La volta michelangiolesca della Sistina per una catechesi ai bambini sulla creazione. Attività proposta durante il campo dei gruppi di I comunione ad Amelia nel giugno 2002 (tpfs*)


Indice


Questa catechesi si propone di annunciare ai bambini la realtà di Dio creatore, attraverso la visione ed il commento dei primi sei quadri dipinti da Michelangelo nella Cappella Sistina. I testi di Genesi non sono stati letti direttamente, ma sono stati citati a memoria nei momenti più opportuni.
La catechesi è stata rivolta sia ai bambini dei due anni di preparazione alla I comunione (IV e V elementare), sia ai bambini delle giovani famiglie (dai 4 ai 7 anni).
E' stato necessario preparare prima dei grandi cartelloni con fotocopie a colori dei quadri per poterli poi commentati.
Ogni volta il commento è iniziato con delle domande, ad esempio: “Che cosa è raffigurato? Chi sono le figure?” tese ad individuare le singole parti che compongono l'affresco.
La catechesi è stata presentata al mattino.
Al pomeriggio il tema è stato ripreso attraverso una attività: i bambini, divisi, in gruppi, dovevano accordarsi per disegnare ciò che più li aveva colpiti. Potevano comporre un'unica opera a più mani o ridipingere tutti i 6 quadri, uno a testa. Volutamente non venivano mostrati nuovamente gli affreschi, per lasciare più spazio alla fantasia.
A sera i lavori sono stati poi presentati a tutti e commentati dagli stessi bambini.

Breve introduzione per i bambini sul luogo dove si trovano gli affreschi

L'introduzione ha sottolineato come la Cappella Sistina sia uno dei luoghi più significativi del Rinascimento italiano e come sia, oggi, il luogo in cui avvengono le elezioni di ogni nuovo Papa. E' stato spiegato ai bambini come sia stato difficile dipingere un soffitto così alto: erano stati approntati dei ponteggi sotto la volta e Michelangelo doveva dipingere stando disteso, con il colore che spesso gli cadeva in faccia, cercando di immaginare le giuste proporzioni e l'effetto che da terra avrebbe dovuto fare l'intero affresco.

Primo affresco: La separazione della luce dalle tenebre

Nel commentare l'opera si è sottolineato come le braccia di Dio dividano il chiaro e lo scuro, le luce e le tenebre. Per amare è necessario uscire dalla confusione. Noi pensiamo di riuscire ad amare di più restando nascosti, non facendo capire cosa pensiamo, in maniera da apparire più accettabili. Dio ama e crea dividendo, separando, dando ad ogni cosa la sua propria identità. Ci invita così anche ad uscire dalla confusione.
Lo strano effetto del petto del Creatore lascia quasi intravedere un seno femminile per esprimere in modo simbolico la fecondità del creare.

Primo Affresco

Secondo affresco: La creazione del sole, della luna e della vegetazione

In breve tempo, alla domanda su chi sia rappresentato nell'affresco, i bambini arrivano a capire che Dio è rappresentato due volte, una volta dinanzi ed una volta di spalle, come in un fumetto, dove la stessa persona appare più volte.
A destra con forza Dio crea con una mano la luna e con l'altra il sole. Il gesto forte e creativo delle mani è meno noto di quello famosissimo della creazione di Adamo, ma è simile.
A sinistra, di spalle, Dio crea, sulla terra, la vegetazione.
La catechesi ha poi sottolineato come noi non dipendiamo dalle stelle (l'influsso dell'oroscopo sulla nostra vita è doppiamente falso, sia perché la luce della stella più vicina, Sirio, impiega otto anni ad arrivare sulla terra e ben più tempo impiegano le stelle delle costellazioni zodiacali, sia perché la volta stellata si è spostata nei 2600 anni trascorsi dall'invenzione dei segni zodiacali e nessuno nasce più sotto la costellazione di cui porta il nome (su questo puoi vedere, su questo sito, in Approfondimenti, “Il falso zodiaco degli oroscopi”), mentre dipendiamo profondamente dal sole e dalla luna, per l'equilibrio, da vivere bene, tra il giorno e la notte e tra le varie stagioni, ognuna con influssi diversi sul nostro corpo e la nostra psiche.

