«Da forze buone avvolto in modo fedele e silenzioso». Preghiera in forma poetica dal carcere della Gestapo di Berlino per il Capodanno 1944, di D. Bonhoeffer

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 10 /01 /2021 - 14:54 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito della Comunità di Bose la traduzione di una preghiera in forma poetica scritta da D. Bonhoeffer per il Capodanno 1944, l’ultimo della sua vita, poco prima di essere condannato a morte. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Nazismo e, per il Capodanno, Liturgia. Cfr. in particolare, I luoghi di Bonhoeffer a Berlino, di Andrea Lonardo

Il Centro culturale Gli scritti (10/1/2021)

Il carcere di Tegel dove Bonhoeffer venne imprigionato

Dietrich Bonhoeffer scrive questi versi nell’Avvento del 1944: sono parte di una lettera alla fidanzata Maria. Nascono ripercorrendo l’anno passato, accogliendo il nuovo che sopraggiunge. Si tratta di una personalissima sintesi del significato del tempo, delle fatiche che esso pone, della speranza che anima chi vive l’attesa del Signore e ogni nuovo giorno come occasione di credere alla sua vicinanza. Sono scritti dal carcere della Gestapo dove era rinchiuso con l’accusa di aver progettato un colpo di stato contro Hitler. Il luogo in cui maturano queste parole conferisce loro un significato ancor più carico e più generoso: ci ricordano quella fiducia a caro prezzo che dobbiamo rinnovare con coraggio ogni nuovo giorno, poiché ogni giorno nuovo è avvento del Signore nella vita.

Da forze buone avvolto in modo fedele e silenzioso
protetto e miracolosamente confidente

voglio queste giornate viver con voi
ed entrare con voi nel nuovo anno.

Quello vecchio vuol tormentare ancora il nostro cuore
ancor ci opprime il duro peso dei miseri giorni
:
oh, Signore, dona alle nostre anime impaurite
la salvezza, per cui ci hai creati.

E porgi tu il calice pesante, quello amaro
della sofferenza, pieno fino all’orlo estremo
e così noi lo prendiam da te, grati, senza tremare

dalla mano tua, buona ed amata.

Ma certo: vuoi donarci ancora gioia
per questo mondo e per il chiarore del suo sole

allora il passato vogliamo ripensare
e così l’intera vita nostra t’appartiene.

Oggi fa’ ardere calde e chiare le candele
che hai trasportato tu alla nostra oscurità;
conducici, se si può, di nuovo insieme.
È ciò che noi sappiamo: arde di notte la luce tua
.

Quando su noi discende il silenzio profondo
oh, lascia che udiamo quel timbro pieno
del mondo, che invisibile s’estende intorno a noi
di tutti i figli tuoi canto alto di lode
.

Da forze buone, miracolosamente accolti
qualunque cosa accada, attendiamo confidenti.
Dio è con noi alla sera e al mattino
e stanne certa, in ogni nuovo giorno
.

Dietrich Bonhoeffer
19 dicembre 1944
(da D. Bonhoeffer, Poesie, a cura di A. Melloni, Qiqajon, 1999)