a tutta la sua casa, io lo do al figlio del tuo signore. 10Tu dunque con i figli e gli schiavi lavorerai per lui la terra, contribuendo perché abbia pane e nutrimento il figlio del tuo signore; ma Merib-Baal, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia tavola». Ora Siba aveva quindici figli e venti schiavi. 11Siba disse al re: «Il tuo servo farà quanto il re, mio signore, ordina al suo servo». Merib-Baal dunque mangiava alla tavola di Davide, come uno dei figli del re. 12Merib-Baal aveva un figlioletto chiamato Mica; tutti quelli che stavano in casa di Siba erano al servizio di Merib-Baal. 13Ma Merib-Baal abitava a Gerusalemme, perché mangiava sempre alla tavola del re. Era storpio in ambedue i piedi.
1Dopo questo, morì il re degli Ammoniti e Canun, suo figlio, divenne re al suo posto.
2Davide disse: «Manterrò fedeltà a Canun, figlio di Nacas, come suo padre
la mantenne a me». Davide mandò alcuni suoi ministri a consolarlo per suo padre. I ministri di
Davide andarono nel territorio degli Ammoniti. 3Ma i capi degli Ammoniti dissero a Canun, loro
signore: «Forse Davide intende onorare tuo padre ai tuoi occhi, mandandoti dei consolatori? Non ha
piuttosto mandato da te i suoi ministri per esplorare la città, per ispezionarla e perlustrarla?».
4Canun allora prese i ministri di Davide, fece loro radere la metà della barba e
tagliare le vesti a metà fino alle natiche, poi li rimandò. 5Quando
l’annunciarono a Davide, egli mandò qualcuno a incontrarli, perché quegli uomini si
vergognavano moltissimo. Il re fece dire loro: «Rimanete a Gerico finché vi sia cresciuta di nuovo
la barba, poi tornerete».
6Gli Ammoniti, vedendo che si erano attirati l’inimicizia di Davide, mandarono ad
assoldare ventimila fanti di Aram Bet-Recob e di Aram Soba, mille uomini del re di Maacà e dodicimila
uomini della gente di Tob. 7Quando Davide sentì questo, mandò Ioab con tutto
l’esercito dei prodi. 8Gli Ammoniti uscirono e si disposero a battaglia
all’ingresso della porta della città, mentre gli Aramei di Soba e di Recob e la gente di Tob e di
Maacà stavano da parte, nella campagna.
9Ioab vide che il fronte della battaglia gli era davanti e alle spalle. Scelse allora un corpo
tra i migliori d’Israele, lo schierò contro gli Aramei 10e affidò il resto
dell’esercito a suo fratello Abisài, per schierarlo contro gli Ammoniti. 11Disse:
«Se gli Aramei saranno più forti di me, tu mi verrai a salvare; se invece gli Ammoniti saranno
più forti di te, verrò io a salvarti. 12Sii forte e dimostriamoci forti per il
nostro popolo e per le città del nostro Dio. Il Signore faccia quello che a lui piacerà».
13Poi Ioab con la gente che aveva con sé attaccò battaglia con gli Aramei, i
quali fuggirono davanti a lui. 14Quando gli Ammoniti videro che gli Aramei erano fuggiti,
fuggirono davanti ad Abisài e rientrarono nella città. Allora Ioab tornò dalla spedizione
contro gli Ammoniti e venne a Gerusalemme.
15Gli Aramei, vedendo che erano stati sconfitti da Israele, si riunirono insieme.
16Adadèzer mandò a chiamare gli Aramei che erano al di là del Fiume e
quelli giunsero a Chelam; Sobac, comandante dell’esercito di Adadèzer, era alla loro testa.
17La cosa fu riferita a Davide, che radunò tutto Israele, attraversò il Giordano
e giunse a Chelam. Gli Aramei si schierarono di fronte a Davide e si scontrarono con lui. 18Ma
gli Aramei fuggirono davanti a Israele: Davide uccise degli Aramei settecento cavalieri e quarantamila fanti;
colpì anche Sobac, comandante del loro esercito, che morì in quel luogo. 19Tutti
i re vassalli di Adadèzer, quando si videro sconfitti da Israele, fecero la pace con Israele e gli
rimasero sottoposti. Gli Aramei non osarono più venire a salvare gli Ammoniti.
1All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in
guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli
Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. 2Un
tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza
vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella d’aspetto. 3Davide
mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di
Uria l’Ittita». 4Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. Ella
andò da lui ed egli giacque con lei, che si era appena purificata dalla sua impurità. Poi ella
tornò a casa.
5La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta».
6Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Uria l’Ittita». Ioab
mandò Uria da Davide. 7Arrivato Uria, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e
come andasse la guerra. 8Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e làvati i
piedi». Uria uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re.
9Ma Uria dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a
casa sua. 10La cosa fu riferita a Davide: «Uria non è sceso a casa sua».
Allora Davide disse a Uria: «Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa
tua?». 11Uria rispose a Davide: «L’arca, Israele e Giuda abitano sotto le
tende, Ioab mio signore e i servi del mio signore sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in casa
mia per mangiare e bere e per giacere con mia moglie? Per la tua vita, per la vita della tua persona, non
farò mai cosa simile!». 12Davide disse a Uria: «Rimani qui anche oggi e
domani ti lascerò partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il seguente.
13Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Uria
uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.
14La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Uria.
15Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uria sul fronte della battaglia
più dura; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». 16Allora
Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che c’erano uomini valorosi.
17Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della
truppa e dei servi di Davide e perì anche Uria l’Ittita.
18Ioab mandò ad annunciare a Davide tutte le cose che erano avvenute nella battaglia
19e diede al messaggero quest’ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re
quanto è successo nella battaglia, 20se il re andasse in collera e ti dicesse:
“Perché vi siete avvicinati così alla città per dar battaglia? Non sapevate che
avrebbero tirato dall’alto delle mura? 21Chi ha ucciso Abimèlec figlio di
Ierub-Baal? Non fu forse una donna che gli gettò addosso il pezzo superiore di una macina dalle mura,
così che egli morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?”, tu
digli allora: “Anche il tuo servo Uria l’Ittita è morto”». 22Il
messaggero dunque partì e, quando fu arrivato, annunciò a Davide quanto Ioab lo aveva incaricato di
dire. 23E il messaggero disse a Davide: «Poiché i nemici avevano avuto vantaggio
su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna, noi fummo loro addosso fino alla porta della
città; 24allora gli arcieri tirarono sui tuoi servi dall’alto delle mura e
parecchi dei servi del re perirono. Anche il tuo servo Uria l’Ittita è morto».
25Allora Davide disse al messaggero: «Riferirai a Ioab: “Non sia male ai tuoi occhi
questo fatto, perché la spada divora ora in un modo ora in un altro; rinforza la tua battaglia contro la
città e distruggila”. E tu stesso fagli coraggio».
26La moglie di Uria, saputo che Uria, suo marito, era morto, fece il lamento per il suo
signore. 27Passati i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere e
l’aggregò alla sua casa. Ella diventò sua moglie e gli partorì un figlio. Ma
ciò che Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.
1Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse:
«Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. 2Il ricco
aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, 3mentre il povero non aveva nulla, se non una
sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli,
mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia.
4Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo
bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di
quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui».
5Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del
Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. 6Pagherà quattro volte il valore
della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata». 7Allora Natan disse a
Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Io ti ho unto re
d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, 8ti ho dato la casa del tuo padrone e ho
messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo
fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. 9Perché dunque hai disprezzato la
parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria
l’Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti.
10Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai
disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l’Ittita”. 11Così dice
il Signore: “Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa; prenderò le tue
mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che giacerà con loro alla luce di questo sole.
12Poiché tu l’hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto
Israele e alla luce del sole”».
13Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a
Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai. 14Tuttavia, poiché
con quest’azione tu hai insultato il Signore, il figlio che ti è nato dovrà morire».
15Natan tornò a casa.
Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide e il bambino si
ammalò gravemente. 16Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino, si mise a
digiunare e, quando rientrava per passare la notte, dormiva per terra. 17Gli anziani della sua
casa insistevano presso di lui perché si alzasse da terra, ma egli non volle e non prese cibo con loro.
18Ora, il settimo giorno il bambino morì e i servi di Davide temevano di annunciargli
che il bambino era morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo
parlato e non ha ascoltato le nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Farà
di peggio!». 19Ma Davide si accorse che i suoi servi bisbigliavano fra loro, comprese che
il bambino era morto e disse ai suoi servi: «È morto il bambino?». Quelli risposero:
«È morto». 20Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse
e cambiò le vesti; poi andò nella casa del Signore e si prostrò. Rientrato in casa, chiese
che gli portassero del cibo e mangiò. 21I suoi servi gli dissero: «Che cosa fai?