Secondo Affresco

Terzo affresco: Dio benedice ciò che è stato creato

E' uno degli affreschi più discussi nella sua interpretazione. Spesso lo si identifica come la separazione del cielo dalle acque, ma, se così fosse, non sarebbe in sequenza con il racconto di Genesi. Nella catechesi lo abbiamo letto come la benedizione che Dio pronuncia: “E Dio vide che era cosa buona”. Il gesto delle mani stese fa pensare a questo aspetto.
E' importante, per i bambini, comprendere come vivere non voglia dire solo fare tante cose, ma fermarsi a ringraziare per esse, per usare un'espressione ignaziana, arrivare a “gustare interiormente le cose”.
E' stato poi domandato loro se noi cristiani crediamo che Dio crea veramente il mondo in sette giorni, così come è scritto nella Bibbia – ma dove sarebbero i dinosauri, allora? – per arrivare a concludere che la suddivisione in sette giorni è fondamentale non in senso realistico, ma perché Dio vuole con essa significare che il tempo degli uomini deve essere suddiviso in sette giorni, in settimane e che un giorno su sette è dedicato a benedire Dio e la sua creazione.
Il dono di un giorno di riposo settimanale, il dono del sabato e della domenica, è il dono che ricevono anche i non credenti o i credenti di altre religioni, dalla tradizione ebraica e cristiana.

Terzo Affresco

Quarto affresco: Dio da vita all'uomo

E', per i bambini, il più noto degli affreschi michelangioleschi. Attraverso le domande li si aiuta a capire che non rappresenta la creazione dell'uomo, ma il momento in cui Dio dona la vita Adamo.
Nei disegni del pomeriggio un bambino ha rappresentato il tratto mancante fra Dio e l'uomo con una scossa elettrica.
C'è un salto di qualità nella creazione, quando appare l'uomo e Dio interviene direttamente. Ma Dio interviene direttamente anche ogni volta che un essere umano appare sulla terra. Se anche i genitori possono essere talvolta non convinti e non pienamente consapevoli della vita di un nuovo figlio, Dio è presente e desidera e vuole personalmente quella vita, la vita di ogni bambino, di ognuno di noi.
Anche la spiegazione che Adamo, in ebraico, vuol dire “uomo” e non è esattamente un nome proprio, aiuta a comprendere tutto questo
Nel manto pieno di angeli del Creatore, qui compaiono anche una donna ed un bambino. Sono la raffigurazione pittorica anticipata dell'Incarnazione. E' Dio che ha in mente di salvare l'uomo attraverso Maria, che darà al mondo il Figlio di Dio, Gesù Cristo.
In particolare il bambino è toccato sulle spalle dal Padre, con un gesto che già indica la serietà del dono che gli sarà chiesto: dovrà offrire la vita. E' l'amore del Padre, che non è solo tenerezza, ma anche forza e proposta.

Quarto Affresco

Quinto affresco: Dio fa sorgere la donna dall'uomo

I bambini comprendono subito che l'uomo non ha meno costole della donna. L'essere tratta la donna dell'uomo manifesta che finalmente, a differenza di tutti gli altri animali, solo essa è “carne della mia carne e ossa delle mie ossa”. E' solo per una povertà di esperienza umana che alcuni possono preferire (e apparentemente sostituire) alla relazione umana quella con gli animali domestici!
La scoperta progressiva dell'essere diversi, dell'essere maschi e femmine – realtà che all'inizio si evidenzia anche come rivalità, i bambini che prendono in giro le bambine e viceversa – è ricchezza voluta da Dio che ci obbliga ad uscire da noi ed a misurarci con l'altro, nella nostra sete d'amore.
Dietro Adamo, di nuovo, un segno possibile della futura storia della salvezza, un tronco a segno di croce, con due braccia.
Dio con il gesto della mano sembra dire: “Alzati, vieni su, vieni fuori”.
Il nome Eva vuol dire “colei che va vivere”, “colei che ha il potere di chiamare alla vita, di partorire”.

Quinto Affresco

Sesto affresco: Il peccato originale

Subito i bambini si accorgono che, anche qui, i protagonisti appaiono due volte. A sinistra prima del peccato, a destra dopo il peccato. Alla domanda cosa abbiano mangiato Adamo ed Eva, purtroppo la risposta è, ancora: “la mela”, nonostante due anni di catechismo! Facciamo notare loro quante affermazioni banali vengono spacciate per cristiane e non lo sono. Capiscono molto bene il significato del “mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male”, del peccato come voler decidere del bene e del male, dicendo a Dio: “Tu, della vita non ci capisci niente, tu non sai cosa è il bene ed il male. Lasciamelo dire a me!”
La bellezza di Adamo ed Eva si muta in bruttezza dopo il peccato. L'uomo ha perso la sua armonia ed è diviso in se stesso, con gli altri e con Dio.
Eppure è, ancora una volta, evidente il segno con cui l'arte traduce l'attesa della redenzione. L'albero, al centro dell'affresco, ha chiaramente la forma della croce. Subito i bambini percepiscono questo segno, domandando se è stato volutamente dipinto da Michelangelo.

Sesto Affresco


[Bambini]