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Petra. Il Siq (As-Siq) La gola di accesso a Petra, di origine fluviale. E' possibile vedere sul lato destro i resti dell'acquedotto che convogliava l'acqua all'interno della città.

Petra. Il Siq (As-Siq)
La gola di accesso a Petra, di origine fluviale. E' possibile vedere sul lato destro i resti dell'acquedotto che convogliava l'acqua all'interno della città.

 


Petra
Siamo nel centro del regno di Edom. Petra ne era probabilmente la capitale più antica ed il suo nome veterotestamentario era Sela. L'esistenza di Edom viene fatta risalire ad Esaù che si chiama anche Edom. (cfRisposta lo splendido libro Dov'è tuo fratello? di uno dei più grandi studiosi dell'Antico Testamento contemporanei Alonso Schoekel).
Isacco vuol dire "ridere", "Dio ride". Sara ed Abramo ridono di Dio perché ha detto loro che farà nascere loro un figlio, pur essendo così vecchi. All'inizio è il riso di sufficienza, di chi non crede all'annunzio. Alla fine diventerà il riso della gioia di chi ha avuto un bambino, dopo tanta attesa. Ma anche Isacco sposa una donna sterile.

Gen 25, 19 - 28
Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuel l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Labano l'Arameo. Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: "Se è così, perché questo?". Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispose:
"Due nazioni sono nel tuo seno
e due popoli dal tuo grembo si disperderanno;
un popolo sarà più forte dell'altro
e il maggiore servirà il più piccolo".
Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero.
I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe .

Tutte e tre le mogli dei patriarchi Sara, Rebecca e Rachele sono sterili (solo Lia, la prima moglie di Giacobbe, la sorella più grande di Rachele, è feconda, ma è brutta, ha "gli occhi smorti") La Scrittura sottolinea che la fecondità è dono di Dio e prepara la nascita verginale di Gesù.
Rebecca, che ha desiderato essere madre, soffre però troppo al momento del parto e vorrebbe morire. Non sa che ha due figli nel suo grembo.
L'ebraico gioca ancora una volta sui nomi. Esaù, il primogenito, si chiama anche Edom (che vuol dire "rossiccio", il colore dei monti di Petra) e Seir (che vuo, dire "pelo", "peloso", ma è anche il nome dei monti di Seir, il paese che alla fine Esaù abiterà).

Il secondo gemello, nascendo, prende il piede di Esaù, afferra il suo tallone, come per ricacciarlo indietro e superarlo. Tallone in ebraico si dice "'aqeb", da cui il nome Giacobbe. L'etimolgia del nome vuole già far intendere che Giacobbe è colui che ha soppiantato ("'aqab") Esaù, che ha "ingannato" Esaù.
Fin dalla nascita i due gemelli sono segnati dalla rivalità. Tale rivalità è dovuta anche alla diversa predilezione dei due genitori. Isacco prediligeva Esaù, mentre Rachele Giacobbe. Come l'uomo preferisce, anche Dio predilige.
Giacobbe pur essendo uomo più tranquillo è più astuto e chiede al fratello (di ritorno dalla caccia, stanco ed affamato) di vendergli subito la primogenitura. E quello, preso dal bisogno immediato, vende il suo futuro. La madre Rachele è protagonista in questa azione. La Scrittura affronterà ancora questo episodio nella lettera agli Ebrei rendendo proverbiale questo vendere tesori "per un piatto di lenticchie", incapaci di pazienza e attesa.

Eb 12,14 - 17
Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati; non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che in cambio di una sola pietanza vendette la sua primogenitura. E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, perché non trovò possibilità che il padre mutasse sentimento, sebbene glielo richiedesse con lacrime.

Chi è stato santificato dalla grazia deve stare attento a non perderla nuovamente.

Isacco chiede ad Esaù che gli porti la selvaggina, il cibo che a lui piace, prima di morire. La madre dei due gemelli, Rebecca, sfrutta questo estremo desiderio, informando Giacobbe e permettendo a lui di giungere per primo e mascherato dal padre. La benedizione passerà su Giacobbe, ma tutto sarà difficile per lui. L'inganno si paga nel corso della storia umana. Colui che ha ingannato sarà ingannato a sua volta. Giacobbe, l'ingannatore, sarà ingannato da Labano, che lo costringerà a sposare entrambe le sue figlie (e non solo la sua prediletta), ma riceverà poi di nuovo in cambio l'inganno di Giacobbe, al momento del suo ritorno in Israele. Giacobbe ed Esaù si riappacificheranno, ma non potranno più vivere vicini. Esaù abiterà in Seir (appunto la regione intorno a Petra).

Edom sarà poi acerrimo nemico di Israele (pur essendo "parente stretto"). Nella storia del regno di Giuda troviamo questa terribile invettiva (che la liturgia delle ore omette) nel salmo 137, contro i figli di Edom, accusati di aver esultato alla notizia della distruzione di Gerusalemme.

Sal 137
Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme
dicevano: "Distruggete, distruggete
anche le sue fondamenta".
Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci ha fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sbatterà contro la pietra.

Soltanto alla fine della Genesi tutti i figli di Giacobbe saranno veramente fratelli ed amici e sarà finalmente spezzata la lotta fra fratelli. E' prefigurazione della venuta del Figlio, la cui predilezione desterà non invidia e lotta, ma benedizione per tutti.

Petra e il Nuovo Testamento
E' Paolo stesso a dirci di essere stato braccato dal governatore del re Areta, re del regno dei Nabatei, che aveva Petra come capitale:

2 Cor 11, 32
A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così sfuggi alle sue mani.

Il re Areta di cui parla Paolo è Areta IV, che regnò dall'9/8 a.C. al 40/41 d.C. Questi cinquant'anni segnarono l'apogeo della potenza nabatea. E' probabilmente Phasi'el, una delle sue figlie, che Areta dette in sposa ad Erode Antipa e che Erode ripudiò per sposare Erodiade. La figlia, portata a Macheronte, scappò per tornare dal padre (cfr. il testo di Giuseppe Flavio su questo). Parallelo al testo di 2 Cor 11 è il testo di At 9, 20-25.
Il regno di Areta fu preceduto da quello di Obodas III (o II, gli storici disputano su questo punto) il cui ministro Syllaios chiese la mano della sorella di Erode il Grande, ottendendo da lui un oltraggioso rifiuto. Obodas regnò dal 30 a.C al 9/8 a.C. Fu durante il suo regno che fu costruito il grande Tempio di Petra ( Qasr el-Bint) e forse anche la Khazneh. (Ad-Deyr è, invece, probabilmente, il tempio funerario di Obodas I, che inizia il suo regno poco dopo l'anno 100 a.C.).
La Scrittura parla anche di Areta I in 2 Macc 5, 8, affermando che Giasone fu imprigionato presso Areta e scappò poi dalla città (Petra). Lì Areta è detto re (tiranno) degli Arabi (essendo spesso chiamati allora "arabi nabatei"). Cfr. "mi recai in Arabia" di Paolo in Gal 1, 17.


 

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