Per il bambino ancora vivo hai digiunato e pianto e, ora che è morto, ti alzi e mangi!».
22Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché
dicevo: “Chissà? Il Signore avrà forse pietà di me e il bambino resterà
vivo”. 23Ma ora egli è morto: perché digiunare? Potrei forse farlo
ritornare? Andrò io da lui, ma lui non tornerà da me!».
24Poi Davide consolò Betsabea sua moglie, andando da lei e giacendo con lei: così
partorì un figlio, che egli chiamò Salomone. Il Signore lo amò 25e
mandò il profeta Natan perché lo chiamasse Iedidià per ordine del Signore.
26Intanto Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della
città regale 27e inviò messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito
Rabbà e mi sono già impadronito della città delle acque. 28Ora raduna il
resto del popolo, accàmpati contro la città e prendila; altrimenti, se la prendessi io, porterebbe
il mio nome». 29Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabbà, le
diede battaglia e la occupò. 30Prese dalla testa di Milcom la corona, che pesava un
talento d’oro e aveva una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di Davide. Egli ricavò dalla
città un bottino molto grande. 31Ne fece uscire gli abitanti e li impiegò alle
seghe, ai picconi di ferro e alle asce di ferro e li trasferì alle fornaci da mattoni; allo stesso modo
trattò tutte le città degli Ammoniti. Poi Davide tornò a Gerusalemme con tutta la sua gente.
1Dopo questo, accadde che, avendo Assalonne, figlio di Davide, una sorella molto bella,
chiamata Tamar, Amnon figlio di Davide si innamorò di lei. 2Amnon ne ebbe una tale
passione da cadere malato a causa di Tamar, sua sorella; poiché ella era vergine, pareva impossibile ad
Amnon di poterle fare qualcosa. 3Ora Amnon aveva un amico, chiamato Ionadàb, figlio di
Simeà, fratello di Davide, e Ionadàb era un uomo molto esperto. 4Egli disse:
«Perché tu, figlio del re, diventi sempre più magro di giorno in giorno? Non me lo vuoi
dire?». Amnon gli rispose: «Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Assalonne».
5Ionadàb gli disse: «Mettiti a letto e fa’ l’ammalato; quando tuo
padre verrà a vederti, gli dirai: “Mia sorella Tamar venga a darmi il cibo da preparare sotto i miei
occhi, perché io possa vedere e prendere il cibo dalle sue mani”».
6Amnon si mise a letto e fece l’ammalato; quando il re venne a vederlo, Amnon gli disse:
«Mia sorella Tamar venga e faccia un paio di frittelle sotto i miei occhi e allora prenderò il cibo
dalle sue mani». 7Allora Davide mandò a dire a Tamar, in casa: «Va’ a
casa di Amnon tuo fratello e prepara una vivanda per lui». 8Tamar andò a casa di
Amnon suo fratello, che giaceva a letto. Ella prese la farina, la impastò, ne fece frittelle sotto i suoi
occhi e le fece cuocere. 9Poi prese la padella e le versò davanti a lui; ma egli
rifiutò di mangiare e disse: «Escano tutti di qui». Tutti uscirono di là.
10Allora Amnon disse a Tamar: «Portami la vivanda in camera e prenderò il cibo
dalle tue mani». Tamar prese le frittelle che aveva fatto e le portò in camera ad Amnon suo
fratello. 11Ma mentre gli porgeva il cibo, egli l’afferrò e le disse:
«Vieni, giaci con me, sorella mia». 12Ella gli rispose: «No, fratello mio,
non farmi violenza. Questo non si fa in Israele: non commettere quest’infamia! 13E io,
dove andrei a finire col mio disonore? Quanto a te, tu diverresti uno dei più infami in Israele. Parlane
piuttosto al re: egli non mi rifiuterà a te». 14Ma egli non volle ascoltarla: fu
più forte di lei e la violentò giacendo con lei. 15Poi Amnon concepì verso
di lei un odio grandissimo: l’odio verso di lei fu più grande dell’amore con cui l’aveva
amata prima. Le disse: 16«Àlzati, vattene!». Gli rispose: «O no!
Questo male, che mi fai cacciandomi, è peggiore dell’altro che mi hai già fatto». Ma
egli non volle ascoltarla. 17Anzi, chiamato il domestico che lo serviva, gli disse:
«Caccia fuori di qui costei e sprangale dietro la porta». 18Ella vestiva una tunica
con le maniche lunghe, perché le figlie del re ancora vergini indossavano tali vesti. Il servo di Amnon
dunque la mise fuori e le sprangò dietro la porta. 19Tamar si sparse polvere sulla
testa, si stracciò la tunica con le maniche lunghe che aveva indosso, si mise le mani sulla testa e se ne
andava gridando. 20Assalonne suo fratello le disse: «Forse Amnon tuo fratello è
stato con te? Per ora taci, sorella mia: è tuo fratello. Non fissare il tuo cuore su questo fatto».
Tamar desolata rimase in casa di Assalonne, suo fratello. 21Il re Davide venne a sapere tutte
queste cose e ne fu molto irritato, ma non volle urtare suo figlio Amnon, perché aveva per lui molto
affetto: era infatti il suo primogenito. 22Assalonne non disse una parola ad Amnon né in
bene né in male, ma odiava Amnon perché aveva fatto violenza a Tamar, sua sorella.
23Due anni dopo, Assalonne aveva i tosatori a Baal-Asor, presso Èfraim, e invitò
tutti i figli del re. 24Andò dunque Assalonne dal re e disse: «Ecco, dal tuo servo
ci sono i tosatori. Venga dunque anche il re con i suoi servi a casa del tuo servo!».
25Ma il re disse ad Assalonne: «No, figlio mio, non verremo tutti, perché non ti
siamo di peso». Sebbene insistesse, il re non volle andare e gli diede la sua benedizione.
26Allora Assalonne disse: «Ma almeno venga con noi Amnon, mio fratello». Il re gli
rispose: «Perché dovrebbe venire con te?». 27Ma Assalonne tanto
insisté che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figli del re. Assalonne fece un banchetto
da re 28e diede quest’ordine ai domestici: «Badate, quando Amnon avrà il
cuore allegro per il vino e io vi dirò: “Colpite Amnon!”, voi allora uccidetelo e non abbiate
paura. Non ve lo comando io? Siate forti e coraggiosi!». 29I domestici di Assalonne
fecero ad Amnon come Assalonne aveva comandato. Allora tutti i figli del re si alzarono, montarono ciascuno sul
proprio mulo e fuggirono. 30Mentre essi erano ancora per strada, giunse a Davide questa
notizia: «Assalonne ha ucciso tutti i figli del re e neppure uno è scampato».
31Allora il re si alzò, si stracciò le vesti e si gettò per terra; tutti i
suoi servi che stavano là si stracciarono le vesti. 32Ma Ionadàb, figlio di
Simeà, fratello di Davide, disse: «Non dica il mio signore che tutti i giovani figli del re sono
stati uccisi, poiché il solo Amnon è morto: da Assalonne era stato deciso fin da quando egli aveva
fatto violenza a sua sorella Tamar. 33Ora non pensi il mio signore che tutti i figli del re
siano morti, poiché il solo Amnon è morto 34e Assalonne è fuggito».
Il giovane che stava di sentinella alzò gli occhi, guardò, ed ecco venire una gran turba di gente
per la strada di Coronàim, dal lato del monte, sulla discesa. La sentinella venne ad avvertire il re e
disse: «Ho visto uomini scendere per la strada di Coronàim, dal lato del monte».
35Allora Ionadàb disse al re: «Ecco i figli del re che arrivano; la cosa sta come
il tuo servo ha detto». 36Come ebbe finito di parlare, ecco giungere i figli del re, i
quali alzarono grida e piansero; anche il re e tutti i suoi servi fecero un gran pianto.
37Intanto Assalonne era fuggito ed era andato da Talmài, figlio di Ammiùd, re di
Ghesur. Il re fece il lutto per suo figlio per lungo tempo. 38Assalonne rimase tre anni a
Ghesur, dove era andato dopo aver preso la fuga. 39Poi il re Davide cessò di sfogarsi
contro Assalonne, perché si era consolato per la morte di Amnon.
