Darwin stesso non riteneva la teoria dell’evoluzione una prova contro la fede
di A.L.


Per quanto riguarda la posizione personale di Darwin sulla religione e sul Creatore il suo pensiero appare ondeggiante. Nella conclusione della prima edizione dell’opera L’origine della specie, dopo aver rilevato che «vi è qualcosa di grandioso in queste considerazioni sulla vita», non nomina Dio, mentre nella seconda edizione (1860) alla frase riportata aggiunge: «... e sulle varie facoltà di essa, che furono impresse dal Creatore in poche forme o anche in una sola».

Ma nel 1879 mentre lavorava alla sua autobiografia propende a definirsi agnostico, come farà il suo discepolo Thomas Huxley. Darwin riconosce: «Il mio giudizio è spesso fluttuante... e persino nelle mie fluttuazioni più estreme non sono mai stato ateo nel senso di negare Dio. Credo che in generale (e sempre più con il passare degli anni), ma non sempre, la mia posizione possa essere descritta più appropriatamente con il termine agnosticismo» (cit. da McGrath, 2006). Sulla sua posizione deve aver molto influito il problema del dolore, particolarmente dopo la perdita della figlia Annie all’età di 10 anni.

Così scrive F.Facchini, in Le sfide della evoluzione, Jaca, Milano, 2008, pp.87-88.

Si può ulteriormente leggere un passaggio scritto per la sesta edizione de L’origine della specie (C.Darwin, L’origine della specie, Tascabili Newton, Roma, 2006, p.431) nel quale il grande ricercatore scrive:

Dire che la scienza ora come ora non offre alcun indizio alla soluzione del problema [...] dell’essenza dell’origine della vita, non è un’obiezione valida [alla teoria dell’evoluzione]. Chi sa spiegare qual è l’essenza dell’attrazione di gravità? Attualmente nessuno contrasta l’accettazione dei risultati che derivano da questo elemento sconosciuto, che è l’attrazione, ciononostante in passato Leibniz ha accusato Newton di introdurre «nella filosofia qualità occulte e miracoli».
Non vedo alcuna buona ragione perché le opinioni espresse in questo volume debbano urtare i sentimenti religiosi di chicchessia. Allo scopo di dimostrare come certe impressioni siano passeggere, giova qui ricordare che la più grande scoperta mai fatta dall’uomo, ossia la legge dell’attrazione gravitazionale, fu anch’essa attaccata da Leibniz «come sovversiva della religione naturale e, quindi, di quella rivelata». Un celebre autore e teologo mi ha scritto di «aver compreso a poco a poco che si può avere un concetto di Dio altrettanto nobile sia credendo che Egli abbia creato alcune forme originarie capaci di autosvilupparsi in altre forme necessarie, sia credendo che Egli sia ricorso ad un nuovo atto di creazione per colmare i vuoti provocati dall’azione delle Sue leggi».


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