Celeste, non azzurro
Don Tonino, non sono una bambina, e quindi non so se posso trovare
ospitalità nella sua rubrica. Le sarei grata se potessi, perché
desidero passarle la domanda di una bambina di seconda elementare che mi ha
messo in difficoltà. Spero di sì. Stavo dicendo ai bambini della
mia classe che Dio, il Padre celeste, è — come insegnavano a noi
— dappertutto: in cielo, in terra e in ogni luogo, quando Stefania ha
chiesto: «Se Dio sta dappertutto, anche nei prati, perché si dice
sempre Padre celeste e non si dice anche Padre verde?». La domanda mi
ha preso alla sprovvista, comunque ho creduto di poter rispondere, spiegando
che celeste, in questo caso, non indica un colore, come il verde o il rosso,
ma che abita nei cieli. Credevo di essermela cavata bene. Invece la bambina
mi ha chiesto: «Ma, allora, se abita nei cieli, come fa a stare dappertutto?».
A questo punto, come faccio sempre con i bambini sono stata onesta, ho detto:
«La tua domanda è molto bella, ma anche difficile. Dammi il tempo
per pensarci un po' prima di risponderti». Ed ecco la mia richiesta: come
posso rispondere in modo vero e in modo che la bambina capisca? Grazie. Un'insegnante
Simpaticissimi i bambini! E brava anche lei che non ha accontentato
la bambina con una riposta confusa e poco convinta, come facciamo spesso noi
adulti per non passare da ignoranti. Che «abita nei cieli» nel linguaggio
della Bibbia non significa che abita sopra le nuvole, in mezzo alle stelle,
ma che è diverso da noi. Abitare sulla terra significa che, se stiamo
in un posto, non possiamo stare in un altro, se stiamo nella valle, non possiamo
stare sul monte. Abitare sulla terra significa che se vogliamo andare a trovare
un amico, dobbiamo spostarci. Significa che il tempo passa, che quando è
buio non vediamo più niente; che anche se è giorno, basta un muro,
una pianta, una siepe per impedirci di vedere... Abitare nel cielo significa
essere come il cielo: sta dappertutto, lo vedi e ti vede dappertutto, è
sempre lo stesso. Se vai al Polo Nord, il cielo sta sopra di te, ma se vai al
Polo Sud lo vedi e ti vede lo stesso; in montagna lo vedi come dal mare. E lo
vedi non solo di giorno ma anche di notte, anzi di notte a volte è anche
più bello, perché si riempie di stelle.
Ecco perché la Bibbia dice che Dio abita nei cieli. Ma non solo la Bibbia.
Tutti i popoli della terra, per indicare che Dio non è come noi, sottomesso
ai monti, alle colline, alle piante distanze, al tempo… quando pensano
a Dio alzano gli occhi verso il cielo. Anche noi facciamo così. Se in
un momento di difficoltà e di gioia esclamiamo: “Dio mio”,
senza accorgercene alziamo gli occhi al cielo. Anche Gesù faceva così
quando pregava il Padre, e ha suggerito a noi di fare come lui quando ci ha
insegnato a pregare: “Padre nostro che sei nei cieli”. “Che
sei nei cieli”, cioè non che sei lassù, lontanissimo, ma
che sei come il cielo, che mi vedi sempre e ti vedo sempre, che sei sempre con
me e posso stare sempre con te. Non è bellissimo? Ciao, insegnante. Salutami
Stefania, e complimenti a te che tratti i bambini con serietà, verità
e rispetto.
Tonino Lasconi