1Ioab, figlio di Seruià, si accorse che il cuore del re si rivolgeva ad Assalonne.
2Allora mandò a prendere a Tekòa una donna saggia, e le disse: «Fingi di
essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compòrtati da donna che pianga da
molto tempo un morto; 3poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab
le mise in bocca le parole. 4La donna di Tekòa andò dunque dal re, si
gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiutami, o re!».
5Il re le disse: «Che hai?». Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova: mio
marito è morto. 6La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra loro a contesa in
campagna e nessuno li separava; così uno colpì l’altro e l’uccise.
7Ed ecco, tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo: “Consegnaci
il fratricida: dobbiamo farlo morire per la vita del fratello che egli ha ucciso”. Elimineranno così
anche l’erede e spegneranno l’ultima brace che mi è rimasta e non si lascerà a mio
marito né nome né discendenza sulla terra». 8Il re disse alla donna:
«Va’ pure a casa: io darò ordini a tuo riguardo». 9La donna di
Tekòa disse al re: «O re, mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e
il suo trono siano innocenti». 10E il re: «Se qualcuno parla contro di te,
conducilo da me e non ti molesterà più». 11Riprese: «Il re giuri nel
nome del Signore, suo Dio, perché il vendicatore del sangue non accresca la rovina e non mi sopprimano il
figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello di tuo
figlio!». 12Allora la donna disse: «La tua schiava possa dire una parola al re, mio
signore!». Egli rispose: «Parla». 13Riprese la donna: «Allora
perché pensi così contro il popolo di Dio? Il re, pronunciando questa sentenza si è come
dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha bandito. 14Noi
dobbiamo morire e siamo come acqua versata per terra, che non si può più raccogliere, e Dio non
ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché chi è stato bandito non sia più
bandito lontano da lui. 15Ora, se io sono venuta a parlare così al re, mio signore,
è perché la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: “Voglio parlare al re; forse
il re farà quanto gli dirà la sua schiava, 16poiché il re ascolterà
la sua schiava e la libererà dalle mani di chi cerca di eliminare me con mio figlio dalla eredità
di Dio”. 17Quindi la tua schiava dice: “La parola del re, mio signore, sia fonte di
quiete”. Perché il re, mio signore, è come un angelo di Dio nell’ascoltare il bene e il
male. Il Signore, tuo Dio, sia con te!». 18Il re rispose e disse alla donna: «Non
tenermi nascosto nulla di quello che io ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re, mio
signore». 19Disse il re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto
questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re, mio signore, non si può andare né a
destra né a sinistra di quanto ha detto il re, mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi
ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua schiava. 20Il tuo servo Ioab ha agito
così per dare un altro aspetto alla vicenda; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa
quanto avviene sulla terra».
21Allora il re disse a Ioab: «Ecco, faccio come mi hai detto; va’ dunque e
fa’ tornare il giovane Assalonne». 22Ioab si gettò con la faccia a terra, si
prostrò, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, o re,
mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha detto». 23Ioab
dunque si alzò, andò a Ghesur e condusse Assalonne a Gerusalemme. 24Ma il re
disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritirò in casa e
non vide la faccia del re.
25Ora in tutto Israele non vi era uomo bello che fosse tanto lodato quanto Assalonne; dalla
pianta dei piedi alla cima del capo non era in lui difetto alcuno. 26Quando si faceva tagliare
i capelli – e se li faceva tagliare ogni anno, perché la capigliatura gli pesava troppo e
perciò li tagliava –, egli pesava i suoi capelli e il peso era di duecento sicli al peso del re.
27Ad Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamar, che era donna di
bell’aspetto.
28Assalonne abitò a Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.
29Poi Assalonne fece chiamare Ioab per mandarlo dal re, ma egli non volle andare da lui. Lo
fece chiamare una seconda volta, ma non volle andare. 30Allora Assalonne disse ai suoi servi:
«Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l’orzo: andate e appiccatevi il
fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo. 31Allora Ioab si
alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al
mio campo?». 32Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui,
voglio mandarti a dire al re: “Perché sono tornato da Ghesur? Era meglio per me stare ancora
là”. Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è colpa in me, mi faccia morire!».
33Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Assalonne,
che venne e si prostrò con la faccia a terra davanti al re. E il re baciò Assalonne.
1Ma dopo questo, Assalonne si procurò un carro, cavalli e cinquanta uomini che correvano
innanzi a lui. 2Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via di
accesso alla porta della città. Quando qualcuno aveva una lite e veniva dal re per il giudizio, Assalonne
lo chiamava e gli diceva: «Di quale città sei?». L’altro gli rispondeva: «Il tuo
servo è di tale e tale tribù d’Israele». 3Allora Assalonne gli
diceva: «Vedi, le tue ragioni sono buone e giuste, ma nessuno ti ascolta per conto del re».
4Assalonne aggiungeva: «Se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse una lite o un
giudizio verrebbe da me e io gli farei giustizia». 5Quando uno gli si accostava per
prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la mano, l’abbracciava e lo baciava. 6Assalonne
faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per il giudizio; in questo modo Assalonne si
accattivò il cuore degli Israeliti. 7Ora, dopo quattro anni, Assalonne disse al re:
«Vorrei andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al Signore. 8Perché
durante la sua dimora a Ghesur, in Aram, il tuo servo ha fatto questo voto: “Se il Signore mi riconduce a
Gerusalemme, io servirò il Signore!”». 9Il re gli disse: «Va’ in
pace!». Egli si alzò e andò a Ebron. 10Allora Assalonne mandò
corrieri per tutte le tribù d’Israele a dire: «Quando sentirete il suono del corno, allora
direte: “Assalonne è divenuto re a Ebron”». 11Con Assalonne erano
partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali, invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla.
12Assalonne convocò Achitòfel il Ghilonita, consigliere di Davide, perché
venisse dalla sua città di Ghilo all’offerta dei sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo
andava aumentando intorno ad Assalonne.
13Arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con
Assalonne». 14Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme:
«Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta,
perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la rovina e passi la città a
fil di spada». 15I servi del re gli dissero: «Tutto come preferirà il re,
mio signore; ecco, noi siamo i tuoi servi». 16Il re, dunque, uscì a piedi con
tutta la famiglia; lasciò dieci concubine a custodire la reggia. 17Il re uscì
dunque a piedi con tutto il popolo e si fermarono all’ultima casa. 18Tutti i servi del re
camminavano al suo fianco e tutti i Cretei e tutti i Peletei e tutti quelli di Gat, seicento uomini venuti da Gat
al suo seguito, sfilavano davanti al re. 19Allora il re disse a Ittài di Gat:
«Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna indietro e resta con il re, perché sei uno
straniero e per di più un esule dalla tua patria. 20Appena ieri sei arrivato e oggi ti
farei vagare con noi, mentre io stesso vado dove capiterà di andare? Torna indietro e riconduci con te i
tuoi fratelli. Fedeltà e lealtà!». 21Ma Ittài rispose al re:
«Per la vita del Signore e la tua, o re, mio signore, in qualunque luogo sarà il re, mio signore,
per morire o per vivere, là sarà anche il tuo servo». 22Allora Davide disse
a Ittài: «Su, passa!». Ittài di Gat passò con tutti gli uomini e con tutte le
donne e i bambini che erano con lui. 23Tutta la terra piangeva con alte grida. Tutto il popolo
passava, anche il re attendeva di passare il torrente Cedron, e tutto il popolo passava davanti a lui prendendo
la via del deserto.
24Ecco venire anche Sadoc con tutti i leviti, i quali portavano l’arca
dell’alleanza di Dio. Essi deposero l’arca di Dio – anche Ebiatàr era venuto –
finché tutto il popolo non finì di venire via dalla città. 25Il re disse a
Sadoc: «Riporta in città l’arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del Signore, egli mi
farà tornare e me la farà rivedere, essa e la sua sede. 26Ma se dice: “Non
ti gradisco!”, eccomi: faccia di me quello che sarà bene davanti a lui».
27Il re aggiunse al sacerdote Sadoc: «Vedi: torna in pace in città, e
Achimàas, tuo figlio, e Giònata, figlio di Ebiatàr, i vostri due figli, siano con voi.
28Badate: io aspetterò presso i guadi del deserto, finché mi sia portata qualche
notizia da parte vostra». 29Così Sadoc ed Ebiatàr riportarono a Gerusalemme
l’arca di Dio e là rimasero.
30Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a
piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva. 31Fu
intanto portata a Davide la notizia: «Achitòfel è con Assalonne tra i congiurati».
