Carissimi genitori dei ragazzi che stanno per iniziare la
II media, dopo l’estate, ho deciso di scrivervi a proposito della
cresima dei vostri figli.
La preparazione ad essa inizierà a fine settembre e si svolgerà il
mercoledì, dalle 18.30 alle 20.00. Nell’inviarvi questi orari, perché
possiate fin da ora organizzarvi in vista del prossimo anno, mi permetto di chiedere la vostra
alleanza per spiegare a tutti i motivi di questa scelta, decisiva nella formazione dei ragazzi
delle medie inferiori.
Voglio chiedervi di mettere in questione alcuni luoghi comuni su questo argomento non
solo per voi stessi, ma anche perché la vostra parola di amici di altri genitori –
penso alle famiglie dei compagni di classe dei vostri ragazzi - è molto importante e, a
volte, può far riflettere altre persone.
Sentirete tante volte la frase: “Faranno la cresima, quando si dovranno sposare”.
Potreste rispondere prima con degli argomenti di più basso profilo - ma. come ben
sapete, purtroppo a volte sono quelli che aprono la strada a considerazioni di ben altro valore
– per spiegare poi i veri motivi educativi e cristiani che sostengono la scelta educativa
del cammino della cresima.
Fate notare, allora, innanzitutto che chi non è cresimato non potrà mai fare
il padrino o la madrina per il battesimo o la cresima di un parente. Questa è
dottrina ufficiale della Chiesa, non per disprezzo di chi non è cresimato, ma per
serietà e coerenza di vita. Se tutti debbono amare un bambino appena nato, il padrino
è colui che, oltre a voler bene alla creatura, si impegna a testimoniargli la
totalità della fede cattolica. Se lui per primo non ha ricevuto i sacramenti non
può, a maggior ragione, impegnarsi per un altro. Perché allora – potete
domandare – volete privare i vostri figli della gioia di diventare padrini o madrine? Vi
assicuro il dispiacere di tanti che presentandosi per un battesimo e desiderando che siano
padrini i loro fratelli o cugini scoprono che non lo possono essere. Se non volete che i vostri
figli si impegnino nel cammino della cresima, siate però pronti a difendere poi la
Chiesa quando non li riterrà pronti, a diritto e con ragione, ad essere testimoni
cristiani nei sacramenti delle vostre famiglie.
C’è una seconda riflessione che potete condividere con altri adulti e genitori.
Potrete spiegare loro che non semplificano certo così la vita dei loro figli. Se,
nell’età adolescenziale, può essere a volte problematico per i tanti
impegni trovare tempo per le riunioni della cresima, certamente sarà ben più
difficile quando, già lavoratori, saranno in procinto di sposarsi! Nuovamente la Chiesa,
per ovvie ragioni di coerenza ed impegno nella fede, non celebrerà il matrimonio di chi
non sia prima cresimato. I giovani si sentiranno dire che dovranno partecipare per un anno alla
preparazione alla cresima, prima del matrimonio, perché dovranno essere fortificati
dallo Spirito della cresima per poter poi sposarsi. Di nuovo chiedete che, se come genitori
scelgono di rimandare la cresima, non gettino poi la responsabilità sui sacerdoti e le
parrocchie quando i loro figli, immersi nel lavoro e nei preparativi del matrimonio, saranno
chiamati ad impegnarsi anche nel cammino che li porterà alla cresima da giovani-adulti
(questa preparazione, lo ripeto, dura a Roma circa un anno; a S.Melania si svolgerà
l’anno prossimo tutti i lunedì sera dalle 21.00 alle 22.30).
Queste considerazioni servono solo, a mio modesto avviso, ad aprire la strada ai veri motivi
dell’importanza altissima che ha la scelta dell’impegno per la cresima fin da
ragazzi. Ne condivido due con voi, allora.
In primo luogo è la vostra convinzione della bellezza del cristianesimo che vi
motiva nella proposta della cresima. Dio ha fatto la vita in maniera tale che ogni ragazzo
sano, attraverso i meccanismi dell’adolescenza, rifiuterà nei 16-18 anni,
almeno simbolicamente, ciò che i genitori gli hanno trasmesso. Non abbiate paura allora
di proporre con forza ciò che credete. E’ terribile, piuttosto, che un ragazzo si
opponga al nulla – quando i genitori non hanno trasmesso l’amore a Cristo ed alla
Chiesa – nella sua ribellione adolescenziale. Siate fedeli alla vostra vocazione! Siete
adulti, siete grandi, ed è vostro - e nostro compito – indicare la via del bene.
Nelle parrocchie italiane la cresima si riceve in primo superiore, dopo che la preparazione
è stata fatta in seconda e terza media. Ad un figlio di questa età non si domanda
se vuole andare a scuola, non si domanda se vuole mangiare cibi sani. Glielo si chiede con
convinzione e con fiducia, sapendo che è per il suo bene. E lui non ha difficoltà
a capirlo, dopo le ovvie ritrosie che l’adolescenza incipiente comincia a manifestare. Ma
non lasciatevi ingannare da questi ancora timidi “no”! Dietro i “non mi
va” riferiti allo studio, alla cresima, alle cose belle e sane, c’è
ancora la fiducia nel bene e nella bellezza di ciò che proponete. Ci penseranno poi
gli anni successivi, attraverso il travaglio adolescenziale, a chiedere al ragazzo una
appropriazione più personale di ciò che, ora che sono più piccoli, ancora
ricevono in dono.
In secondo luogo, non privateli, anche se questo vi può costare in termini di
orari e fatica, della possibilità di crescere vicino a Cristo ed alla Chiesa
– è questo che la cresima permette e dona! Se, inizialmente, un ragazzo sembra
dichiarare che non vuole impegnarsi nel cammino di cresima, la nostra esperienza ci conferma
che, ben presto, ne trova il significato e la gioia nel rapporto con noi sacerdoti, con i
catechisti, con il loro compagni e amici di cammino. Quando, dopo alcuni anni, diverranno
più indipendenti da voi genitori, il gruppo giovanile parrocchiale sarà una
realtà straordinariamente viva e ricca per ritrovare, in maniera nuova ed adatta
alla loro età, i valori cristiani che gli avete trasmesso negli anni della loro
infanzia. Che la parrocchia continui ad essere una seconda casa per i ragazzi è evento
di grande rilevanza nel momento in cui è il gruppo dei coetanei che diviene il
principale punto di riferimento di un figlio. Attraverso il cammino della cresima
l’esperienza della Chiesa continuerà a crescere nel cuore e
nell’intelligenza dei vostri ragazzi. Non trascurate questo aiuto che la tradizione
secolare della comunità cristiana ha costruito. Non pensate di non avere bisogno di
nessuno – soprattutto di non aver bisogno della presenza viva di Dio nella sua Chiesa
- nel cammino educativo di genitori dei vostri ragazzi.
Il Signore vi benedica e vi faccia crescere nella consapevolezza dell’importanza delle
vostre parole e dei vostri gesti nella maturazione dei figli della vostra carne e dei loro
amici coetanei che, essi pure, sono affidati alla vostra testimonianza
con affetto d.Andrea
NOTA: Questa lettera è stata, in origine, pensata e scritta per la parrocchia di Santa Melania in Roma