Restare senza discepoli (Giovanni Battista)

da Figure di preghiera nella Bibbia di Sergio Bastianel


Il Battista ha già riconosciuto Gesù, l’ha già additato a quelli che erano con lui. Ora di nuovo lo addita a due dei suoi discepoli e il testo dice esplicitamente che si tratta di due discepoli, non di persone qualsiasi. Fissando lo sguardo su Gesù che passa, egli dice: “Ecco l’agnello di Dio” (v.36). E i due discepoli capiscono che cosa vuole dire questa indicazione, perché egli aveva precisato che non era lui a salvare, che non era un profeta isolato, ma che il suo scopo era di preparare ad accogliere colui che doveva venire. Questi discepoli allora sono davvero discepoli del Battista perché hanno capito qual è la sua missione, al punto che, quando si sentono dire “è lui”, capiscono che la missione di Giovanni (cui si sono legati, cui si sono affezionati, verso il quale hanno tanta fiducia da essere diventati suoi discepoli) si compie precisamente in questo: che essi lascino Giovanni e seguano il Signore. Il suo indicare Gesù è per loro sentirsi dire: ecco, seguite lui... Per agire in questo modo occorre certo una libertà interiore straordinaria: qui Giovanni diminuisce per lasciare che Gesù cresca (cfr. Gv 3,30), cioè muore perfino alla sua missione in qualche modo, dal punto di vista dell’efficacia visibile (in fondo segno del risultato della sua missione erano precisamente i discepoli), restando senza questi due discepoli e ciò per sua iniziativa.


 

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