Davide disse: «Rendi stolti i consigli di Achitòfel, Signore!». 32Quando
Davide fu giunto in vetta al monte, al luogo dove ci si prostra a Dio, ecco farglisi incontro Cusài,
l’Archita, con la tunica stracciata e il capo coperto di polvere. 33Davide gli disse:
«Se tu passi con me, mi sarai di peso; 34ma se torni in città e dici ad Assalonne:
“Io sarò tuo servo, o re; come sono stato servo di tuo padre prima, così sarò ora tuo
servo”, tu mi renderai nulli i consigli di Achitòfel. 35E non avrai forse
là con te i sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr? Quanto sentirai dire nella reggia, lo riferirai ai
sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr. 36Ecco, essi hanno con loro i due figli, Achimàas,
figlio di Sadoc, e Giònata, figlio di Ebiatàr; per mezzo di loro mi manderete a dire quanto avrete
sentito». 37Cusài, amico di Davide, arrivò in città quando Assalonne
entrava in Gerusalemme.
1Davide aveva appena superato la cima del monte, quand’ecco Siba, servo di Merib-Baal,
gli si fece incontro con un paio di asini sellati e carichi di duecento pani, cento grappoli di uva passa, cento
frutti d’estate e un otre di vino. 2Il re disse a Siba: «Che vuoi fare di queste
cose?». Siba rispose: «Gli asini serviranno da cavalcatura alla famiglia del re, i pani e i frutti
d’estate sono per sfamare i giovani, il vino per dissetare quelli che saranno stanchi nel deserto».
3Il re disse: «Dov’è il figlio del tuo signore?». Siba rispose al re:
«Ecco, è rimasto a Gerusalemme perché ha detto: “Oggi la casa di Israele mi
restituirà il regno di mio padre”». 4Il re disse a Siba: «Quanto
appartiene a Merib-Baal è tuo». Siba rispose: «Mi prostro! Possa io trovar grazia ai tuoi
occhi, o re, mio signore!».
5Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della
famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando 6e gettava
sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua
destra e alla sua sinistra. 7Così diceva Simei, maledicendo Davide: «Vattene,
vattene, sanguinario, malvagio! 8Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue
della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio,
ed eccoti nella tua rovina, perché sei un sanguinario». 9Allora Abisài,
figlio di Seruià, disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re, mio
signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». 10Ma il re rispose: «Che ho io
in comune con voi, figli di Seruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto:
“Maledici Davide!”. E chi potrà dire: “Perché fai così?”».
11Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio uscito dalle
mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita, lasciatelo maledire, poiché glielo
ha ordinato il Signore. 12Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi
renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». 13Davide e la sua gente
continuarono il cammino e Simei camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e cammin facendo
malediceva, gli tirava sassi e gli lanciava polvere. 14Il re e tutta la gente che era con lui
arrivarono stanchi presso il Giordano, dove ripresero fiato.
15Intanto Assalonne con tutti gli Israeliti era entrato in Gerusalemme e Achitòfel era
con lui. 16Quando Cusài l’Archita, l’amico di Davide, fu giunto presso
Assalonne, gli disse: «Viva il re! Viva il re!». 17Assalonne disse a Cusài:
«Questa è la fedeltà che hai per il tuo amico? Perché non sei andato con il tuo
amico?». 18Cusài rispose ad Assalonne: «No, io sarò per colui che il
Signore e questo popolo e tutti gli Israeliti hanno scelto, e con lui rimarrò. 19E poi
di chi sarò servo? Non lo sarò forse di suo figlio? Come ho servito tuo padre, così
servirò te».
20Allora Assalonne disse ad Achitòfel: «Consultatevi su quello che dobbiamo
fare». 21Achitòfel rispose ad Assalonne: «Entra dalle concubine che tuo
padre ha lasciato a custodia della casa; tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre e
sarà rafforzato il coraggio di tutti i tuoi». 22Fu dunque tesa una tenda sulla
terrazza per Assalonne e Assalonne entrò dalle concubine del padre, alla vista di tutto Israele.
23In quei giorni un consiglio dato da Achitòfel era come se si fosse consultata la
parola di Dio. Così era di tutti i consigli di Achitòfel, tanto per Davide che per Assalonne.
1Achitòfel disse ad Assalonne: «Sceglierò dodicimila uomini: mi
metterò a inseguire Davide questa notte, 2gli piomberò addosso mentre egli
è stanco e ha le braccia fiacche, lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si
darà alla fuga; io colpirò solo il re 3e ricondurrò a te tutto il popolo,
come ritorna la sposa al suo uomo. La vita di un solo uomo tu cerchi: la gente rimarrà tranquilla».
4Questo parlare piacque ad Assalonne e a tutti gli anziani d’Israele.
5Ma Assalonne disse: «Chiamate anche Cusài, l’Archita, e sentiamo ciò
che ha in bocca anche lui». 6Quando Cusài fu giunto da Assalonne, questi gli
disse: «Achitòfel ha parlato così e così: dobbiamo fare come ha detto lui? Se no,
parla tu!». 7Cusài rispose ad Assalonne: «Questa volta il consiglio dato da
Achitòfel non è buono». 8Cusài continuò: «Tu conosci
tuo padre e i suoi uomini: sai che sono dei prodi e che hanno l’animo esasperato, come un’orsa
privata dei figli nella campagna; poi tuo padre è un guerriero e non passerà la notte con il
popolo. 9A quest’ora egli è nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; se
fin da principio cadranno alcuni dei tuoi, si verrà a sapere e si dirà: “C’è
stata una strage tra la gente che segue Assalonne”. 10Allora il più valoroso,
anche se avesse un cuore di leone, si avvilirà, perché tutto Israele sa che tuo padre è un
prode e che i suoi uomini sono valorosi. 11Perciò io consiglio che tutto Israele, da Dan
fino a Bersabea, si raduni presso di te, numeroso come la sabbia che è sulla riva del mare, e che tu in
persona vada alla battaglia. 12Così lo raggiungeremo in qualunque luogo si
troverà e piomberemo su di lui come la rugiada cade sul suolo; di tutti i suoi uomini non ne
resterà uno solo. 13Se poi si ritira in qualche città, tutto Israele
porterà corde a quella città e noi la trascineremo nella valle, in modo che non se ne trovi
più nemmeno una pietruzza». 14Assalonne e tutti gli Israeliti dissero: «Il
consiglio di Cusài, l’Archita, è migliore di quello di Achitòfel». Il Signore
aveva stabilito di render nullo il buon consiglio di Achitòfel per far cadere la rovina su Assalonne.
15Allora Cusài disse ai sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr: «Achitòfel ha
consigliato Assalonne e gli anziani d’Israele così e così, ma io ho consigliato diversamente.
16Ora dunque mandate in fretta a informare Davide e ditegli: “Non passare la notte presso
i guadi del deserto, ma passa subito dall’altra parte, perché non sia finita per il re e la gente
che è con lui”».
17Ora Giònata e Achimàas stavano presso la fonte di Roghel e una schiava
andò a portare loro le notizie che essi dovevano andare a riferire al re Davide, perché non
potevano farsi vedere entrare in città. 18Ma un giovane li vide e informò
Assalonne. I due partirono di corsa e giunsero a Bacurìm, a casa di un uomo che aveva nel cortile una
cisterna. Essi vi si calarono 19e la donna di casa prese una coperta, la distese sulla bocca
della cisterna e sparse del grano su di essa, così che non ci si accorgeva di nulla. 20I
servi di Assalonne vennero in casa della donna e chiesero: «Dove sono Achimàas e
Giònata?». La donna rispose loro: «Hanno oltrepassato il serbatoio dell’acqua».
Quelli si misero a cercarli, ma non riuscendo a trovarli, tornarono a Gerusalemme.
21Quando costoro se ne furono partiti, i due uscirono dalla cisterna e andarono a informare il
re Davide. Gli dissero: «Muovetevi e passate in fretta l’acqua, perché così ha
consigliato Achitòfel a vostro danno». 22Allora Davide si levò con tutta la
sua gente e passò il Giordano. Allo spuntare del giorno, neppure uno era rimasto che non avesse passato il
Giordano. 23Achitòfel, vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, sellò
l’asino e partì per andare a casa sua nella sua città. Mise in ordine gli affari della casa e
s’impiccò. Così morì e fu sepolto nel sepolcro di suo padre.
24Davide era giunto a Macanàim, quando Assalonne passò il Giordano con tutti gli
Israeliti. 25Assalonne aveva posto a capo dell’esercito Amasà invece di Ioab.
