Nel Castello di Alviano, una cappella ricorda il miracolo di S.Francesco di Assisi che predica
agli uccelli. "Un giorno, recatosi ad Alviano a predicare e salito su un rialzo per essere visto da tutti, chiese
silenzio. Ma, mentre tutti tacevano in riverente attesa, molte rondini garrivano, con grande strepito attorno a
Francesco. Non riuscendo a farsi sentire dal popolo per quel rumore, rivolto agli uccelli, disse: «Sorelle mie
rondini, ora tocca a me parlare, perché voi lo avete fatto già abbastanza; ascoltate la parola di Dio,
zitte e quiete, finché il discorso sia finito». Ed ecco subito obbedirono: tacquero e non si mossero
fino a predica terminata" (Vita prima di Tommaso da Celano, cap. XXI, 59).
È evidente, in questo testo, quanto sia fallace l'interpretazione riduttiva che vede qui in primo piano
l'amore agli animali e in san Francesco quasi un precursore del WWF, mentre l'intenzione del miracolo pone innanzi la
centralità del Vangelo di Cristo, Parola di Dio, dinanzi al quale tutto il creato tace, per poterlo
ascoltare.
Ed il silenzio della natura testimonia che non solo ai sacerdoti è dato di predicare il Santo Evangelo, ma
anche ad ogni cristiano che pure non ha ricevuto il sacerdozio; il miracolo è, cioè, una conferma
divina che Francesco, che non è prete, ha il diritto ed il dovere di annunciare Cristo al mondo con la sua
predicazione (gli studi moderni convergono nell’individuare in questa direzione il senso del miracolo della
predica agli uccelli che troviamo in diverse forme e legato a differenti luoghi nelle fonti francescane). Dinanzi
alla parola divina il creato trova il suo vero senso e si apre alla lode di Dio.
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