Riprendiamo sul nostro sito l'articolo che don Andrea Lonardo ha scritto il 5/2/2008 per la nuova rubrica In cammino verso Gesù (la rubrica pubblicherà ogni due settimane un breve articolo di approfondimento sul Gesù storico e la rilevanza del suo vangelo) del sito Romasette di Avvenire
Il Centro culturale Gli scritti (11/2/2008)
Chi ha nascosto gli apocrifi? Se è vero che la parola apocrifo
(derivante dalla radice greca krupto, nascondo, da cui anche i termini cripta e criptico)
vuol dire appunto nascosto, del tutto falsa è invece l’insinuazione che
la chiesa si sia resa colpevole di un occultamento di tali testi.
La parola apocrifo – si può tradurre anche con segreto - viene utilizzata piuttosto in
apertura di questi stessi testi per cercare di nasconderne la distanza cronologica dai testi canonici del Nuovo
Testamento.
«Sono queste le parole segrete che Gesù, il vivente, ha proferito e Didimo Giuda Tommaso ha messo
in iscritto»: così comincia il Vangelo copto di Tommaso, probabilmente il più antico
degli apocrifi, databile intorno al 150 d.C., composto quindi un cinquantennio dopo il completamento della scrittura
dei testi neotestamentari e distante ben cento anni dal primo scritto accertato dell’epistolario paolino,
la prima lettera ai Tessalonicesi, che risale agli anni 50/52.
Gli fa eco il Vangelo apocrifo di Giuda, recentemente lanciato sul mercato con una operazione mass-mediale di
ampie proporzioni, che così recita: «Spiegazione segreta della rivelazione che Gesù rese
conversando con Giuda per una settimana, tre giorni prima di celebrare la Pasqua», ma troviamo espressioni
analoghe nel Vangelo dell’atleta Tommaso - «Sono queste le parole segrete che il Salvatore
ha detto a Giuda Tommaso e che io stesso, Matteo, ho messo per iscritto» - o ancora nell’Apocrifo di
Giovanni che dice: «Questi misteri nascosti egli [il Salvatore] li rivelò in un silenzio
(…) e li insegnò a Giovanni, il quale vi prestò attenzione».
L’insistenza su questi insegnamenti nascosti è già di per se stessa sospetta. Gli autori degli
apocrifi vogliono lasciare intendere che sono stati essi stessi a nascondere questi testi, perché la chiesa
non potesse leggerli e conoscerli. Ma se non è stata la chiesa a nasconderli è reale o fittizio
questo nascondimento ad opera degli stessi autori? La ricerca storico-scientifica moderna non ha difficoltà a
rispondere a questa domanda. Non c’è traccia, infatti, nel I secolo d.C. dei cosiddetti vangeli
apocrifi; essi vengono redatti a partire dalla metà del II secolo e presuppongono tutti la conoscenza dei
testi canonici, mentre nessun testo canonico ha come presupposto gli apocrifi. Non sono mai stati nascosti allora,
semplicemente perché non esistevano ancora!
Perché allora negli apocrifi si sottolinea ripetutamente la presunta segretezza e nascondimento?
Perché, insomma, questi testi cercano di accreditare l’esistenza di una tradizione segreta che un
singolo apostolo avrebbe ricevuto nascostamente da Gesù, che avrebbe successivamente nascosto agli altri
apostoli, che avrebbe rivelato nascostamente solo ad un piccolo gruppo di discepoli vincolandoli al silenzio,
finché stranamente questa consegna del segreto sarebbe stata infranta ed i testi sarebbero stati resi
pubblici?
La risposta è indubbia e condivisa da tutti gli studiosi della materia: l’invenzione del segreto
è un genere letterario con il quale si cerca di presentare un testo composto tardivamente come se fosse invece
molto antico, provando ad accreditarlo come pre-esistente agli altri vangeli conosciuti pubblicamente e noti a
tutti.
Proseguendo lo stile di annuncio del Gesù reale - «Gesù rispose al sommo sacerdote: ‘Io
ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si
riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto’ (Gv18,20-21)» – gli apostoli e la chiesa
hanno esposto se stessi pubblicamente, nonostante il rischio delle persecuzioni, non nascondendo niente di quel
deposito della fede ricevuto in dono dal Signore.
Come avrebbero potuto, allora, dei nuovi testi che presentavano una lettura assolutamente difforme dalla storia del
Gesù reale, essere considerati autentici? Lo stratagemma di una tradizione segreta servì a dar credito
a questa nuova proposta. Solo per porgere un esempio, è possibile riferirsi al famoso ultimo versetto
del Vangelo copto di Tommaso che recita testualmente: «Simon Pietro disse loro: "Maria deve andar via da
noi! Perché le femmine non sono degne della vita". Gesù disse: "Ecco, io la guiderò in modo
da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni
femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli"».
Appare subito l’enorme difformità dai vangeli canonici e dal Gesù storico. La gnosi vede
nella donna l’essere materiale, carnale, passionale per eccellenza, inadatto alla vera vita ed alla comunione
con Dio; il Gesù di questo vangelo apocrifo non contesta l’affermazione di Pietro, ma anzi la
incoraggia, poiché la vita divina è prerogativa dei soli maschi e di coloro che saranno resi simili
a loro. L’unico modo per accreditare come vera e storica questa nuova versione di Gesù era quella di
contrapporre all’unica tradizione che risaliva agli apostoli stessi ed al Gesù storico una tradizione
nascosta: Gesù stesso e poi Tommaso e poi i discepoli di Tommaso, avrebbero finto dinanzi alle masse di
apprezzare la donna, ma, in segreto, avrebbero predicato un disprezzo per la figura femminile. Questa tradizione
esoterica sarebbe allora stata la vera intenzione del Signore.
Nel’iniziare questa rubrica In cammino con Gesù, non è difficile comprendere allora
perché sia necessario rivolgersi ai vangeli canonici per accostarsi al Gesù reale ed al suo
mistero.
Per altri articoli e studi di d.Andrea Lonardo o sugli Apocrifi presenti su questo sito, vedi la pagina Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento) nella sezione Percorsi tematici