Amasà era figlio di un uomo chiamato Itra l’Israelita, il quale si era unito ad Abigàl,
figlia di Nacas e sorella di Seruià, madre di Ioab. 26Israele e Assalonne si accamparono
nel territorio di Gàlaad. 27Quando Davide fu giunto a Macanàim, Sobì,
figlio di Nacas, da Rabbà degli Ammoniti, e Machir, figlio di Ammièl, da Lodebàr, e
Barzillài il Galaadita, da Roghelìm, 28portarono giacigli, coppe e vasi di
terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, 29miele, panna e pecore e
formaggio di mucca, per Davide e per la sua gente, perché mangiassero; infatti dicevano: «Questa
gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto».
1Davide fece ispezione tra la sua gente e costituì comandanti di migliaia e comandanti
di centinaia su di loro. 2Davide dispose la gente: un terzo sotto il comando di Ioab, un terzo
sotto il comando di Abisài, figlio di Seruià, fratello di Ioab, e un terzo sotto il comando di
Ittài di Gat. Poi il re disse al popolo: «Voglio uscire anch’io con voi!».
3Ma il popolo rispose: «Tu non devi uscire, perché se noi fossimo messi in fuga,
non si farebbe alcun caso di noi; quand’anche perisse la metà di noi, non se ne farebbe alcun caso,
ma tu conti per diecimila di noi. Quindi è meglio che tu sia per noi di aiuto dalla città».
4Il re rispose loro: «Farò quello che vi sembra bene». Il re si fermò
al fianco della porta, mentre tutto l’esercito usciva a schiere di cento e di mille uomini.
5Il re ordinò a Ioab, ad Abisài e a Ittài: «Trattatemi con riguardo
il giovane Assalonne!». E tutto il popolo udì quanto il re ordinò a tutti i capi a proposito
di Assalonne.
6L’esercito uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo nella foresta
di Èfraim. 7La gente d’Israele fu sconfitta in quel luogo dai servi di Davide; la
strage fu grande in quel giorno: ventimila uomini. 8La battaglia si estese per tutta la regione
e la foresta divorò in quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorata la spada.
9Ora Assalonne s’imbatté nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il mulo; il mulo
entrò sotto il groviglio di una grande quercia e la testa di Assalonne rimase impigliata nella quercia e
così egli restò sospeso fra cielo e terra, mentre il mulo che era sotto di lui passò oltre.
10Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: «Ho visto Assalonne appeso a una
quercia». 11Ioab rispose all’uomo che gli portava la notizia: «Dunque,
l’hai visto? E perché non l’hai steso al suolo tu, sul posto? Io t’avrei dato dieci
sicli d’argento e una cintura». 12Ma quell’uomo disse a Ioab:
«Quand’anche mi fossero messi in mano mille sicli d’argento, io non stenderei la mano sul
figlio del re, perché con i nostri orecchi abbiamo udito l’ordine che il re ha dato a te, ad
Abisài e a Ittài: “Proteggetemi il giovane Assalonne!”. 13Ma se io
avessi agito con perfidia di mia testa, poiché nulla rimane nascosto al re, tu avresti preso le
distanze». 14Allora Ioab disse: «Io non voglio perdere così il tempo con
te». Prese in mano tre dardi e li ficcò nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel folto della
quercia. 15Poi dieci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo colpirono e lo
finirono.
16Allora Ioab suonò il corno e il popolo cessò di inseguire Israele,
perché Ioab aveva trattenuto il popolo. 17Quindi presero Assalonne, lo gettarono in una
grande buca nella foresta ed elevarono sopra di lui un grande mucchio di pietre. Tutto Israele era fuggito,
ciascuno nella sua tenda. 18Ora Assalonne, mentre era in vita, si era eretta la stele che
è nella valle del Re, perché diceva: «Io non ho un figlio per conservare il ricordo del mio
nome». Chiamò quella stele con il suo nome e la si chiamò monumento di Assalonne fino ad
oggi.
19Achimàas, figlio di Sadoc, disse a Ioab: «Correrò a portare al re la
bella notizia che il Signore lo ha liberato dai suoi nemici». 20Ioab gli disse: «Tu
non sarai oggi l’uomo della bella notizia, la darai un altro giorno; non darai oggi la bella notizia,
perché il figlio del re è morto». 21Poi Ioab disse all’Etiope:
«Va’ e riferisci al re quello che hai visto». L’Etiope si prostrò a Ioab e corse
via. 22Achimàas, figlio di Sadoc, disse di nuovo a Ioab: «Comunque sia, voglio
correre anch’io dietro all’Etiope». Ioab gli disse: «Ma perché correre, figlio
mio? La bella notizia non ti porterà nulla di buono». 23E l’altro:
«Comunque sia, voglio correre». Ioab gli disse: «Corri!». Allora Achimàas prese la
corsa per la strada della valle e oltrepassò l’Etiope. 24Davide stava seduto fra
le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta sopra le mura, alzò gli occhi,
guardò, ed ecco vide un uomo correre tutto solo. 25La sentinella gridò e
l’annunciò al re. Il re disse: «Se è solo, ha in bocca una bella notizia». Quegli
andava avvicinandosi sempre più. 26La sentinella vide un altro uomo che correva e
gridò al guardiano: «Ecco un altro uomo correre tutto solo!». E il re: «Anche questo ha
una bella notizia». 27La sentinella disse: «Il modo di correre del primo mi pare
quello di Achimàas, figlio di Sadoc». E il re disse: «È un uomo buono: viene certo per
una lieta notizia!». 28Achimàas gridò al re: «Pace!». Poi si
prostrò al re con la faccia a terra e disse: «Benedetto sia il Signore, tuo Dio, che ha fermato gli
uomini che avevano alzato le mani contro il re, mio signore!». 29Il re disse: «Il
giovane Assalonne sta bene?». Achimaàs rispose: «Quando Ioab mandava il servo del re e me tuo
servo, io vidi un gran tumulto, ma non so che cosa fosse». 30Il re gli disse:
«Mettiti là, da parte». Quegli si mise da parte e aspettò. 31Ed ecco
arrivare l’Etiope che disse: «Si rallegri per la notizia il re, mio signore! Il Signore ti ha
liberato oggi da quanti erano insorti contro di te». 32Il re disse all’Etiope:
«Il giovane Assalonne sta bene?». L’Etiope rispose: «Diventino come quel giovane i nemici
del re, mio signore, e quanti insorgono contro di te per farti del male!».
1Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse;
diceva andandosene: «Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te,
Assalonne, figlio mio, figlio mio!». 2Fu riferito a Ioab: «Ecco, il re piange e fa
lutto per Assalonne». 3La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il
popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è desolato a causa del
figlio». 4Il popolo in quel giorno rientrò in città furtivamente, come
avrebbe fatto gente vergognosa per essere fuggita durante la battaglia. 5Il re si era coperta
la faccia e gridava a gran voce: «Figlio mio Assalonne, Assalonne, figlio mio, figlio mio!».
6Allora Ioab entrò in casa del re e disse: «Tu fai arrossire oggi il volto di
tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figli e alle tue figlie, alle tue mogli
e alle tue concubine, 7perché ami quelli che ti odiano e odii quelli che ti amano.
Infatti oggi tu mostri chiaramente che capi e servi per te non contano nulla; ora io ho capito che, se Assalonne
fosse vivo e noi quest’oggi fossimo tutti morti, questa sarebbe una cosa giusta ai tuoi occhi.
8Ora dunque àlzati, esci e parla al cuore dei tuoi servi, perché io giuro per il
Signore che, se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; questo sarebbe per te un male
peggiore di tutti quelli che ti sono capitati dalla tua giovinezza fino ad oggi». 9Allora
il re si alzò e si sedette alla porta; fu dato quest’annuncio a tutto il popolo: «Ecco, il re
sta seduto alla porta». E tutto il popolo venne alla presenza del re.
Gli Israeliti erano fuggiti ognuno alla sua tenda. 10In tutte le tribù d’Israele
tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha
salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire dalla terra a causa di Assalonne.
11Ma Assalonne, che noi avevamo unto re su di noi, è morto in battaglia. Ora
perché indugiate a fare tornare il re?». 12Ciò che si diceva in tutto
Israele era giunto a conoscenza del re. Il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Sadoc ed Ebiatàr:
«Riferite agli anziani di Giuda: “Perché volete essere gli ultimi a far tornare il re alla sua
casa? 13Fratelli miei, voi siete mio osso e mia carne e perché dunque sareste gli ultimi
a far tornare il re?”. 14Dite ad Amasà: “Non sei forse mio osso e mia carne?
