Il Dio di Gesù Cristo non è il Dio impassibile dell'illuminismo

da Varcare la soglia della speranza, di Giovanni Paolo II

 


Scandalum crucis, lo scandalo della Croce... era necessario per la salvezza dell'uomo che Dio desse Suo Figlio alla morte di croce? Sullo sfondo di ciò su cui stiamo riflettendo ora occorre domandarci: poteva essere diversamente? Poteva Dio, diciamo, giustificarsi davanti alla storia dell'uomo, così carica di sofferenza, diversamente che ponendo al centro di tale storia proprio la Croce di Cristo? Ovviamente, una risposta potrebbe essere che Dio non ha bisogno di giustificarsi davanti all'uomo. E' sufficiente che sia onnipotente. In tale prospettiva, tutto ciò che fa o che permette deve essere accettato. Questa è la posizione del biblico Giobbe. Ma Dio, che, oltre a essere Onnipotenza, è Sapienza e - ripetiamolo una volta ancora - Amore, desidera, per così dire, giustificarsi davanti alla storia dell'uomo. Non è l'Assoluto che sta al di fuori del mondo, e al quale pertanto è indifferente la sofferenza umana. E' l'Emmanuele, il Dio-con-noi, un Dio che condivide la sorte dell'uomo e partecipa al suo destino. Qui viene alla luce un'altra insufficienza, addirittura la falsità di quell'immagine di Dio che l'illuminismo ha accettato senza obiezioni. Rispetto al Vangelo, esso ha costituito certamente un passo indietro, non nella direzione di una migliore conoscenza di Dio e del mondo, ma in quella della loro incomprensione. No, assolutamente no! Dio non è qualcuno che sia soltanto al di fuori del mondo, contento di essere in Se stesso il più sapiente e onnipotente. La Sua sapienza e onnipotenza si pongono, per libera scelta, al servizio della creatura. Se nella storia umana è presente la sofferenza, si capisce perché la Sua onnipotenza si è manifestata con l'onnipotenza dell'umiliazione mediante la Croce. Lo scandalo della Croce rimane la chiave di interpretazione del grande mistero della sofferenza, che appartiene in modo così organico alla storia dell'uomo.


 

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