Due decaloghi per i papà
di Bruno Ferrero e di Antonio Mazzi
I due testi che ripresentiamo sul nostro sito sono ripresi dal Web. In uno stile volutamente
semplice – che è pregio e limite – vogliono indirizzare ad una riflessione sulla figura del padre.
Il primo testo è di Bruno Ferrero ed è apparso originariamente sul Bollettino Salesiano del
marzo 2005. Il secondo testo è di Antonio Mazzi ed è stato pubblicato originariamente nel volume
Un'ala di riserva. Adolescenza, terra di qualcuno? Ed. Mondadori, Milano, 2000.
Il Centro culturale Gli scritti (6/1/2007)
Un decalogo per il papà
di Bruno Ferrero
- Il primo dovere di un padre verso i suoi figli è amare la madre.
La famiglia è un sistema che si regge sull'amore. Non quello presupposto,
ma quello reale, effettivo. Senza amore è impossibile sostenere a
lungo le sollecitazioni della vita familiare. Non si può fare i genitori
"per dovere". E l'educazione è sempre un "gioco di squadra". Nella
coppia, come con i figli che crescono, un accordo profondo, un'intima unione
danno piacere e promuovono la crescita, perché rappresentano una
base sicura. Un papà può proteggere la mamma dandole in "cambio",
il tempo di riprendersi, di riposare e ritrovare un po' di spazio per sé.
- Il padre deve soprattutto esserci. Una presenza che significa "voi siete
il primo interesse della mia vita". Affermano le statistiche che, in media,
un papà trascorre meno di cinque minuti al giorno in modo autenticamente
educativo con i propri figli. Esistono ricerche che hanno riscontrato un
nesso tra l'assenza del padre e lo scarso profitto scolastico, il basso
quoziente di intelligenza, la delinquenza e l'aggressività. Non è
questione di tempo, ma di effettiva comunicazione. Esserci, per un papà
vuol dire parlare con i figli, discorrere del lavoro e dei problemi, farli
partecipare il più possibile alla sua vita. E' anche imparare a notare
tutti quei piccoli e grandi segnali che i ragazzi inviano continuamente.
- Un padre è un modello, che lo voglia o no. Oggi la figura del padre
ha un enorme importanza come appoggio e guida del figlio. In primo luogo
come esempio di comportamenti, come stimolo a scegliere determinate condotte
in accordo con i principi di correttezza e civiltà. In breve, come
modello di onestà, di lealtà e di benevolenza. Anche se non
lo dimostrano, anche se persino lo negano, i ragazzi badano molto di più
a ciò che il padre fa, alle ragioni per cui lo fa. La dimostrazione
di ciò che chiamiamo "coscienza" ha un notevole peso quando venga
fornita dalla figura paterna.
- Un padre dà sicurezza. Il papà è il custode. Tutti
in famiglia si aspettano protezione dal papà. Un papà protegge
anche imponendo delle regole e dei limiti di spazio e di tempo, dicendo
ogni tanto "no", che è il modo migliore per comunicare: "ho cura
di te".
- Un padre incoraggia e dà forza. Il papà dimostra il suo
amore con la stima, il rispetto, l'ascolto, l'accettazione. Ha la vera tenerezza
di chi dice: "Qualunque cosa capiti, sono qui per te!". Di qui nasce nei
figli quell'atteggiamento vitale che è la fiducia in se stessi. Un
papà è sempre pronto ad aiutare i figli, a compensare i punti
deboli.
- Un padre ricorda e racconta. Paternità è essere l'isola
accogliente per i "naufraghi della giornata". E' fare di qualche momento
particolare, la cena per esempio, un punto d'incontro per la famiglia, dove
si possa conversare in un clima sereno. Un buon papà sa creare la
magia dei ricordi, attraverso i piccoli rituali dell'affetto. Nel passato
il padre era il portatore dei "valori", e per trasmettere i valori ai figli
bastava imporli. Ora bisogna dimostrarli. E la vita moderna ci impedisce
di farlo. Come si fa a dimostrare qualcosa ai figli, quando non si ha neppure
il tempo di parlare con loro, di stare insieme tranquillamente, di scambiare
idee, progetti, opinioni, di palesare speranze, gioie o delusioni?
- Un padre insegna a risolvere i problemi. Un papà è il miglior
passaporto per il mondo " di fuori". Il punto sul quale influisce fortemente
il padre è la capacità di dominio della realtà, l'attitudine
ad affrontare e controllare il mondo in cui si vive. Elemento anche questo
che contribuisce non poco alla strutturazione della personalità del
figlio. Il papà è la persona che fornisce ai figli la mappa
della vita.
- Un padre perdona. Il perdono del papà è la qualità
più grande, più attesa, più sentita da un figlio. Un
giovane rinchiuso in un carcere minorile confida: "Mio padre con me è
sempre stato freddo di amore e di comprensione. Quand'ero piccolo mi voleva
un gran bene; ci fu un giorno che commisi uno sbaglio; da allora non ebbe
più il coraggio di avvicinarmi e di baciarmi come faceva prima. L'amore
che nutriva per me scomparve: ero sui tredici anni... Mi ha tolto l'affetto
proprio quando ne avevo estremamente bisogno. Non avevo uno a cui confidare
le mie pene. La colpa è anche sua se sono finito così in basso.
Se fossi stato al suo posto, mi sarei comportato diversamente. Non avrei
abbandonato mio figlio nel momento più delicato della sua vita. Lo
avrei incoraggiato a ritornare sulla retta via con la comprensione di un
vero padre. A me è mancato tutto questo".
- Il padre è sempre il padre. Anche se vive lontano. Ogni figlio
ha il diritto di avere il suo papà. Essere trascurati o abbandonati
dal proprio padre è una ferita che non si rimargina mai.
- Un padre è immagine di Dio. Essere padre è una vocazione,
non solo una scelta personale. Tutte le ricerche psicologiche dicono che
i bambini si fanno l'immagine di Dio sul modello del loro papà. La
preghiera che Gesù ci ha insegnato è il Padre Nostro. Una
mamma che prega con i propri figli è una cosa bella, ma quasi normale.
Un papà che prega con i propri figli lascerà in loro un'impronta
indelebile.
Un decalogo per il papà, proposto da un bambino
di Antonio Mazzi
- Non viziarmi. So benissimo che non dovrei avere tutto quello che chiedo.
Voglio solo metterti alla prova.
- Non essere incoerente: questo mi sconcerta e mi costringe a fare ogni
sforzo per farla franca ogni volta che posso.
- Non fare promesse: potresti non essere in grado di mantenerle. Questo
farebbe diminuire la mia fiducia in te.
- Non correggermi davanti alla gente. Ti presterò molta più
attenzione se parlerai tranquillamente con me a quattr'occhi.
- Non brontolare continuamente: se lo fai dovrò difendermi facendo
finta di essere sordo.
- Non badare troppo alle mie piccole indisposizioni. Potrei imparare a godere
di cattiva salute se questo attira la tua attenzione.
- Non preoccuparti per il poco tempo che passiamo insieme. È come
lo passiamo che conta.
- Non permettere che i miei umori suscitino la tua ansia perché allora
diventerei ancora più pauroso. Indicami il coraggio.
- Non dimenticare che non posso crescere bene senza molta comprensione ed
incoraggiamento... ma non ho bisogno di dirtelo, vero?
- Ricordati, io imparo di più da un esempio che da un rimprovero.
[Bambini]