Dio mi faccia questo e anche peggio, se tu non diventerai davanti a me capo dell’esercito per sempre al
posto di Ioab!”». 15Così piegò il cuore di tutti gli uomini di Giuda,
come se fosse stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a dire al re: «Ritorna tu e tutti i tuoi
servi».
16Il re dunque tornò e giunse al Giordano; quelli di Giuda vennero a Gàlgala per
andare incontro al re e per fargli passare il Giordano.
17Simei, figlio di Ghera, Beniaminita, che era di Bacurìm, si affrettò a scendere
con gli uomini di Giuda incontro al re Davide. 18Aveva con sé mille uomini di Beniamino.
Siba, il domestico della casa di Saul, i suoi quindici figli e i suoi venti servi si precipitarono al Giordano
prima del re. 19La barca faceva la traversata per far passare la famiglia del re e poi fare
quanto gli fosse sembrato opportuno. Intanto Simei, figlio di Ghera, si gettò ai piedi del re nel momento
in cui passava il Giordano 20e disse al re: «Il mio signore non tenga conto della mia
colpa! Quanto il tuo servo ha commesso quando il re, mio signore, è uscito da Gerusalemme, non ricordarlo,
non lo conservi il re nel suo cuore! 21Certo, il tuo servo riconosce di aver peccato, ed ecco
oggi, primo di tutta la casa di Giuseppe, sono sceso incontro al re, mio signore». 22Ma
Abisài, figlio di Seruià, disse: «Non dovrà forse essere messo a morte Simei
perché ha maledetto il consacrato del Signore?». 23Davide disse: «Che ho io
in comune con voi, o figli di Seruià, perché diventiate oggi miei avversari? Si può mettere
a morte oggi qualcuno in Israele? Non so già forse di essere oggi il re d’Israele?».
24Il re disse a Simei: «Tu non morirai!». E il re glielo giurò.
25Anche Merib-Baal, nipote di Saul, scese incontro al re. Non si era curato i piedi né
la barba intorno alle labbra e non aveva lavato le vesti dal giorno in cui il re era partito a quello in cui
tornava in pace. 26Mentre andava a Gerusalemme incontro al re, il re gli disse:
«Perché non sei venuto con me, Merib-Baal?». 27Egli rispose: «O re,
mio signore, il mio servo mi ha ingannato! Il tuo servo aveva detto: “Io mi farò sellare
l’asino, monterò e andrò con il re, perché il tuo servo è zoppo”.
28Inoltre egli ha calunniato il tuo servo presso il re, mio signore. Però il re, mio
signore, è come un angelo di Dio; fa’ dunque ciò che sembrerà bene ai tuoi occhi.
29Perché tutti quelli della casa di mio padre erano solo degni di morte per il re, mio
signore; ma tu hai posto il tuo servo fra quelli che mangiano alla tua tavola. E che diritto avrei ancora di
supplicare il re?». 30Il re gli disse: «Non occorre che tu aggiunga altre parole.
Ho deciso: tu e Siba vi dividerete i campi». 31Merib-Baal rispose al re: «Se li
prenda pure tutti lui, dato che ormai il re, mio signore, è tornato in pace a casa sua!».
32Barzillài il Galaadita era sceso da Roghelìm e aveva passato il Giordano con il
re, per congedarsi da lui presso il Giordano. 33Barzillài era molto vecchio: aveva
ottant’anni. Aveva dato sostentamento al re mentre questi si trovava a Macanàim, perché era
un uomo molto facoltoso. 34Il re disse a Barzillài: «Vieni con me; io
provvederò al tuo sostentamento presso di me, a Gerusalemme». 35Ma
Barzillài rispose al re: «Quanti sono gli anni che mi restano da vivere, perché io salga con
il re a Gerusalemme? 36Io ora ho ottant’anni; posso forse ancora distinguere ciò
che è buono da ciò che è cattivo? Può il tuo servo gustare ancora ciò che
mangia e ciò che beve? Posso udire ancora la voce dei cantanti e delle cantanti? E perché allora il
tuo servo dovrebbe essere di peso al re, mio signore? 37Il tuo servo verrà con il re
appena oltre il Giordano; perché il re dovrebbe darmi una tale ricompensa? 38Lascia che
il tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città, presso la tomba di mio padre e di mia
madre. Ecco qui mio figlio, il tuo servo Chimam: venga lui con il re, mio signore; fa’ per lui quello che
ti piacerà». 39Il re rispose: «Venga dunque con me Chimam e io farò
per lui quello che a te piacerà; farò per te quello che desidererai da me».
40Poi tutto il popolo passò il Giordano. Il re l’aveva già passato. Allora
il re baciò Barzillài e lo benedisse; quegli tornò a casa.
41Così il re proseguì per Gàlgala e Chimam era venuto con lui. Tutta la
gente di Giuda e anche metà della gente d’Israele aveva fatto passare il re.
42Allora tutti gli Israeliti vennero dal re e gli dissero: «Perché i nostri
fratelli, gli uomini di Giuda, ti hanno prelevato e hanno fatto passare il Giordano al re, alla sua famiglia e a
tutta la gente di Davide?». 43Tutti gli uomini di Giuda risposero agli Israeliti:
«Il re è un nostro parente stretto; perché vi adirate per questo? Abbiamo forse mangiato a
spese del re o ci fu portata qualche porzione?». 44Gli Israeliti replicarono agli uomini
di Giuda: «Io ho dieci parti sul re e anche su Davide ho la preminenza rispetto a te; perché mi hai
disprezzato? Non sono forse stato il primo a proporre di far tornare il re?». Ma il parlare degli uomini di
Giuda fu più ostinato di quello degli Israeliti.
1Capitò là uno scellerato chiamato Seba, figlio di Bicrì, un Beniaminita,
il quale suonò il corno e disse:
«Non abbiamo alcuna parte con Davide
e non abbiamo un’eredità con il figlio di Iesse.
Ognuno alle proprie tende, Israele!».
2Tutti gli Israeliti si allontanarono da Davide per seguire Seba, figlio di Bicrì; ma
gli uomini di Giuda rimasero uniti al loro re e lo accompagnarono dal Giordano fino a Gerusalemme.
3Davide entrò nella reggia a Gerusalemme. Il re prese le dieci concubine che aveva
lasciato a custodia della reggia e le mise in una residenza sorvegliata; dava loro sostentamento, ma non si
accostava a loro. Rimasero così recluse fino al giorno della loro morte, vivendo da vedove.
4Quindi il re disse ad Amasà: «Radunami tutti gli uomini di Giuda in tre giorni;
poi férmati qui». 5Amasà dunque partì per far venire gli uomini di
Giuda; ma tardò più del tempo fissato. 6Allora Davide disse ad Abisài:
«Seba, figlio di Bicrì, ci farà ora più male di Assalonne; prendi i servi del tuo
signore e inseguilo, perché non trovi fortezze e sfugga ai nostri occhi». 7Con lui
uscirono gli uomini di Ioab, i Cretei, i Peletei e tutti i prodi; uscirono da Gerusalemme per inseguire Seba,
figlio di Bicrì.
8Si trovavano presso la grande pietra che è a Gàbaon, quando Amasà venne
loro incontro. Ioab indossava la veste militare, sopra la quale portava il cinturone con la spada pendente dai
fianchi nel fodero; venendo fuori, essa gli cadde. 9Ioab disse ad Amasà: «Stai
bene, fratello mio?» e con la destra prese Amasà per la barba per baciarlo.
10Amasà non fece attenzione alla spada che Ioab aveva nell’altra mano, e Ioab lo
colpì al ventre e ne sparse le viscere a terra; non lo colpì una seconda volta perché era
già morto. Poi Ioab e Abisài, suo fratello, inseguirono Seba, figlio di Bicrì.
11Uno dei giovani di Ioab era rimasto presso Amasà e diceva: «Chi ama Ioab e chi
è per Davide segua Ioab!». 12Intanto Amasà giaceva insanguinato in mezzo al
sentiero e quell’uomo vide che tutto il popolo si fermava. Allora trascinò Amasà fuori dal
sentiero, in un campo, e gli buttò addosso una veste, perché quanti gli arrivavano vicino lo
vedevano e si fermavano. 13Quando fu rimosso dal sentiero, passarono tutti al seguito di Ioab
per inseguire Seba, figlio di Bicrì.
