Nihilismo
(cos'è il)
Da
Verità e menzogna in senso extramorale di F. Nietzsche
In un qualche angolo remoto dell’universo che fiammeggia e si estende in infiniti
sistemi solari, c’era una volta un corpo celeste sul quale alcuni animali intelligenti
scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e menzognero della “storia
universale”: e tuttavia non si trattò che di un minuto. Dopo pochi sussulti
della natura, quel corpo celeste si irrigidì, e gli animali intelligenti dovettero
morire.
Ecco una favola che qualcuno potrebbe inventare, senza aver però ancora illustrato
adeguatamente iin che modo penoso, umbratile, fugace, in che modo insensato
e arbitrario si sia atteggiato l’intelletto umano nella natura: ci sono state
delle eternità, in cui esso non era; e quando nuovamente non sarà più, non sarà
successo niente. Per quell’intelletto, infatti, non esiste nessuna missione
ulteriore, che conduca al di là della vita dell’uomo. Esso è umano, e soltanto
il suo possessore e produttore può considerarlo con tanto pàthos, come se in
lui girassero i cardini del mondo. Se fosse per noi possibile comunicare con
la zanzara, verremmo a scoprire che anch’essa con lo stesso pàthos nuota nell’aria
dove si sente come il centro che vola di questo mondo. Non c’è niente in natura
di così spregevole e dappoco che con un piccolo soffio di quella facoltà conoscitiva
non si possa gonfiare come un otre; e allo stesso modo in cui qualsiasi facchino
vuol avere i suoi ammiratori, anche il più orgoglioso degli uomini, il filosofo,
è convinto che da ogni lato gli occhi dell’universo siano puntati telescopicamente
sul suo fare e sul suo pensare.
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