Rassegna libraria Voci dalla Shoah |
Capitolo 7 - Gli Altri Campi di Concentramento |
Jorge Semprun Jorge Semprun,
nato a Madrid, viene
arrestato nel 1943 dalla Gestapo, mentre milita nelle
organizzazioni partigiane comuniste. Viene deportato a
Buchenwald, dove rimarrà per 22 mesi. Rivestirà,
dal 1988 al 1991 la carica di ministro della cultura nel governo spagnolo. Di
sè afferma che la deportazione è il
solo fattore caratterizzante la sua persona. -Warum sind Sie verhaftet (vorrei farle una domanda)?- domanda il soldato. E'
una domanda pertinente, bisogna dire. E' la domanda che, in questo preciso momento,
va più in là di qualsiasi altra possibile domanda. Perché
sono arrestato? Rispondere a questa domanda significa non soltanto dire chi
sono io, ma anche chi sono tutti quelli che in questo momento si fanno arrestare.
E' una domanda che ci porterà dal particolare al generale, con molta
facilità. Perché sono arrestato, vale a dire, perché siamo
arrestati, perché arrestano in generale? Qual è la somiglianza
tra tutte queste persone dissimili che si fanno arrestare? Qual è l'essenza
storica comune a tutti questi esseri dissimili, il più delle volte non
essenziali, che si fanno arrestare? Ma è una domanda che va ancora più
in là. Chiedendomi il perché del mio arresto, finirà per
porsi l'altro aspetto del problema. Perché io sono arrestato, perché
mi hanno arrestato, perché ci sono quelli che sono arrestati e quelli
che arrestano. Chiedendomi: perché è arrestato? chiede pure, e
contemporaneamente: perché sono qui a custodirla? Perché ho l'ordine
di sparare addosso, se tenta di fuggire? Chi sono io, insomma? Ecco quel che
chiede, questo soldato tedesco. E' una domanda che va lontano, in altri termini.
Il nazismo ha posto tutti nell'obbligo di scegliere una parte.
Non è possibile restare neutrali Ci tenevo solo a dire che alla domanda del soldato tedesco di Auxerre:
warum sind Sie verhaftet? è possibile una sola risposta. Sono in
prigione perché sono un uomo libero, perché mi sono trovato nella
necessità di esercitare la mia libertà, perché non ho rifiutato
questa necessità. Così egualmente, alla domanda da me fatta alla
sentinella tedesca, in quel giorno di ottobre: warum sind Sie hier ( perché
lei è qui)? e che tutto sommato è una domanda assai più
grave, non c'è che una sola risposta possibile. E' qui perché
non è altrove, perché non ha sentito la necessità di essere
altrove. Perché non è libero.
Robert
Antelme Robert Antelme
ha vissuto gli ultimi mesi, i più terribili, del sistema concentrazionario
nazista. Francese, nativo della Corsica
è stato internato a Buchenwald
nel 1944 e, da lì è stato trasportato il 1° ottobre 1944 al
Kommando di Gandersheim,
uno dei 136 campi satelliti che forniva la forza lavoro per le fabbriche della
Heinkel. Dire che allora ci si sentiva contestati come uomini, come individui della
specie, può sembrare un sentimento retrospettivo, un sentimento di cui
solo poi si ebbe chiara coscienza. Eppure, è questo il sentimento che fu
più immediatamente e continuamente vissuto, ed è quello, esattamente
quello, che gli altri volevano. La negazione della qualità d'uomo provoca
una rivendicazione quasi biologica di appartenenza alla specie umana. Serve, in
seguito, a far meditare sui limiti di questa specie, sulla distanza dalla “natura”
e le relazioni con essa; su una certa solitudine della specie dunque e, infine,
soprattutto a farsi una precisa immagine della sua unità indivisibile.
Adam
Rutkowski Il campo di Vittel,
in Francia, presso Drancy
era l'unico a non essere costituito da baraccamenti, ma occupava alcuni alberghi
della omonima stazione termale francese. con la domanda di tentare di sapere dove si trovano queste persone e che facciano dei rapporti sulla loro identità e sul loro stato di salute. [Indice] |