14Costui passò per tutte le tribù d’Israele fino ad Abel-Bet-Maacà;
tutti gli alleati si radunarono e lo seguirono. 15Vennero dunque, lo assediarono ad
Abel-Bet-Maacà e innalzarono contro la città un terrapieno addossato al contrafforte; tutto il
popolo che era con Ioab faceva di tutto per far cadere le mura. 16Allora una donna saggia
gridò dalla città: «Ascoltate, ascoltate! Dite a Ioab di avvicinarsi, gli voglio
parlare!». 17Quando egli le si avvicinò, la donna gli chiese: «Sei tu
Ioab?». Egli rispose: «Sì». Allora ella gli disse: «Ascolta la parola della tua
schiava». Egli rispose: «Ascolto». 18Riprese: «Una volta si soleva
dire: “Si consultino quelli di Abel”, e la cosa si risolveva. 19Io vivo tra uomini
pacifici e fedeli d’Israele, e tu cerchi di far perire una città che è una madre in Israele.
Perché vuoi distruggere l’eredità del Signore?». 20Ioab rispose:
«Non sia mai, non sia mai che io distrugga e devasti! 21La questione è diversa: un
uomo delle montagne di Èfraim, chiamato Seba, figlio di Bicrì, ha alzato la mano contro il re
Davide. Consegnatemi lui solo e io me ne andrò dalla città». La donna disse a Ioab:
«Ecco, la sua testa ti sarà gettata dalle mura». 22Allora la donna si
rivolse a tutto il popolo con saggezza; così quelli tagliarono la testa a Seba, figlio di Bicrì, e
la gettarono a Ioab. Egli fece suonare il corno; tutti si dispersero lontano dalla città, ognuno alla
propria tenda. Poi Ioab tornò a Gerusalemme presso il re.
23Ioab era a capo di tutto l’esercito d’Israele; Benaià, figlio di
Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei; 24Adoràm sovrintendeva al lavoro
coatto; Giòsafat, figlio di Achilùd, era archivista; 25Seva era scriba; Sadoc ed
Ebiatàr erano sacerdoti 26e anche Ira, lo Iairita, era sacerdote di Davide.
1Al tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni; Davide cercò il volto del Signore e
il Signore gli disse: «Su Saul e sulla sua casa c’è sangue, perché egli ha fatto morire
i Gabaoniti». 2Allora il re chiamò i Gabaoniti e parlò loro. I Gabaoniti
non erano Israeliti, ma un resto degli Amorrei, e gli Israeliti avevano fatto con loro un giuramento; Saul
però, nel suo zelo per gli Israeliti e per quelli di Giuda, aveva cercato di colpirli.
3Davide disse ai Gabaoniti: «Che devo fare per voi? In che modo espierò,
perché voi possiate benedire l’eredità del Signore?». 4I Gabaoniti
gli risposero: «Fra noi e Saul e la sua casa non è questione d’argento o d’oro,
né ci riguarda l’uccidere qualcuno in Israele». Il re disse: «Quello che voi direte io
ve lo farò». 5Quelli risposero al re: «Di quell’uomo che ci ha
distrutti e aveva progettato di finirci, perché più non sopravvivessimo in tutto il territorio
d’Israele, 6ci siano consegnati sette uomini tra i suoi figli e noi li impiccheremo
davanti al Signore a Gàbaon, sul monte del Signore». Il re disse: «Ve li
consegnerò». 7Il re risparmiò Merib-Baal, figlio di Giònata, figlio
di Saul, per il giuramento del Signore che c’era tra loro, tra Davide e Giònata, figlio di Saul.
8Il re prese i due figli che Rispa, figlia di Aià, aveva partoriti a Saul, Armonì
e Merib-Baal, e i cinque figli che Merab, figlia di Saul, aveva partoriti ad Adrièl di Mecolà,
figlio di Barzillài. 9Li consegnò nelle mani dei Gabaoniti, che li impiccarono
sul monte, davanti al Signore. Tutti e sette caddero insieme. Furono messi a morte nei primi giorni della
mietitura, quando si cominciava a mietere l’orzo.
10Allora Rispa, figlia di Aià, prese il sacco e lo stese sulla roccia, dal principio
della mietitura fino a quando dal cielo non cadde su di loro la pioggia. Essa non permise agli uccelli del cielo
di posarsi su di loro di giorno e alle bestie selvatiche di accostarsi di notte. 11Fu riferito
a Davide quello che Rispa, figlia di Aià, concubina di Saul, aveva fatto. 12Davide
andò a prendere le ossa di Saul e quelle di Giònata, suo figlio, presso i signori di Iabes di
Gàlaad, i quali le avevano sottratte furtivamente dalla piazza di Bet-Sean, dove i Filistei li avevano
appesi quando avevano colpito Saul sul Gèlboe. 13Egli riportò le ossa di Saul e
quelle di Giònata, suo figlio; poi si raccolsero anche le ossa di quelli che erano stati impiccati.
14Le ossa di Saul e di Giònata, suo figlio, furono sepolte nel territorio di Beniamino a
Sela, nel sepolcro di Kis, padre di Saul. Fu fatto quanto il re aveva ordinato e, dopo questo, Dio si
mostrò placato verso la terra.
15I Filistei mossero di nuovo guerra a Israele e Davide scese con i suoi servi a combattere
contro i Filistei. Davide era stanco 16e Isbi-Benòb, uno dei discendenti di Rafa, con
una lancia del peso di trecento sicli di bronzo e portando una spada nuova, manifestò il proposito di
uccidere Davide; 17ma Abisài, figlio di Seruià, venne in aiuto al re,
colpì il Filisteo e lo uccise. Allora gli uomini di Davide gli giurarono: «Tu non uscirai più
con noi a combattere e non spegnerai la lampada d’Israele».
18Dopo questo, ci fu un’altra battaglia con i Filistei, a Gob. Allora Sibbecài di
Cusa uccise Saf, uno dei discendenti di Rafa.
19Ci fu un’altra battaglia con i Filistei, a Gob, ed Elcanàn, figlio di Iair, di
Betlemme, uccise Golia di Gat: l’asta della sua lancia era come un cilindro da tessitori.
20Ci fu un’altra battaglia a Gat, dove c’era un uomo di grande statura, che aveva
sei dita per mano e per piede, in tutto ventiquattro, e anche lui discendeva da Rafa. 21Egli
sfidò Israele, ma Giònata, figlio di Simeà, fratello di Davide, lo uccise.
22Questi quattro discendevano da Rafa, a Gat. Essi caddero per mano di Davide e dei suoi
uomini.
1Davide rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dalla
mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul. 2Egli disse:
«Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
3mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo,
mio nascondiglio che mi salva,
dalla violenza tu mi salvi.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti infernali;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei cieli,
si scossero perché egli era adirato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
una nube oscura sotto i suoi piedi.
11Cavalcava un cherubino e volava,
appariva sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di una tenda,
di acque oscure e di nubi.
13Davanti al suo fulgore
arsero carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l’Altissimo fece udire la sua voce.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgore e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la minaccia del Signore,
per lo spirare del suo furore.
17Stese la mano dall’alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed erano più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno della mia sventura,
ma il Signore fu il mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani,
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza davanti ai suoi occhi.
26Con l’uomo buono tu sei buono,
con l’uomo integro tu sei integro,
27con l’uomo puro tu sei puro
e dal perverso non ti fai ingannare.
28Tu salvi il popolo dei poveri,
ma sui superbi abbassi i tuoi occhi.
29Signore, tu sei la mia lampada;
il Signore rischiara le mie tenebre.
30Con te mi getterò nella mischia,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
31La via di Dio è perfetta,
la parola del Signore è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è roccia, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino,
34mi ha dato agilità come di cerve
e sulle alture mi ha fatto stare saldo,
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tendere l’arco di bronzo.
36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
mi hai esaudito e mi hai fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho distrutti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho annientati e colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
41Dei nemici mi hai mostrato le spalle:
quelli che mi odiavano, li ho distrutti.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
hanno gridato al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere della terra li ho dispersi,
calpestati, schiacciati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai conservato a capo di nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45stranieri cercavano il mio favore,
all’udirmi, subito mi obbedivano,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
47Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato Dio, rupe della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi sottrai ai miei nemici,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall’uomo violento.
50Per questo ti loderò, Signore, tra le genti
e canterò inni al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre».
1Queste sono le ultime parole di Davide:
«Oracolo di Davide, figlio di Iesse,
oracolo dell’uomo innalzato dall’Altissimo,
del consacrato del Dio di Giacobbe,
del soave salmista d’Israele.
