La tomba di Maria
Tomba di Maria
La Chiesa è dedicata alla Assunzione della Madonna. Questa chiesa, tolta ai francescani nel 1757 è ora proprietà comune dei greci-ortodossi e degli armeni. I francescani la possedevano dal 1363.
L'ultimo accenno alla Madonna, nel N.T., si trova nel libro degli Atti: dopo l'ascensione di Gesù al cielo, gli apostoli ritornarono nel Cenacolo, dove «perseveravano concordi nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù» (At 1,14).
Della tomba della Madonna nella valle di Giosafat parla per primo un libro apocrifo, Il Transito di Maria, il cui autore raccoglie tradizioni del periodo apostolico. Il libro contiene molti elementi simbolici discutibili. Il libro testimonia che questo luogo era venerato come un santuario fin dal II sec. In seguito, la tomba della Vergine fu trasformata in chiesa rupestre (sec. IV). Essa fu poi consacrata alla Madre di Dio dal vescovo di Gerusalemme, Giovenale, dopo il Concilio di Calcedonia (451). Nel 490 l'imperatore Maurizio volle edificare una chiesa a pianta rotonda, sopra la chiesa precedente, la quale divenne così la cripta che custodiva il venerato sepolcro.
Il ricordo del luogo fu conservato soprattutto dalla fede e dalla devozione dei fedeli che vi celebravano, con solenni riti, la memoria del transito e dell'assunzione della Madonna. La festa, che cadeva il 15 agosto, era preceduta da una quaresima di preparazione, passata in attendamenti improvvisati nella Valle del Cedron. La parte superiore fu totalmente distrutta prima dell'arrivo dei crociati. I benedettini, negli anni 1112-1130 fecero un nuovo accesso alla cripta e vi edificarono sopra una nuova chiesa con annesso monastero. Essa fu nuovamente distrutta dai musulmani di Saladino dopo il 1187, che risparmiarono solo la cripta in onore della «Beatissima Madre del profeta Gesù». È giunta così fino a noi solo la chiesa sotterranea a cui si accede per una lunga scalinata.
Il forte dislivello fra il piano attuale del terreno e l'interno della chiesa, rende questa facile ricettacolo delle acque piovane che, in caso di piogge torrenziali, la allagano tutta. L'ultima di queste inondazioni fu del 1972 ed offrì l'occasione per un lavoro di ripulitura a fondo che portò alla luce la roccia della tomba della Vergine in una zona sepolcrale.
Sulla tomba della Vergine, riportiamo le conclusioni a cui è giunto P. Bagatti dopo un accurato studio del luogo. La tradizione della tomba di Maria al Getsemani è realmente ambientata in un luogo sepolcrale in uso nel I sec. La tomba stessa corrisponde bene alle indicazioni topografiche contenute nelle diverse relazioni della «Dormizione della Vergine». La tecnica di scavo dell'insieme della tomba (la stanzetta anteriore e la tomba stessa) posta nella zona funeraria (necropoli) riconduce al I secolo come per il S.Sepolcro e le tombe dei Re. Per cui queste notizie archeologiche, congiunte con quelle letterarie (documenti palestinesi, siriaci, etiopici, greci dal sec. Il al sec. V) e il costante antichissimo riferimento devozionale e liturgico, attestano la credenza circa la Tomba della Vergine accanto al Getsemani fin dalle origini cristiane.
È presente nella chiesa il mihrab, testimonianza della venerazione musulmana verso Maria (Maometto la chiamò «mia sorella Maria»).
La tomba della Vergine.
È un blocco di pietra, isolato dal banco roccioso, alto da m 1,50 a 1,80, e presenta due aperture che servono da passaggio per i pellegrini. La roccia su cui fu deposto il corpo della Madonna, protetta da un cristallo, è corrosa dai secoli e dalla pietà dei fedeli che, per devozione, ne asportavano pezzetti. Il foro sul soffitto della grotta, oltre che servire da sfiatatoio per il fumo delle candele e delle lampade, ha anche il significato simbolico di apertura sul cielo verso il quale fu assunta la Madonna.