2Lo spirito del Signore parla in me,
la sua parola è sulla mia lingua;
3il Dio di Giacobbe ha parlato,
la roccia d’Israele mi ha detto:
“Chi governa gli uomini con giustizia,
chi governa con timore di Dio,
4è come luce di un mattino
quando sorge il sole,
mattino senza nubi,
che fa scintillare dopo la pioggia
i germogli della terra”.
5Non è forse così la mia casa davanti a Dio,
poiché ha stabilito con me un’alleanza eterna,
in tutto regolata e osservata?
Non farà dunque germogliare
quanto mi salva
e quanto mi diletta?
6Ma gli scellerati sono come spine,
che si buttano via tutte
e non si prendono in mano;
7chi le tocca si arma di un ferro e di un’asta di lancia
e si bruciano sul posto col fuoco».
8Questi sono i nomi dei prodi di Davide: Is-Baal, l'Acmonita, capo dei Tre. Egli, impugnando la
lancia contro ottocento uomini, li trafisse in un solo scontro. 9Dopo di lui veniva
Eleàzaro, figlio di Dodo, l’Acochita, uno dei tre prodi che erano con Davide: quando i Filistei li
insultarono, si schierarono là per combattere, mentre gli Israeliti si ritirarono sulle alture.
10Egli si alzò, percosse i Filistei, finché la sua mano, sfinita, rimase
attaccata alla spada. Il Signore operò quel giorno una grande salvezza e il popolo seguì
Eleàzaro soltanto per spogliare i cadaveri. 11Dopo di lui veniva Sammà figlio di
Aghè, l’Ararita. I Filistei erano radunati a Lechì; in quel luogo vi era un campo pieno di
lenticchie e il popolo fuggì dinanzi ai Filistei. 12Egli allora si appostò in
mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei, e il Signore operò una grande vittoria.
13Tre dei Trenta capi scesero al tempo della mietitura e vennero da Davide nella caverna di
Adullàm, mentre una schiera di Filistei era accampata nella valle dei Refaìm.
14Davide era allora nel rifugio e c’era una postazione di Filistei a Betlemme.
15Davide ebbe un desiderio e disse: «Se qualcuno mi desse da bere l’acqua del pozzo
che è vicino alla porta di Betlemme!». 16I tre prodi irruppero nel campo filisteo,
attinsero l’acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e la presentarono a Davide, il quale
però non ne volle bere, ma la sparse in onore del Signore, 17dicendo: «Non sia
mai, Signore, che io faccia una cosa simile! È il sangue di questi uomini, che sono andati là a
rischio della loro vita!». Non la volle bere. Tali gesta compirono quei tre prodi.
18Abisài, fratello di Ioab, figlio di Seruià, fu il capo dei Trenta. Egli,
impugnando la lancia contro trecento uomini, li trafisse; si fece un nome fra i Trenta.
19Certo, fu glorioso fra i Trenta e divenne loro comandante, ma non giunse alla pari dei Tre.
20Poi veniva Benaià, figlio di Ioiadà, uomo valoroso, di molte prodezze,
originario di Kabseèl. Egli uccise i due figli di Arièl, di Moab; inoltre, sceso in una cisterna in
un giorno di neve, vi abbatté un leone. 21Uccise anche un Egiziano, uomo d’alta
statura, il quale teneva in mano una lancia; gli andò incontro con un bastone, strappò di mano
all’Egiziano la lancia e lo uccise con la sua stessa lancia. 22Questo fece Benaià,
figlio di Ioiadà, e si fece un nome tra i trenta prodi. 23Fu glorioso fra i Trenta, ma
non giunse alla pari dei Tre. Davide lo mise a capo del suo corpo di guardia. 24Poi
Asaèl, fratello di Ioab, uno dei Trenta, Elcanàn, figlio di Dodo, di Betlemme,
25Sammà di Carod, Elikà di Carod, 26Cheles di Pelet, Ira,
figlio di Ikkes, di Tekòa, 27Abièzer di Anatòt, Mebunnài di Cusa,
28Salmon di Acòach, Maarai di Netofà, 29Cheleb, figlio di
Baanà, di Netofà, Ittài, figlio di Ribài, di Gàbaa dei figli di Beniamino,
30Benaià di Piratòn, Iddài di Nacalè-Gaas,
31Abi-Albòn di Arbàt, Azmàvet di Bacurìm,
32Eliacbà di Saalbòn, Iasen di Gun, Giònata, 33figlio di
Sammà, di Arar, Achiàm, figlio di Sarar, di Arar, 34Elifèlet, figlio di
Acasbài, il Maacatita, Eliàm, figlio di Achitòfel, di Ghilo,
35Chesrài di Carmel, Paarài di Arab, 36Igal, figlio di Natan,
di Soba, Banì di Gad, 37Selek l’Ammonita, Nacrài di Beeròt, scudiero
di Ioab, figlio di Seruià, 38Ira di Ieter, Gareb di Ieter, 39Uria
l’Ittita. In tutto trentasette.
1L’ira del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il
popolo in questo modo: «Su, fa’ il censimento d’Israele e di Giuda».
2Il re disse a Ioab, capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri tutte le
tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca
il numero della popolazione». 3Ioab rispose al re: «Il Signore, tuo Dio, aumenti il
popolo cento volte più di quello che è, e gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma
perché il re, mio signore, vuole questa cosa?». 4Ma l’ordine del re prevalse
su Ioab e sui comandanti dell’esercito, e Ioab e i comandanti dell’esercito si allontanarono dal re
per fare il censimento del popolo d’Israele.
5Passarono il Giordano e cominciarono da Aroèr e dalla città che è a
metà del torrente di Gad su fino a Iazer. 6Poi andarono in Gàlaad e nella terra
degli Ittiti a Kades, andarono a Dan-Iaan e piegarono verso Sidone. 7Andarono alla fortezza di
Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei e finirono nel Negheb di Giuda a Bersabea.
8Percorsero così tutto il territorio e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a
Gerusalemme. 9Ioab consegnò al re il totale del censimento del popolo: c’erano in
Israele ottocentomila uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila.
10Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso ed egli
disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli la colpa del tuo servo,
poiché io ho commesso una grande stoltezza». 11Al mattino, quando Davide si
alzò, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Gad, veggente di Davide:
12«Va’ a riferire a Davide: Così dice il Signore: “Io ti propongo tre
cose: scegline una e quella ti farò”». 13Gad venne dunque a Davide, gli
riferì questo e disse: «Vuoi che vengano sette anni di carestia nella tua terra o tre mesi di fuga
davanti al nemico che ti insegue o tre giorni di peste nella tua terra? Ora rifletti e vedi che cosa io debba
riferire a chi mi ha mandato». 14Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia!
Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada
nelle mani degli uomini!». 15Così il Signore mandò la peste in Israele, da
quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Bersabea morirono tra il popolo settantamila persone.
16E quando l’angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per devastarla, il Signore si
pentì di quel male e disse all’angelo devastatore del popolo: «Ora basta! Ritira la
mano!».
L’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Araunà, il Gebuseo.
17Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Io ho peccato,
io ho agito male; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio
padre!».
18Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali, innalza un altare al Signore
nell’aia di Araunà, il Gebuseo». 19Davide salì, secondo la parola di
Gad, come il Signore aveva comandato. 20Araunà guardò e vide il re e i suoi servi
dirigersi verso di lui. Araunà uscì e si prostrò davanti al re con la faccia a terra.
21Poi Araunà disse: «Perché il re, mio signore, viene dal suo
servo?». Davide rispose: «Per acquistare da te l’aia e costruire un altare al Signore,
perché si allontani il flagello dal popolo». 22Araunà disse a Davide:
«Il re, mio signore, prenda e offra quanto vuole! Ecco i giovenchi per l’olocausto; le trebbie e gli
arnesi dei buoi serviranno da legna. 23Tutte queste cose, o re, Araunà te le
regala». Poi Araunà disse al re: «Il Signore, tuo Dio, ti sia propizio!».
24Ma il re rispose ad Araunà: «No, io acquisterò da te a pagamento e non
offrirò olocausti gratuitamente al Signore, mio Dio». Davide acquistò l’aia e i buoi
per cinquanta sicli d’argento. 25Quindi Davide costruì in quel luogo un altare al
Signore e offrì olocausti e sacrifici di comunione. Il Signore si mostrò placato verso la terra e
il flagello si allontanò da Israele.